I bulldozer contro la farmacia del mondo
I bulldozer contro la farmacia del mondo Dall'Inghilterra un appello all'industria dei medicinali: salvate le foreste pluviali I bulldozer contro la farmacia del mondo Secondo uno studio finanziato dal Wwf, un quarto dei farmaci deriva dalle piante tropicali ■ «Estratti vegetali guariranno l'Aids» NOSTRO SERVIZIO LONDRA — Un appello all'Industria farmaceutica affinché partecipi attivamente al salvataggio delle foreste tropicali è stato lanciato da un ecologo e da un medico, Stephen Elltott e Joseph Brimacombe, che hanno svolto in Indonesia una ricerca sulle piante medicinali finanziata dal World Wildlife Fund e pubblicata la settimana scorsa a Edimburgo. Gli autori dello studio hanno individuato 170 piante utilizzate nella medicina tradizionale. Il loro studio giunge alla conclusione che le società farmaceutiche hanno tutto l'interesse ad arrestare la distruzione delle foreste pluviali nel mondo. La medicina moderna dipende in misura notevole dal prodotti derivati dalle piante tropicali: per esempio, gli anestetici locali e i rilassanti muscolari utilizzati in chirurgia, alcuni contraccettivi, farmaci per curare l'ipertensione arteriosa, la leucemia, la ma¬ laria e altri. SI calcola che circa un quarto del prodotti farmaceutici traggono origine dai vegetali. E per un giro d'affari dell'ordine di decine di migliala di miliardi l'anno. La ricerca sulle piante come fonti di nuove medicine rischia però di essere gravemente ostacolata se la distruzione della foresta tropicale — che racchiude la metà della flora mondiale — continuerà al ritmo attuale, cioè 245 mila chilometri quadrati l'anno, una superficie pari a quella del Regno Unito. A questo ritmo, entro trentanni tutte le foreste saranno state cancellate: e per 40 mila specie vegetali sarebbe l'estinzione. ■• Elllott e Brimacombe non sono l soli u credere che questo rappresenterebbe un duro colpo per l'industria farmaceutica. 17 National Cancer Institute americano considera la galoppante devastazione delle foreste pluviali un grave ostacolo alla lotta contro i tu¬ mori. Vi sono buoni motivi per ritenere che molti farmaci capaci dt curare malattie note e a tutt'oggt sconosciute debbano ancora essere scoperti nelle piante della foresta tropicale. Recentemente, per esempio, si è appreso che negli Stali Uniti estratti delle specie amazzoniche di quercia hanno un importante ruolo nella messa a punto di una cura contro l'Aids. Lo studio raccomanda inoltre all'industria farmaceutica di finanziare studi in loco sulla medicina tradizionale nei Paesi tropicali In via di sviluppo, dove le piante sono state selezionate In base alla loro efficacia nel corso dei secoli, attraverso tentativi ed erróri, usando malati come cavie. Questi preparati non sarebbero in uso ancora oggi se non destero un minimo di beneficio ai pazienti. E' quindi probabile, dicono gli autori, che siano fonte di nuovi farmaci, certamente più di altre piante analizzate a caso. Dal momento, però, che con lo sviluppo questi Paesi dipendono sempre più dalla medicina -occidentale-, e abbandonano le piante medicinali, si fa sempre più urgente raccogliere questa eredità di conoscenze prima che vada perduta per sempre. Le case farmaceutiche confidano nell'ingegneria genetica e nella biotecnologia per soddisfare la maggior parte delle future necessità di nuove medicine. Ma se le fonti -naturali- di materiale genetico, appunto le piante medicinali, non verranno protette, la potenzialità di qualsiasi tecnologia verranno irrimediabilmente amputate. Gli autori dello studio suggeriscono infine all'industria farmaceutica di fornire i fondi per creare aree protette nelle foreste tropicali e considerarle •biblioteche biochimiche., in modo da salvare i loro stessi profitti. Copyright «Uni» Ncnspapcrs» e per l'Italia lU Stampa»
Persone citate: Joseph Brimacombe, Stephen Elltott
Luoghi citati: Edimburgo, Indonesia, Inghilterra, Italia, Londra, Regno Unito, Stali Uniti
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