Sindacato, le radici perdute di Luciano Gallino

Sindacato, le radici perdute Il referendum dei metalmeccanici sul contratto Sindacato, le radici perdute Il referendum con cui si chiede a oltre un milione di metalmeccanici di dire se giudicano accettabile la piattaforma contrattuale elaborata dai sindacati presenta motivi di interesse che vanno al di là del fatto contingente. In poco più di un quinquennio, lo sviluppo tecnologico, i mutamenti organizzativi delle aziende, T'emergere di nuove figure professionali hanno messo in crisi, prima ancora della rappresentatività dei sindacati, la loro capacità di capire chi sono e dove stanno i lavoratori di cui dovrebbero rappresentare bisogni e aspirazioni. Alla fine di ricostruirsi una mappa adeguata di un mondo del lavoro e della produzione che appare sempre più accidentato, irto di caratteri del tutto nuovi, i quadri sindacali sono impegnati, come di rado furono nel passato, in un serrato e talvolta aspro dialogo con la base, con la loro dirigenza, e tra loro stessi. Il referendum sulla piattaforma contrattuale è un episodio importante di tale dialogo, da cui potrebbe uscire nei prossimi anni un sindacato molto diverso da quello attuale; anche se nessuno, per ora, può azzardare ipotesi sui nuovi terreni in cui si svilupperà tale diversità. Ove fosse provvisto di una mappa più fedele delle inedite identità professionali e culturali dei lavoratori, della loro estrema segmentazione nello spazio fisico ed economico, il sindacato avrebbe nuovamente le carte in regola per pretendere di rappresentare la grande maggioranza dei lavoratori, in tutta la complicata e mobile articolazione dei loro bisogni e problemi, dentro e fuori le unità produttive. Non si tratta di una questione a cui sia interessato unicamente il sindacato. Avere un interlocutore solidamente rappresentativo è un interesse primario anche .per le aziende. Troppi contratti di lavoro sono stati firmati, negli anni scorsi, con la tacita consapevolezza, da ambedue le parti, che il giorno dopo sarebbe cominciato un nuovo ciclo di vertenze, a livello di settore, di azienda, di singolo stabilimento o filiale. A sua volta il pubblico in generale ha interesse a che l'organizzazione sociale non sia sconvolta ogni giorno a causa di contratti di lavoro che non si sa mai bene se sono già aperti, oppure non si sono ancora chiusi. Tranne che per frange estreme del movimento dei lavoratori, la conflittualità permanente è stata, più che un programma, il risultato inevitabile della esistenza di un rappresentante che dei propri rappresentati aveva un'immagine del tutto sfocata. Da solo il referendum non basterà forse per consentire a quadri e a dirigenti sindacali di rimettere tale immagine completamente a fuoco; ma esso costituisce di certo, almeno nelle intenzioni, un passo nella direzione giusta. Luciano Gallino