Una macchina che ingoia miliardi
lina macchina che ingoia miliardi Nella storia dello Iacp lo sviluppo della città e le tensioni del problema casa lina macchina che ingoia miliardi Con 45 mila alloggi e duecentomila inquilini, l'Istituto autonomo case popolari è entrato dopo ottanf anni di vita nel mirino della magistratura - Autoriduzioni, vandalismi, morosità e tariffe demagogiche all'origine di un deficit di 230 miliardi Che cos'è l'Istituto, autonomo case popolari, oggi nel mirino della magistratura dopo essere stato per anni al centro di polemiche sulla gestione, affogato in un deficit che sfiora i 230 miliardi? La sua storia è quella dello sviluppo della città e del sovraffollamento urbano. Fondato nel 1907 con un capitale di 3 milioni, l'Iacp mette in affitto il suo primo quartiere — 7 fabbricati, 270 alloggi costati 931.755 lire nel 1909. Tre anni dopo gli appartamenti sono già 2398. Sono case modeste, ma per quell'epoca hanno numerosi vantaggi: accesso diretto dal pianerottolo, acqua potabile, lavandino, gabinetto, impianto del gas, doppia esposizione per gli alloggi oltre le due camere. Nel 1917 è lo Iacp ad accogliere i profughi dal Veneto, cacciati dalla guerra, e nel '19 parte un secondo ciclo di costruzioni: prima 1200 appartamenti, poi. tra il '21 e il '28, altri 2226, e nel periodo antecedente il secondo conflitto ancora 1253. Nel frattempo lo Iacp ingloba la Città Giardino, a Miraflori (21 palazzine di 2 piani), e 917 alloggi dell'Istituto case economiche. I bombardamenti dlstrug- gono 252 alloggi e ne danneggiano 3425, ma dal '45 al '52 11 patrimonio viene recuperato, anche con l'aiuto della legge Ina-casa per i baraccati e 1 profughi. La ripresa edilizia vera e propria parte nel '53, quando incominciano a sorgere 1 grandi complessi: Regio Parco, Falcherà, Lucente corso Sebastopoli e, nel '58, le Vallette, una città nella città di 16.429 vani. Intanto prende il via anche la prima tranche di Miraiiori Sud. Al 31 dicembre '62 il patrimonio amministrato è di 22.307 alloggi. Altri 9 mila vengono costruiti negli Anni Sessanta con le aree della legge 167, e 2500 con il piano Iacp-Flat, mentre 11 problema della casa, esploso nelle occupazioni del '74, si fa sempre più drammatico. Allo Iacp arrivano anche in gestione — e non è sempre un vantaggio — i patrimoni Gescal, Incis, Ises, rv, Cit e i quartieri comunai. Negli ultimi dieci anni vengono ancora realizzate 13 mila abitazioni. Oggi gli aloggi sono 45 mila e ospitano 200 mila persone. Perché 230 miliardi di deficit? Nel '75 il disavanzo era di 7 miliardi, ma con gli interessi e gli oneri di mora il buco è salito, con progressione geo-, metrica fino a diventare una voragine senza che gli amministratori abbiano potuto, o voluto, fare nulla. Demagogia? Incapacità? Troppi legami con il sottobosco politico? In concreto, dal '70 in avanti, lo Iacp si è trovato a gestire l'esplosivo problema della casa senza che nessuno gli concedesse i mezzi per farlo. E l'istituto è diventato il bersaglio di tutti i bisogni. Cosi si è accollato miliardi di manutenzioni non dovute ed eseguite male, 1 vandalismi di un inquilinato difficile, una morosità sistematica sugli affiti, sul riscaldamento, sulle utenze dell'acqua, soffrendo delle autoriduzioni ed applicando tariffe irrisorie per un patrimonio che non conosceva neppure. Non basta: al contrario che in altre città, gli alloggi venduti sono stati pochi e a valori fuori mercato. Ora, con il commissariamento, il sistema è mutato, < in un anno lo Iacp ha cambiato faccia: anche l'azione della magistratura, sia pur traumatica, può contribuire a un'ulteriore chiarezza. Gianni Bisio r i l e L bl C ll'Ii Lo stabile di via Cuneo angolo via Mondovi: è il primo quartiere costruito .dall'Istituto autonomo case popolari nel 1909, in borgata Aurora. Su un'area di 7000 metri quadrati c'è. ano 7 fabbricati con 270 alloggi. La tipologia costruttiva e i servizi, per il tempo, erano molto avanzati
Persone citate: Gianni Bisio
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