Su quell'aereo per l'esilio

Su quell'aereo per l'esilio Su quell'aereo per l'esilio Alle 15 di giovedì 13 giugno Umberto il esce per l'ultima volta dal Quirinale diretto a Ciampino dove lo attende un aereo — pilotato dal capitano Lizzani, fratello del regista cinematografico — che lo porterà in esilio. Il re, che indossa un abito grigio spiegazzato e porta in mano un cappello floscio, appare nel cortile Interno accompagnato dal duca Ri arto Sforza, comandante dei corazzieri, che ordina il saluto al re. Rispondono: «Viva il re». Umberto è commosso ma nasconde la commozione dietro un sorriso: strìnge la mano a Riarìo Sforza, poi ai funzionari, agli inservienti e al camerieri che si sono radunati accanto all'ingresso principale: «Quindi, salito sull'automobile assieme al ministro Lucifero, Umberto di Savoia i uscito dal Quirinale: sul cofano della macchina sventolava il gagliardetto reale. Nello stesso momento dal pennone sovrastante la torretta del palazzo si abbassava la bandiera che vi aveva garrito al vento dal 20 settembre 1870. • La macchina si é subito diretta all'aeroporto di Ciampino dove attendevano varie personalità, fra cut il senatoré Scialoia, Roberto Lucifero, Enzo Selvaggi, Manlio Lupinacci ed altri; a queste si sono unite varie altre persone e italiane e alleate in servizio all'aeroporto. Quivi era già pronto il quadrimotore "Savoia 95", con settemila chili di carburante, predisposto un'ora innanzi dal ministro Cevolotto, il quale però non ha assistito alla partenza. • Umberto II, che appariva molto pallido ma sereno e sorridente, ha salutato tutti i presenti, abbracciando i suoi più intimi collaboratori e, quindi, è salito sull'aereo dove avevano già preso posto il conte Oraziani, della Casa civile, e il generale Cassiani, della Casa militare. L'aereo, comandato dal pilota Lizzani, ha decollato esattamente alle ore 16,07 puntando verso la Spagna». Prima di partire per l'esilio Umberto ha lanciato un polemico proclama alla nazione accusando 11 governo di avere «compiuto un colpo di Stato» (frase poi attenuata dal re stesso con le parole «un gesto rivoluzionario»): 'Italiani, fra l'altro dice 11 messaggio, (..J di fronte alla comunicazione di dati provvisori e parziali fatta dalla Corte Suprema; di fronte alla sua riserva di pronunziare entro il 18 giugno il giudizio sui reclami e di far conoscere il numero dei votanti e dei voti nulli; di fronte alla questione sollevata e non risoluta sul modo di calcolare la maggioranza, io, ancora ieri, ho ripetuto che era mio diritto e dovere di Re attendere che la Corte di Cassazione facesse conoscere se la forma istituzionale repubblicana avesse raggiunto la maggioranza voluta. •Improvvisamente, questa notte, in spregio alle leggi e al potere indipendente e sovrano della Magistratura, il governo ha compiuto un gesto rivoluzionario assumendo, con atto unilaterale ed arbitrario, poteri che non gli spettano e mi ha posto nell'alternativa di provocare spargimento di sangue 'o di subire violenza (..J. Ma, non volendo opporre la forza al sopruso, né rendermi complice dell'illegalità che il governo ha commesso, lascio il suolo del mio Paese, nella speranza di scongiurare agli italiani nuovi lutti e nuovi dolori». E il messaggio del re termina cosi: «51 considerino sciolti dal giuramento di fedeltà al re, non da quello verso la patria, coloro che lo hanno prestato e che vi hanno tenuto fede attraverso tante durissime prove. Rivolgo un pensiero a quanti sono caduti nel nome dell'Italia ed il mio saluto a tutti gli italiani (..J». Mentre nel corso della serata si Intrecciano a Roma mille voci contraddittorie sul¬ le vere ragioni che avrebbero spinto Umberto alla precipitosa partenza per l'esilio (le autorità anglo-americane di occupazione smentiscono l'Ipotesi che siano stati i governi di Washington e di Londra a rivolgere un •espresso invito» al sovrano di lasciare al più presto l'Italia), la presidenza del Consiglio del ministri risponde a Umberto II con un comunicato molto fermo, diffuso nella notte fra 11 13 e il 14 giugno. Definito 11 proclama reale «un documento penoso, impostato su basi false e su argomentazioni artificiose», la nota contesta punto per punto le affermazioni del re lasciando capire che Umberto é stato trascinato a quest'Iniziativa polemica dagli estremisti monarchici: .Il re, afferma 11 comunicato, poteva attendere con serenità il giudizio sulle constaiazlonì e sui ricorsi da parte della Cassazione (la cui liberto il governo intende rispettare pienamente) senza_temere soprusi e senza essere costretto a partecipare ad illegalità... e un periodo che non fu senza dignità ti conclude con una pagina indegna».

Persone citate: Cassiani, Cevolotto, Enzo Selvaggi, Lizzani, Manlio Lupinacci, Roberto Lucifero, Scialoia, Umberto Ii

Luoghi citati: Ciampino, Italia, Londra, Roma, Savoia, Spagna, Washington