I 2 unanimi: il nucleare necessario allo sviluppo di Fabio Galvano

112 unanimi: il nucleare necessario allo sviluppo I ministri dell'Energia oltre la psicòsi di Cerno Dir ' 112 unanimi: il nucleare necessario allo sviluppo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Dopo settimane di perplessità e timori, alimentati dal clima emotivo che ha accompagnato la nube di Cernobil, l'Europa tenta una prima riabilitazione del nucleare. -Continuerà a svolgere un ruolo sostanziale*, afferma un comunicato diramato ieri sera a Lussemburgo a conclusione di un Consiglio ministeriale dei Dodici dedicato ai problemi dell'energia. Nel momento in cui le centrali nucleari ricevono un nuovo soffio di vita, tuttavia, la Comunità non può esimersi dal sottolineare la necessità di una maggiore sicurezza. Il terreno è pronto per la Commissione Cee, la quale ha allo studio norme comuni di protezione — intende proporle la prossima settimana —; per la costruzione e l'utilizzo delle centrali nucleari. I Dodici suggerisco¬ no addirittura nuove norme anche in fase di programmazione: al fine di evitare, per esempio, che Paesi non nucleari — è 11 caso della Danimarca e del Lussemburgo — siano circondati dalle centrali altrui. Riunitisi per discutere gli obiettivi energetici a medio termine della Comunità, e in particolare il ruolo del petrolio nei prossimi dieci anni, i ministri — per l'Italia il sottosegretario all'Industria Bruno Orsini — hanno finito per dedicarsi al tema di più stretta attualità (mentre non hanno raggiunto un accordo sugli obiettivi energetici per il 1995). La Francia, che dei Paesi europei è il più dipendente dal nucleare (64 per cento delle fonti energetiche, contro una media Cee del 31,8 e un'Italia a 3,8), voleva con Gran Bretagna e Germania che nel documento finale si parlasse di -ruolo irrinunciabile*; altri, come Danimarca, Olanda e Irlanda, preferivano formule più evasive. L'Italia, che sottolinea la dimensione internazionale del problema, • L'Italia è stata molto ferma — ha detto Orsini — nel chiedere la standardizzazione delle norme di sicurezza per le nuove centrali*. Di modifiche ai vecchi impianti per ora non si parla; né si prevedono mosse in tale direzione da parte della Commissione Cee. Il problema della ristrutturazione di impianti esistenti è stato invece sollevato dall'Ufficio europeo per l'ambiente (Bee), che ha chiesto la chiusura di 31 centrali dei tipi «Ungg» e «Magnox» — anche quella di Latina, quindi, del cui smantellamento si parla da tempo in Italia — ritenendole poco sicure Fabio Galvano

Persone citate: Bruno Orsini, Orsini