Fratelli d'Italia a Hollywood di Lietta Tornabuoni

Fratelli d'Italia a Hollywood Fratelli d'Italia a Hollywood La stona di due artigiani che emigrano in Usa e lavorano con Grifflth alla realizzazione di «Intolerance» - Un viaggio nel Continente-Cinema dominato dalla presenza dell'elefante, la ari lunga memoria rappresenta la continuità dell'uomo TIRRENIA — Hollywood 1915, ricostruita lidia costa toscana per .Good Morning, Babilonia*, il nuovo film di Paolo e Vittorio Tavlani, è una citta di pionieri del cinema. Grande cielp libero col profilo lontano delle colline, strade terrose, palme nane, edifici di legno, Il tram che portava i lavoratori sul set. Gli studi senza tetto con pareti di pannelli rotanti per lasciar entrare II sole, illuminazione naturale e unica del film. Un'aria di campagna selvatica. Il fascino ardito di un'arte popolare agli inizi e della utopia megalomane di David W. Grifflth: leoni di gesso accovacciati, sfingi, l'èlefante-slmbolo, l'Immensa scalea blancorossa che conduceva alle porte di Babilonia in •Intolerance», kolossal leggendario nel cinema americano che intendeva illustrare e condannare appunto l'intolleranza. Film sul cinema, U primo film •americano» dei Tavlani è diventato nel suo farsi poco americano. A New York e San Francisco. " le sole grandi città In cui sia possibile oggi ritrovare qualche resto degli Stati Uniti Iniziosecolo, gli autori gireranno soltanto per una, due settimane; l'America desertica e selvaggia verrà girata In Spagna, nell'Almeria che ha già offerto il paesaggio di tanti film western; l'America delle grandi foreste verrà girata nella tenuta di San Rossore, eccezionalmente concessa dalla Presidenza della Repubblica; l'America delle navi degli emigranti verrà girata a Cinecittà. Anche nella combinazione finanziaria 11 peso americano si è ridotto (al 27 per cento circa, pare) : il film è prodotto da Giuliani G. De Negri insieme con la prima rete televisiva della RAI e con l'Italiana Film tre, in coproduzione con la MK2 francese e in associazione alla produzione con la Press man Film Corporation di Los Angeles. La distribuzione italiana e dell'Istituto Luce-Italnoleggio, quella estera della Sacls, la distribuzione negli Stati Uniti (anche sul mercato delle videocassette) è della Vestron. Il produttore prete risce non parlare di budget, dice soltanto: «Come film internazionale ha un costo medio, come film italiano un costo alto» e la cifra potrebbe essere In ipotesi sui dieci mi' llardi. I I;:ptQ«8gonistl fratelli ginjasàrilto dal fr£tel vianl e da Tonino Guerra da un'idea di Lloyd Fonvielle, sono Vincent Spano («Gli amanti di Maria») e il portogheseamericano Joaqulm De Almeida; Omero Antonimi è il loro padre; Greta Scacchi e la francese Desirée Becker sono le loro ragazze e poi le loro mogli; Charles Dance («Plenty») è Grifflth, dopo la rinuncia di James Woods, spaventato all'idea di venire in Europa. DAL NOSTRO INVIATO TIRRENIA — Paolo e Vittorio Tavlani raccontano che Good Moming, Babilonia nasce da un dato storico. Nel 1914, all'Esposizione Internazionale di San Francisco, fece sensazione nel padiglione italiano una costruzione, molto raffinata e insieme molto appariscente, chiamata «la torre dei gioielli». David W. Grifflth, il protoregista americano, dopo il grandioso Nascita d'una nazione stava lavorando a un film che non lo soddisfaceva. Visto Cabiria di Pastrone, 11 kolossal italiano che per primo ebbe molto successo in America, si senti spinto a trasformare 11 suo film in un grande affresco storico. Vista la Torre italiana a San Francisco, volle a lavorare con' sé gli artigiani bravissimi che l'avevano costruita. Good Moming, Babilonie è dunque la storia di due fratoscana che per secoli ha costruito, restaurato, ristuccato le grandi cattedrali romaniche e gotiche. C'è una crisi nel settore: per salvare l'azienda familiare loro emigrano negli Stati Uniti a far sol di e si trovano a lavorare a Hollywood alle straordinarie costruzioni di Intolerance di Grifflth. Allora: epica americana e maestria italiana, Mondo Antico e Nuovo Mon¬ dnuoddtmsadilal do, culture diverse che possono allearsi alla pari anziché umiliarsi nella sopraffazione o nella servitù. Poi i disastri della guerra, la prima mondiale. E 11 mistero di due fratelli che lavorano simbioticamente, che separati non riescono a lavorare... Un filtri autobiografico? Paolo Tavlani: No. Non c'è autobiografia nei personaggi dei due fratelli. Magari verrà istintivo dire: uno è Paolo, l'altro è Vittorio. Qualcosa avremo preso, ma tra 1 fratelli Bonanno e noi non c'è idbaaPdrrpunvptu identificazione. Vittorio Taviani: Non abbiamo affatto pensato a un autoritratto, abbiamo cercato anzi di mischiare le carte. Persino nella fatica testarda d'imparare l'inglese: loro ci riescono, noi non ci siamo riusciti. Paolo Taviani: I due fratelli protagonisti hanno fatto una uguale scelta di vita, hanno nature uguali, ma caratteri diversi. Entrano in conflitto perché ogni coppia, ogni affetto e ogni amore nascondono un desiderio di distinzione, di allontanamento. Ma soprattutto c'è 11 fatto che puoi costruirti una vita con intelligenza, volontà e forza: ma, come una guerra, 11 caso può travolgerti quando credi d'esserti costruito un'esistenza perfetta, d'aver dato tu le regole al mondo, d'aver raggiunto la massima razionalità. Un film tragico? Vittorio Taviani: Drammatico. Film tragico vuol dire che va verso la catastrofe, con sofferenza e disperazione assoluta. Nel film drammatico un progetto si realizza in modi diversi, dolorosi e parziali, concludendosi con una ricomposizione che torna a dare il senso d'una vita che vale la pena di vivere. Un film americano? Paolo Taviani: Percorso ironico: slamo partiti ragazzi da San Miniato per raggiungere Hollywood a Tirrenia: trentasei chilometri. Al di là degli scherzi, raccontiamo la nostra realtà, quella che conosciamo. Non gli Stati Uniti, ma il cinema di Hollywood come lo pensavamo nella nostra fantasia, come ce lo sug- gerivano le immagini dei film americani. Vittorio Taviani: Più che approdare a un continente diverso, si approda in quel Continente-Cinema che ci è famigliare: per dire come è nato questo mezzo bellissimo di comunicare scoperto dall'uomo moderno. Hollywood era agli inizi un luogo meraviglioso dove la gente cercava il nuòvo. La ricerca, la scoperta, legava tutti in un rapporto di complicità e d'entusiasmo: era un mondo magico, comunitario, un miscuglio di culture, generazioni, nazionalità. Lo spirito che lo animava era lo stesso di quelli che costruivano cattedrali nel Medioevo. I grandi film diventavano le cattedrali del tempo moderno. Un film che commemora il cinema? Paolo Tavlani: Neanche per sogno. Un film che, men tre si parla di morte del cine' ma. riafferma la vitalità e bellezza di questo mestiere che noi amiamo immensamente. Vittorio Tavlani: Sullo schermo del passato, sul piccolo schermo del presente, sul grande schermo nelle case del futuro, il cinema re sta il punto luminoso intorno a cui la gente si raccoglie, come in chiesa si raccoglieva nel sacro. Anche se sei solo in una stanza, quando vedi un film alla televisione senti l'invisibile presenza di altri milioni di persone che vedono la stessa cosa, che come te ci pensano, che domani ne parleranno come te o con te. In giro per il mondo, a Nord e a Sud. Est e Ovest, in Asia come in Finlandia, i film e i loro attori forniscono alla gente un linguaggio comune, la capacità d'intendersi. Un film che, nel presente elettronico, rivaluta la creatività dell'uomo? Paolo Taviani: SI. In Good Morning, Babilonia la tecnologia diventa uno strumento d'amo.-e: la macchina da presa permette al figli di conoscere il volto del loro padri. £ cosa significa l'elefante, animale-simbolo che percorre tutto il film? Vittorlci Taviani: Già. all'inizio pensavamo d'intitolare 11 film Elefante e lucciole. C'è un dato oggettivo: elefanti sono scolpiti nel fregi delle cattedrali romaniche, elefanti troneggiano nelle scenografie di Grifflth. La contiguità dell'uòmo'capace di costruire e creare" può essere simboleggiata da questo animale dalla lunga memoria, forte, paziente, mal estintosi dalla preistoria a oggi: nel nostro film, non per caso, l'elefante è sempre in piedi. Paolo Tavlani: L'elefante è pure, nelle culture dei Paesi più diversi, un talismano. In quest'impresa appena comi n ciata, speriamo che ci porti fortuna. Lietta Tornabuoni pgpp I «fratelli emigranti» Vincent Spano e Joachim De Almeida con il loro «padre» Omero Antonimi sul set di «Good morning. Babilonia», atto d'amore al cinema degli Anni 10