Brutta vita a passo

Brutta vita a passo Brutta vita a passo dì gambero ciose. L'uomo gli si fa via via nemico, la natura sterminatrice. Il sogno del passato si converte in una beffa del presente, per chi ha rifiutato la storia. Contro questo personaggio maschile al negativo si contrappone, in positivo, la donna. La compagna di Ugo, Carla o Caroline, Karola o Khaa, è consapevole del tempo in cui deve vivere, ne accetta le regole; e se si propone di modificarle è solo per muovere verso il futuro, non per rientrare nel passato. In costante conflitto con il partner, guarda in avanti, sfida frontalmente l'avvenire. E ricrea la vita. Nelle sette situazioni in cui l'autore l'ha posta, la donna sa essere pronta e reatti¬ Dopo «La COME in un famoso racconto di Borges, una voce parla — si spiega, si confessa — dall'interno di una casa immensa, un labirinto di stanze che non offrono nessun varco per l'uscita (le finestre, quando ci sono, danno solo su altri vani chiusi). Alla fine del nuovo libro di Ende. proprio con le ultime righe, il lettore viene a sapere che. di nuovo come in Borges, la voce solitaria è quella del mitico Minotauro. Tra questi due estremi che si toccano rimane spazio per molte altre scene in qualche modo affini a quella della casa-labirinto, oppure dissimili, ma sempre partecipanti di un comune carattere visionario. Un'altra grande casa, borghese questa, in cui si sta discutendo su un'eredità contestata, mentre un numero spropositato di parenti si accampa sui parquet, conducendo nella provvisorietà un'esistenza insensata e distruttiva. Una stanza sconfinata che è anche un deserto, con le dune di sabbia, le pareti nebulose all'orizzonte e un sole incandescente allo zenit, a meno che non si tratti invece di una lampada col suo paralume di latta smaltata d'azzurro. Un ponte gettato su un abisso, che non sarà mai condotto a compimento benché vi si lavori da secoli. Il lettore, anche se ha sbirciato la fine e trovandola collegta al principio si è sentito in diritto di aspettarsi un romanzo, a questo punto capisce che si tratta in realtà di una raccolta di racconti privi di titolo. «Un intréccio di sogni, un groviglio senza confini., specifica una frase ripresa sul retro della copertina. Infatti, a parte va, inventa ogni volta una variante diversa al gioco, che dà movimento al cammino troppo rettilineo progettato dall'uomo. Il romanzo di Chiusano potrebbe anche essere letto come un apologo mimetizzato da racconto, un conte philosophique sul cannocchiale rovesciato del tempo: con un singolare incrocio prospettico, nella resa narrativa. Mentre la posizione dell'autore è chiaramente critica verso il personaggio, la pagina risulta vincente proprio dalla sua parte. In un libro che mantiene un'unità di linguaggio persino eccessiva, il racconto si anima man mano che l'orologio della storia va più all'indietro. Se l'episodio storia infinita» nu