Microfoni

Microfoni Microfoni Ma il lavoro di Laurie Anderson non e finito. C'è la coreografa. accanto alla musicista, alla musicologa, all'esecutrice impeccabile, all'ingegnere dei suoni. Ogni volta la incontro con un circo di dieci, quindici persone che cantano, ballano, recitano, si incrociano, si scambiano ruoli, voci, intonazioni. Mu¬ sicalmente i ruoli si incrociano, gli uomini diventano donne, le donne tuonano e poi tornano a cinguettare sottomesse e festose. Ogni effetto ha la sua punta alta, la sua ironia, il suo ripiego, la sua negazione, la sua elegante e festosa autoliquidazione. E' un cerchio di festa e di tanti piccolissimi drammi che si compiono fra scambi di grazia, di bellezza, di forza, che sembra non debbano mai finire. «Vuoi vedere cosa posso fare da sola?», lei dice. Da sola può fare tutto. Suona due tastiere, il clarino, strumenti a fiato amplificati elettronicamente che lei ha 'inventato, struggenti violini e chitarre elettriche, che nelle sue -mani diventano vociumane, che ridono e piangono e creano un curioso effetto di strumenti ventriloqui, di strumenti ribelli che vanno per una loro strada, che non seguono le voci, gli esecutori, l'insieme del gruppo o la coreografia. Quanto a lei, è bella in questa nuova versione americana del corpo come primo strumento, del .corpo-Vietnam., con cui fai la tua guerriglia senza bisogno di macchine, alla maniera delicata e atletica di Jane Fonda, un corpo di tensione e di muscoli su cui si alza una testa libera, di ragazza punk che nasconde il perfezionismo fanatico grazie alle fossette imbonitrici che tornano a comparire sul mso. come se ingraziarsi la folla fosse il suo unico compito (che esegue con assoluta bravura). Al disegno tecnico degli strumenti, delle tastiere, della percussione (niente è tradizionale hnella sua .batteria, e il tipico batterista di una band con lei non saprebbe dove cominciare) Laurie Anderson aggiunge, per sé, il lavoro dei microfoni. Andate a un suo concerto e capirete che, in un mondo di suoni sempre più raffinati, lei ha un suono diverso. Vi troverete .in presenza.di. livelli e di fonti sonore che si moltiplicano,-di linee che impostano è svolgono il discorso-canzone, circondati dal discorsocommento, dal discorso-dialogo e da una foresta di altri spunti sonori. Nel mondo di Laurie Anderson esiste la chiamata violenta di attenzione, esiste l'impennata improvvisa di suoni verso l'alto o verso il silenzio. La fascinazione di Nono o di Stockhausen per i momenti che precedono o seguono la nascita e la morte del suono (uno dei tratti più tipici della musica contemporanea) l'accompagna sempre e certo ìa distingue dalla musica rock, che crede nel suono continuo. Ma le persone di cultura non immaginino di andare al conservatorio e i giovani innamorati del rock non abbiano paura di perdere il filo. Laurie Anderson ha messo in moto l'impossibile macchina della sperimentazione e della musica popolare (un rock arricchito di reggae, di suono latino, di jazz, di soul, di blues, di country western, di riferimenti orientali) e non perde per un istante il controllo.

Persone citate: Jane Fonda, Laurie Anderson, Nono, Stockhausen