Nell'Italia nord-occidentale
Gravi danni ai pioppi dalla lunga siccità '85 Nell'Italia nord-occidentale Gravi danni ai pioppi dalla lunga siccità '85 Do più parti dell'Italia nord-occidentale, soprattutto in Piemonte, fin dall'inizio della primavera sono giunte, con frequenza sempre più allarmante, segnalazioni di mancata germogUaeione dei pioppi. Le indagini eseguite da vari specialisti hanno messo in evidenza che le anomalie denunciate hanno interessato soprattutto le piante di interi pioppeti, di età superiore al 5"-6° anno, localizzate prevalentemente in fondivalle od in zone limitrofe a corsi d'acqua, dell'Astigiano, del Cuneese, dell'Alessandrino e della Lomellina. I pioppi isolati invece, cosi come quelli in filare o di bordo delle piantagioni, anche nelle stazioni plit colpite si presentavano in condizioni vegetative migliori. '. Soprassedendo sui casi meno chiari per i quali la concomitanza di più fattori rende difficile l'interpretazione delle cause predisponenti, si è potuto constatare che la mancata ripresa vegetativa è stata particolarmente intensa nei pioppeti situati in suoli solitamente freschi, con franco di coltivazione limitato per presenza di falda d'acqua superficiale, caratterizzati da sottobosco inerbito e non lavorato o in terreni golenali ricchi di scheletro, sabbiosi, con scarsa ritenzione d'acqua, ma che di norma si avvalgono dell'umidità derivante dalla vicinanza dei corsi d'acqua. Questa 'paralisi vegetativa- dell'apparato aereo va attribuita ad un vero e proprio collasso fisiologico per mancanza di riserve di cui la pianta avrebbe dovuto jappronvigionar'si^'n^i corso della stagione vegetativa precedente. Tale mancanza di riserve trova la sua origine più frequente, come è stato da noi anche sperimentalmente provato, nell'intensa e prematura caduta delle foglie, sede delle sintesi plastiche e dei processi biochimici che assicurano la sopravvivenza della pianta e la vitalità delle gemme, caduta delle foglie causata dalla lunga siccità dell'estate 1985. Le mancate piogge estive hanno influito in modo determinante sull'abbassamento delle falde oltre i livelli minimi di oscillazione. Di qui l'effetto catastrofico, soprattutto in pioppeto. Sebbene negli ultimi sopralluoghi si sia potuto registrare una sia pur modesta e tardiva ripresa vegetativa dei pioppi più vigorosi, con lo sviluppo di ricacci originatisi da gemme avventizie, si temono per la pioppicoltura piemontese danni economici notevoli. A prescindere dalle piante che non hanno affatto germogliato e da quelle vicine a maturazione sofferenti per intensi attacchi di •macchie brune-, che devono essere abbattute per prevenire il degrado delle loro caratteristiche merceologiche, per quelle che presentano un discreto sviluppo fogliare, ed in particolare quelle ancora lontane dalla maturità, conviene intervenire tempestivamente in questo modo: • Eliminare i rami secchi. • Proseguire la difesa del fogliame contro gli attacchi di Marssonlna per ancora almeno un mese aggiungendovi, se è il caso, qualche concime fogliare. • Attuare con assiduità le lavorazioni del terreno e specialmente l'irrigazione dove possibile,. • Tenere sotto attenta sorveglianza le piante e segnalare eventuali disfunzioni fisiologiche o attacchi parassitari all'Osservatorio per le Malattie delle Piante, all'Istituto di Sperimentazione per la Pioppicoltura o alle aziende agricolo- " Al di làdi.questl inter-, veniteaùsìiicàbité tfà'tig'ni" buon conto che gli Enti pubblici, quelli regionali in particolare, considerino con attenzione la gravità della situazione che per la sua eccezionalità ed estensione porta i requisiti di una vera e propria calamità e provvedano a favore degli operatori danneggiati. Prof. Gian Pietro Cenerino Direttore Istituto di Sperimentazione per la Plopplcollura-8AF'ENCC. Casale Monferrato
Persone citate: Gian Pietro Cenerino
Luoghi citati: Casale Monferrato, Italia, Piemonte
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