«Fra silenzi e cortili»
«Fra silenzi e cortili» torino secondo... Raffaella De Vita «Fra silenzi e cortili» Napoletana d'origine, è stata definita dalla critica -fa soia interprete intelligente, colta e di temperamento cne il teatro piemontese possa vantare». 'Donna di spettacolo» come lei stessa si definisce. Raffaella De Vita canta, recita, danza, fa mimica, seri- ve i testi delle rappresentazioni che poi interpreta da sola, accollandosi spesso tutte le parti di una commedia, con la poliedricità e la bravura che la contraddistinguono. Una donna che ha in sé il potenziale di un'intera compagnia. Interpreta ruoli di uomo e di donna, ora con rabbia, ora con tenerezza, talvolta con ironia; sempre con lo slancio e la presa sul pùbblico del ve.ro animale da palcoscenico. Lavora con un gruppo di sei persone in cui «democraticamente» sceglie e decide i temi che gli altri poi sviluppano scenicamente o musicalmente. Rimasta orfana prestissimo, a 16 anni è partita all'avventura: Roma, dove ha fre¬ quentato l'Accademia d'Arte drammatica e si e diplomata; poi Torino, città adorata da dove, ancora oggi, parte per scaramanzia ogni suo nuovo spettacolo perché — dice — •se il debutto va bene qui vuol dire che andrà bene ovunque: Cosi sono sempre «andati bene» spettacoli su Petrolini, sulla Piaf, su Brecht, e quello su John Gay dove la nostra è arrivata a fare da sola otto personaggi diversi. A Torino vive sola nel centro storico («ma dormo con la luce accesa perché ho paura del buio»). Di Torino... Ama: 'Ovunque c'è silenzio, acqua e verde. Poi i cortili: Odia: «La lentissima accettazione delle novità in ogni campo». Sente la mancanza: «Di tanti teatri a buon presso. E del mare: Il personaggio: «Una cecchino curva curai, tutta ripiegata su se stessa, che chiede discretissimamente l'elemosina. La conosco da quando era dritta, ed io appena arrivata a Torino: II. ricordo: «La prima volta che ho fatto riempire un teatro, l'Erba, era il 79, ed ho creduto che Torino m'avesse adottata». Torino dove: «All'Osteria Guastalla, con la gente come me». Torino riservata personale: «Le mura romane di Porta Palazzo, dove andavo col mio cane Ciccio che è morto un anno fa e col quale avevo persino fatto uno spettacolo. Però piango». t. d. p.
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