I giudici applaudono Cossiga di Roberto Martinelli

I giudici applaudono Cossiga Tutti d'accordo sulla sua impostazione del problema giustizia I giudici applaudono Cossiga ! Il discorso del Capo dello Stato alle Camere propone una riforma del sistema processuale e un cor'. retto rapporto tra poteri dello Stato - Dopo i dissensi tra il Presidente e il Csm, una svolta positiva ROMA — Il discorso di Cossiga è piaciuto ai giudici: le tre correnti ideologiche hanno manifestato ampi consensi. E' 11 fatto nuovo che forse contribuirà non solo a smussare i contrasti che dividono il vèrtice della magistratura associata, ma a seppellire per sempre il conflitto istituzionale che si era delineato nell'autunno scorso tra il Capo dello Stato e i componenti togati del vecchio Consiglio superiore. Il Presidente della Repubblica aveva preso un impegno solenne nei confronti dell'ordine giudiziario. Aveva annunciato un messaggio alle Camere sulla -istituzione giudiziaria-. Ma ha preferito inserire nel discorso di celebrazione dei quarantanni di Repubblica suggerimenti e indicazioni destinati a delineare una nuova dimensione del giudice moderno, cosciente dei suoi poteri, ma rispettoso dei confini e dei limiti della sfera giurisdizionale. Alessandro Criscuolo, presidente dell'Associazione ma Bistrati, esprime compiaci mento senza riserve. Il discorso di Cossiga — dice — ri specchia l'opinione di tutti i giudici che da anni si battono sul terreno delle riforme per attuare in maniera concreta non solo l'autonomia e l'indipendenza del potere giudiziario, ma anche un corretto rapporto con gli altri poteri dello Stato. Criscuolo oggi presiede una giunta non più unitaria, che vede all'opposizione l'estrema sinistra; è convinto che il discorso di Cossiga contribuirà a riamalgamare i contrasti, .soprattutto nella battaglia comune che l'intero corpo giudiziario intende affrontare a proposito del referendum sulla giustizia. Uno del punti chiave del discorso di Cossiga è quello delle sfere di competenza del giudice, del politico, del pubblico amministratore. E' il cosiddetto problema della •supplenza- del magistrato che si sostituisce ài funzionario e opera in sua vece. Il Capo dello Stato ha invitato a riscoprire e rifondare nelle -coscienze, nella legislazione e nella prassi quell'essenziale distinzione spesso appanna tati. 'Sono completamente d'accordo — dice Vincenzo Accattata leader di Magistratura democratica, la corrente di sinistra —. Ed è una indicazióne estremamente importante che trova il consenso anche degli altri magistrati noi vogliamo la.riforma del sistema della normativa sulla pubblica amministrazione. Come si fa a dire che il giudice deve rientrare nel suo ruolo, se poi la legge gli dà un potere di intervento nell'amministrazione?'. Accattatis è favorevole a tutto il discorso di Cossiga anche se. a suo avviso, non ha toccato il punto cruciale dei referendum e non ha contestato questa iniziativa. Un po' deluso solo perché 11 Capo dello Stato non è intervenuto sulle critiche che il presidente del Consiglio ha rivolto ai giudici nel novembre scorso e sulla reazione a catena che poi si è innestata su quell'episodio. Parole di elogio anche da Enrico Ferri, leader della corrente di Magistratura indipendente, la più legata ai valori tradizionali. -Lintervento di Cossiga — sostiene — traccia un programma di riforme a grande respiro in cui il giudice trova la sua collocazione costituzionale contrassegnata dall'indipendenza e dalla sua autonomia: i giudici italiani non vogliono supplire altri poteri e, da tempo, chiedono al legislatore una chiara definizione delle sfere di competenza amministrativa da una parte e giurisdizionale dall'altra. Credo — aggiunge — che il primo appuntamento importante sia quello della riforma dei reati contro la pubblica amministrazione in discussione al Senato. Esso rappresenta il primo tentativo serio di rivedere le regole di uno dei rapporti più delicati per la vita di relazione'. L'eco del discorso di Cossi ga all'interno del Consiglio superiore, ed in particolare tra i giudici togati, è di Nino Abbate, rappresentante di Unità per la Costituzione», ma anche il più votato in assoluto tra i magistrati che siedono a Palazzo dei Marescialli: 'Il giudizio non può che essere positivo. Il Presidente ha ribadito con forza la centralità della giustizia quale momento determinante per la tutela delle libertà fondamentali dei cittadini. Nel contesto, dopo i ripetuti richiami all'impegno corretto ed efficace profuso dalla magistratura ed alla necessità di salvaguardare sempre l'indipendenza e l'autonomia dei giudici soggetti soltanto alla legge, egli ha fermamente posto in evidenza come i problemi rimasti per troppo tempo irrisolti rendono impossibile il buon funzionamento della macchina giudiziaria. La sollecitazione del Presidente sulle riforme consente di guardare con maggiore fiducia all'avvenire'. Si volta davvero pagina nei rapporti tra giustizia e politica? Francesco Cossiga è riuscito davvero a riportare la pace tra i due poteri dello Stato, da lungo tempo in polemica e pronti ad accapigliarsi su qualsiasi pretesto? E' presto per dirlo; ma, dopo le parole di elogio manifestate dai politici, queste dei giudici lasciano pensare che è stata imboccata la strada giusta. Roberto Martinelli

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