Le mille diete dei golosi di Sandro Doglio

Le mille diette dei golosi Le abitudini alimentari nella Penisola: l'italiano a tavola Le mille diette dei golosi Siamo fra i Paesi che importano più cibi esotici e pregiati, ma anche quello dei contrasti, fra buona tavola, salute e aspetto estetico - Ecco allora i menù vegetariani, i «piatti-punto», i ristoranti e le cliniche anti-cellulite - Tra moda, necessità è paura alimentare, trionfa la dieta più antica: quella mediterranea ROMA — In pochi anni la gran massa degli italiani è passata dall'epoca della bistecca della domenica (la carne era un lusso, i macellai facevano affari soprattutto il sabato) alla possibilità di Imbandire ogni giorno la mensa con tutte le ghiottonerie e le leccornie possibili e immaginabili 8e certe vetrine di Parigi, Berlino, Londra o Bruxelles possono ancora stupire il viaggiatore Italiano per l'incredibile ricchezza e varietà di offerte alimentari, le statistiche dell'importazione rivelano che è l'Italia U Paese europèo che più acquista al l'estero alimenti pregiati, frutta e verdura fuori stagio ne, vini e liquori altrui. Abbiamo 11 record — non invidiabile per 1 nostri conti economici — delle importazioni di champagne, whisky e salmone .affumicato, per non citare che tre tra 1 prodotti considerati -di lusso» nel mondo gastronomico. C'è un'Italia che si abbandona — a casa o al ristorante — a banchetti epicurei, ma c'è anche un'Italia che si tiene a stecchetto. Spesso, anzi I due estremi coincidono secondo 1 giorni e le occasioni Esiste cioè l'Italiano delle diete, che ha paura a mangiare e bere o che si pente con frequenza degli eccessi alimentari e cerca di porvi rimedio, Allora conta quasi i grani di riso, pesa la fettina di carne, bandisce i grassi, calcola le calorie o addirittura ingurgita beveroni di strano gusto che gli promettono di eliminare la fame. Tra cibo e bellezza, tra buona tavola e salute, continua ad esserci una dicotomia psicologica: 'Sotto sotto — dice II dietologo prof. Trementini — sappiamo che mangiare è necessario, ma siamo un po' tutti convinti che ogni cosa che ci mettiamo nello stoma' co ci toglie un pizzico di salute o contribuisce ad appesantire la nostra linea'. E' un vecchio detto: «Le cose buone o fanno male, o fanno ingrassare, o costano troppo*. Si dice — ma soltanto di un bambino — che se è paffuto e grassottello è -il ritratto della salute*; appena diventa ragazzo o signor-inetta, il eie ciottcìlo è giudicato un pigro o è sospettato di avere disfunzioni se non malattie. Il grasso è catalogato come antitesi di bellezza, sia femminile che maschile. L'idea rubensiana che la donna bella sia prosperosa non riesce a riaffermarsi. La moda è per 1 magri, le attrici del cinema sono snelle, i capitani d'Industria non hanno la pancetta. Le perdite di peso del chili sono seguite con compiacimento e Invidia, mentre si compatisce chi ingrassa. Poiché sembra che abbandonati al proprio appetito l'uomo e la donna non riescano a mantenere' la linea, anzi tendano a mettere su peso o cellulite, ecco l'Italia delle diete. Ne abbiamo conosciute dozzine, abbiamo importato e adottato anche tutte quelle che l'America ha saputo Inventare. Dalla dieta delle patate a quella .punti., dal fanatismo per 11 pompelmo alle scorpacciate di yogurt. Nel tempo si sono succedute — spesso dopo appena un'apparizione — la dieta -del bevitore», quella dell'Air Force, senza contare quelle che hanno preso nome dai loro scopritori, per lo più americani: Carlton Frederick. John Yudkln. Blake Donaldson. Bloom, Scarsdale, Atkins... Sono nati cliniche, gabinetti medici specializzati, risto rami con cucine .dietetichee sono spuntati centri di relax e di alimentazione controllata, dove è utile — ma è anche di moda — ritirarsi per seguire per qualche giorno una dura battaglia al fine di recuperare lo squilibrio metabolico, per arginare l'avanzata del colesterolo, e dove si sente continuamente parlare di carboidrati, insuline, gllcerldi, obesità eccetera eccetera. In alcune di queste case di cura per gli eccessi dell'appetito, una settimana di trattamenti può'costare anche parecchi milioni di lire, in certi casi 2 milioni al giorno. Sulla tavola degli Italiani le diete hanno condizionato e continuano a condizionare qualità e quantità del cibi. Oggi la moda prevalente è per la cosiddetta «dieta mediterranea», in voga da anni con un quasi incredibile primato di longevità: pasta, olio d'oliva, formaggio, vino. Sono prodotti tipicamente italiani, la cui diffusione (conseguenze del falso vino al metanolo a parte) sta aumentando con regolarità e in controcorrente a quanto era capitato negli Anni Settanta. Ma altre diete, altre scelte dietetiche coesistono: tra 1 «nemici», per esemplo, c'è sempre lo zucchero, nonostante un'importante campagna pubblicitaria promossa dai produttori per tentare di riabilitarlo. La soia non è forse ancora riuscita a vincere del tutto la sua battaglia per Imporsi più massicciamente nell'alimentazione, ma la cucina vegetariana in genere sta progredendo. Lo si vede dal numero dei ristoranti specializzati, ormai presenti un po' in tutte le città della Penisola, e soprattutto nel gran numero di negozi che offrono germi, erbe, pollini, crusche e tutta una miriade di prodotti alimentari finora Ignorati. Stanno fiorendo, sotto l'im pulso del mercato, marmellate e bibite senza zucchero, colture agricole cosiddette biologiche, cioè senza impie go di concimi e prodotti chi mici. La dieta va a braccetto con la paura dell'avvelenamento alimentare, terrore che si affaccia a ondate successive, seminando vittime e favorendo nuove scelte di cibi e prodotti. Sotto la spinta di drammi di cronaca, di allarmi scientifici o semplice mente di paure, leggi apparentemente sempre più severe c comunque restrittive vie i ano. circoscrivono o limitano il consumo dei conservanti e dei coloranti artificiali. L'Italia a tavola è insomma una specie di antipasto alla piemontese: c'è di tutto, e l'elenco sembra non finire mai. I gusti e le paure alimentari hanno dettato condizioni e imposto regole, hanno fatto emanare leggi e crescere industrie, hanno stravolto per certi aspetti la vita di tutti i giorni, hanno offerto l'occasione a speculazioni, al nascere di nuovi mestieri, al trionfo di commerci. L'italiano a tavola sembra essere nella continua alternanza di chi non si nega nulla ma subito dopo vorrebbe porre ri medio a tutti gli eccessi: ama II piatto di spaghetti fumanti ma spera nelle pillole che nutrono senza ingrassare. Sandro Doglio

Persone citate: Atkins, Blake Donaldson, Bloom, Carlton Frederick, John Yudkln