Rambo uno e Rambo due di Gian Paolo Ormezzano
Rambo uno e Rambo due I due «deb» De Napoli e Galderisi hanno vinto la loro partita Rambo uno e Rambo due DAL NOSTRO INVIATO CITTA DEL MESSICO — Un soldino per i tuoi pensieri, dicono gli statunitensi quando li guardi in un certo modo intrigato. Un .peso» messicano, il soldino più ino» che ci sia, per i pensieri di Nando De Napoli e Beppe Galderisi mentre aspettano che cominci la partita del nostro Mundlal e (forse) della toro vita. Un peso per venti minuti di pensieri pieni, senz'altro da fare, appunto, che pensare: tanto è il tempo che li tiene in campo lo strascico, la bava della cerimonia d'apertura, discorsi e discorsi di messicanoni fischiati dal loro popolo, che fischia anche il presidente brasiliano del calcio mondiale. Chissà se i due pensano a questo Mundlal anche come ad una miniera d'oro per fare straricchi i già ricconi, o se sono comprensibilmente concentrati sulla loro parte, come un attore al quale non interessa, non deve interessare se autore del copione e impresario sono sfruttatori. Gli azzurri fanno una catena umana, tenendosi tutti per mano (scuola Cabrini-Tardelll, Mundlal 1982), al lunghissimo .Fratelli d'Italia». Non abbiamo notaio a chi si attaccava De Napoli, a chi Galderisi. Forse è stato il residuo pudore automatico di chi pure, per mestiere, deve frugare anche nei sentimenti altrui, dopo avere frugato nei muscoli e nell'anagrafe (a proposito, Beppe t pressappoco di Salerno, Fernando è pressappoco di Avellino, l due campani si trovano insieme qui dopo avere percorso strade diverse, lunga quella dell'attaccante, salito bambino al Nord, una scorciatoia quella del centrocampista dal cognome che crea complicazioni: molti messicani lo scambiano per Bagni che è del Napoli, ci chiedono: .Bagni es de Napoli, verdad?», pensando ad un nostro calcio brasUianiaeato anche nei soprannomi. Un peso—ci vte,ìé in mente alle prime battute dell'incontro— anche per i pensie- ri di Tardelli e Rossi panchinizzati, specie di Rossi: lui e Galderisi insieme nella Juventus dei ragazzi, e poi il gioco dell'oca per l'Italia, con le penalità, i premi, saltare alcune caselle, cambiare, scambiarsi, un po' anche Monopoli, Torino come Viale dei Giardini, Milano come Parco della Vittoria, e Verona per Rossi chissà, già un •imprevisto- o soprattutto una -possibilità»? Dopo pochi minuti, i due sembrano essersi svincolati da ogni vischio di pensiero emozionoso o timldoso. Gaiderisi appare persino più rambizzato di De Napoli detto Rambo. Dribbla, scatta, recupera in difesa, si butta, rimedia falli a favore. E De Napoli tenta il grande tiro. E i due sembrano fra i meglio tagliati per gli inseguimenti difficili alla palla che va via veloce dopo avere picchiato sull'erba, è l'altitudine, l'erba dell'Azteco Sem' ora quella di Wlmbledon. I due sembrano avere preso da molto tempo le misun precise di questo football. O di non avere preso mai le misu¬ I re, qui adesso impaccianti, del football classico. Quasi mezz'ora e i due hanno fatto le cose più belle, forse, di tutti, scelti i due un po' di volte dalla folla per gli applausi. Una folla che per tutto il primo tempo non sceglie la sua squadra, regala l'-olé. della corrida più ai bulgari che ai nostri, quando è tempo di melina, di ragnatela, ma per le rombate di Beppe e Fernando sembra avere grandissima, sonora benevolenza. Le bandiere d'Italia e di Bulgaria hanno gli identici colori di quella del Messico, fra l'altro, e la facile scelta cromatica non può avvenire, quella tecnica è pretesa troppo grande nei riguardi di una gente composta, fra l'altro, da persone che per essere qui si sono svenate, hanno dato sino a mezzo mese di stipendio, e magari verranno sgridate perché agli occhi elettronci del mondo non hanno offerto la visione dell'Azteca tutto pirno. Dopo 34 minuti Galderisi esegue addirittura il pezzo di bravura che chiama i bul¬ gari all'abbattimento del nostro. E sul contropiede dopo l'inutile punizione è De Napoli che nella nostra area blocca, spezza i bulgari pericolosi. E Galderisi si propizia l'agguato al limite del bulgaro Dimitrov e guadagna una punizione, e datisi va al gol azzurro, un gol chiarissimo, geometrico, un'azione iperrealista dopo il movimento un po' picassiano di Galderisi, che qui in Messico appare completamente svincolato, sia da un punto di vista fonetico che psicologico, dalla qualifica di Nanu. I due sembrano giocare apposta per la semplificazione di questo articolo in diretta, per lo spazio che comunque si doveva dedicare alla loro esperienza, per la cornice grande preparata dalle circostanze. Enorme Galderisi all'inizio del secondo tempo, favoloso un tiro appena fuori di De Napoli. Poi GaldeH si si traveste da De Napoli e acquisendo massa con la velocità spacca la difesa bulgara, e De Napoli a centrocampo esegue cose d'arte alla Galderisi, come un palleggio intenso e perfetto. I due — ci pare — giocarlo liberati ormai da ogni complesso, ed anche dal sentimento un po' semplicistico e gaglioffo di «farla vedere», dall'obbllgo travettistico di meritarsi la stima, di guadagnarsi il posto. Giocano come se fossero stati scelti già in Italia: e chissà che non sia proprio cosi, che non sapessero già tutto, cosi che la preparazione psicologica alla presenza dei due è stata, paradossalmente, più impegnativa per noi che per loro. Galderisi addirittura 'esegue» un fallo al limite della nostra area, al posto di difensori indecisi, con autorità de utile anzi necessario marrano. Alla fine neanche un peso per i pensieri di Rossi e di Tardelli: troppo facile •averli». Ma sono facili, costano poco o niente anche pensieri di tutti, per il pareggio nel match nostro dopo che Galderisi e De Napoli hanno vinto la partita loro, un'altra cosa. Gian Paolo Ormezzano Città del Messico. Galderisi nella morsa della difesa
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