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Tutto libri Tutto libri Al fratello dello zar non resta che il sogno Riappare a ventanni di distanza nella collana di tascabili Bompiani -I grandU, il romanzo Questa specie d'amore (pp. 267. L. 8.000) di Alberto Bevilacqua, con una prefazione di Carlo Bo. Giocato fra memoria e realtà, fra un passato non più ripetibile e un presente deludente e involgarito, il libro si può leggere come la nostalgica radiografia di un conflitto fra generazioni: da un lato la purezza e semplicità dei genitori, dall'altro il disordine e la finta intellettualità dei figli. Tra la Parma degli Anni Trenta e la Roma degli Anni sessanta si rispecchia una doppia crisi coniugale, dagli esiti diversi per la mutata situazione storica e culturale. Come negli altri libri di Bevilacqua, da Una città in amore (1962) a La festa parmigiana (1980), forse il suo risultato più felice, anche qui Parma non è solo uno sfondo, ma uno spazio affettivo e avventuroso, una geografia dell'anima disegnata attraverso i suoi personaggi strambi ed estrosi, sanguigni e beffardi, (m. r.) «La principessa e il drago» secondo romanzo di Roberto Pazzi At stemma dei Rnmano\ cui il linguaggio dello scrittore diventa impreciso e sfatto; induce inoltre alle scorciatoie dell'onirico e del surreale, con risultati di insuperabile oscurità. Peccato. Perché, nonostante tutto, questo giovane principe resta nella memoria. Giorgio ha capito, molto prima di Nicola prigioniero dei bolscevichi a Ekaterinburg, che tutto è finito, avverte lucidamente che la sua stessa malattia è un alibi, sintomo di «un più grande malessere che affliggeva l'Europa nei suoi Re'. E ad un certo punto (un tratto poeticamente felice del romanzo) decide di mettersi a dormire, quasi di fare attraverso le sue vene una trasfusione di immobilità all'impero dei Romanov, ormai convinti die il mutamento 'Sia segno d'imperfezione, morte, malattia, peccato'. Quanto a sé, gli basta ciò che ha visto, nei suoi sogni, nelle sue premonizioni, per convincerlo a non varcare le soglie del nuovo secolo. Lorenzo Mondo Roberto Pazzi: «La principessa e il drago-. Garzanti, 170 pagine, 16.500 lire. scrittura poetica nella quale oggetto e messaggio siano cancellati o interamente trasformati in una sconfinata superficie di suggestioni, e quando parla di «sciami di metafore larvali appena abbozzate» (ma che c'entra Roboni, benché -graziato- con De Angelis? E che c'entrano Porta o Zanzotto, benché segnalati per frazioni di libro?). Forse questo tipo di poesia suggestiva, amica della vaghezza e dei profumi, è più un largo episodio minore degli Anni 70 che dei nostri. Oggi si va piuttosto verso una parola -chiara-, che speru nella comunicazione, che cerca una forma onesta e che guarda (lo nota, ovviamente, anche Berardinelli) con rispetto alla tradizione; la quale non è, comunque, un magazzino da saccheggiare. ardinelli

Persone citate: Alberto Bevilacqua, Lorenzo Mondo, Roberto Pazzi

Luoghi citati: Bevilacqua, Parma