Sogno? No, è solo un replay

Sogno? No, è solo un replay Gli studiosi dibattono la teoria del premio Nobel Francis Click Sogno? No, è solo un replay Secondo lo scienziato inglese i fatti del giorno, dormendo, scorrono nella niente per rafforzare la «memoria legittima»; l'uomo sogna per ridurre le proprie ossessioni - Controbatte lo psicoanalista Cartoni: «Non si riduce ma si amplifica la macchina-cervello» - D neurologo Lugaresi: «Non cerchiamo la luna in America, il professor Moruzzi già ipotizzava che il sonno serve a smagnetizzare le cellule» DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA — Quante Ipotesi sui sogni da che mondo è mondo, specialmente da Freud in poi. Una recentissima teoria, dovuta al premio Nobel Francis Harry Compton Crick (70 anni), ha destato curiosità e Interesse tra le schiere internazionali degli onlrologl. Alla National Academy of Sciences di Washington. Crick ha sostenuto che l'uomo sogna per dimenticare, per «disimparare», per ridurre 11 peso delle proprie fantasie e dei pensieri ossessivi. Ha spiegato d'aver raggiunto empiricamente le prove di questa tesi: con una sèrie di particolari griglie elettriche collegate tra loro — sulle quali ha «mimato, l'emanazione di segnali da parte delle cellule cerebrali chiamate neuroni — lo scienziato avrebbe potuto stabilire mia meccanica e gli scopi* dei sogni: 'Una questione di pulizia notturna, uno sgombero degli affastellamenti mentali'. Su queste conclusioni di Crick, si è aperto un dibattito scientifico, anche fuori dei confini statunitensi. Il presidente della Società di Psicoanalisi italiana professor Glauco Carloni, e il direttore della Cllnica neurolo- Bica dell'Università di Bologna, professor Elio Lugaresi, hanno dato un contributo alla discussione. «Non conosco dettagliatamente le tesi dello scienziato inglese — dice Carloni — ma in via generale non posso essere d'accordo sul valore riduttivo che si vorrebbe attribuire ai sogni: Lugaresi aggiunge: «Ho l'impressione che non sia del ■tutto nuova quest'ultima teoria che ci viene segnalata dagli Stati Uniti. Uno scienziato italiano (anch'egli avrebbe meritato un Nobel per statura scientifica) ne aveva gli indicato le linee-. Ma vediamo prima che cosa dice Francis Crick (nel 1962 ha ottenuto il Nobel assieme al collega Maurice Wilklns, per le scoperte sulla struttura molecolare degli acidi nucleici e sulla sua importanza nel trasferimento dell'informazione genetica alla materia vivente; oggi lavora al Salk Institute di La Jolia. in California). Lo studioso sostiene che la «rete nervosa umana» può diventare sovraccarica per remissione di segnali elettrici da parte dei neuroni, stimolati per esempio usando la vista, ascoltando rumori e parole, associando pensieri. Si tratterebbe di associazioni che possono proliferare, creare memorie ibride o fantasie, mescolandosi a elementi che esulano dalla memoria reale, legittima: •Cosi, le memorie che si sono costituite in un giorno — dice Crick — devono essere separate dalle associazioni spurie, per evitare il tilt della iete^nerposa. Sogna %htvftxiio te impuri] tono da-parte le fantasie. Gli avvénimentV^tt un giornofé virtualmente tutti i sogni che includano materiale originato dalla quotidiana attività mentale, sono sottoposti più volte a replay dal cervello. Durante questo replay-sogno le nostre memorie legittime e reali sono rafforzate, mentre si indeboliscono contemporaneamente le "associazioni a casaccio". Ecco perché affermo che si sogna per dimenticare.. E' estremamente complicata la descrizione delle 'griglie elettriche' messe a punto da Crick a sperimentale puntello della sua teoria; griglie entro le quali sarebbe possibile ripetere alcune funzioni cerebrali, alcuni «passaggi- slmili a un'attività neuronale. •Ma al di là di questa empirica dimostrazione — commenta il professor Carloni — si possono fare alcune considerazioni generali. E' accettabile pensare a una funzione Igienica dei sogni, e anche se si vuole di assestamento dell'archivio della memoria. Però non si può dire che si tratti di una funzione riduttiva, né che durante il sogno si "disimpara". Un restri della conosci lalura di pensieri^urantt^sogno è il contrario di quel imento canc& che crediamo noi piscoanali-sti. Semmai, diciamo noi, it sogno allarga l'alone delle nostre conoscenze, permettendo a elementi che normalmente sono sepolti di affiorare: Lo psicoanalista rammenta che se l'uomo non avesse il disturbo delle emozioni e degli affetti, non dimenticherebbe mai nulla, una volta immagazzinati un'immagine, una cognizione, un rumore: •Il nostro cervello non farebbe errori, non ci sarebbero lapsus, dimenticanze. Esistono però — e direi per fortuna, perché è questo che ci fa uomini e non robot — elementi affettivi che interferiscono in maniera disturbante, ma anche arricchente, su quella macchina perfetta che dà l'impressione di essere il cervello. Già: il sogno, anziché ridurre, amplifica quella macchina: \tkflk%l^mimente, Non entra nel merito delle pulsioni affettive il neurologo Lugaresi, né del potere elettrico cerebrale. Ma la teoria esposta da Francis Crick gli ricorda qualche cosa: «Noi andiamo spesso a cercare la luna in America — commenta — dimenticando che potrebbe esserci anche in casa nostra. Il professor Giuseppe Moruzzi dell'Università di Pisa, morto un anno fa, è staio uno dei più grandi fisiologi del sonno in assoluto. Non sapendo come giustificare il fatto che l'uomo dorma (potremmo riposare anche da svegli, diceva) Moruzzi aveva avanzato l'ipotesi che il sonno in qualche modo serva a «smagnetizzare» te cellule, a depurarle dei ricordi inutili. Perché tutti i ricordi sono anche modificazioni chimiche; e se non ci fosse il modo di eliminarli, queste modificazioni, accumulandosi, saturerebbero il sistema oppure lo denaturerebbero. Ecco, diceva con buona logica Moruzzi, nella fase del sogno può avvenire \ouel processo di rimani fmento •delle cellule, pe

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