Occorre un progetto-vacanze o vincerà la sindrome-Stendhal di Giovanni Bechelloni

Occorre un progetto-vacanze e vincerà la sindrome-Stendhal Occorre un progetto-vacanze e vincerà la sindrome-Stendhal Come accadeva allo scrittore francese, molti turisti nelle capitali italiane della cultura soffrono di capogiri - Meno fretta e una sorta di numero chiuso Nei giorni scorsi si è saputo dai giornali che una nuova malattia può colpire gli esseri umani: la cosiddetta «sindrome Stendhal.. Si tratta di una sorta di vertigine che colpisce all'improvviso il turista straniero, soprattutto donne di origine americana e australiana, a Firenze. Di fronte al rapido susseguirsi di immagini e di suggestioni straordinarie, alla comprensione delle quali non è adeguatamente preparato, il turista si sente venir meno e piomba in uno stato catatonico che lo lascia privo di ri sorse e di reazioni; un sentimento di angoscia e di smarrimento si impadronisce della persona che non è più in grado di connettere. All'ospedale di Santa Maria Nuova, nel centro di Firenze, opera da qualche tempo un'équipe psichiatrica che si dedica alla cura di malati di questo tipo: drop-outs di uno dei tanti gruppi organizzati che attraversa di corsa la città, passando da un capolavoro all'altro dell'arte rinascimentale, nel corso di uno di quei tours per l'Italia che contemplano il -tutto compreso.. Una carrellata attraverso venticinque secoli di storia: dalla civiltà etrusca a quella romana, dal Med.'o Evo al Rinascimento, dal Barocco al post-industriale; ogni anno, ormai quasi in ogni stagione, migliaia e migliaia di turisti vengono trascinati di corsa attraverso le nostre principali città: da Milano a Venezia da Firenze a Siena, da Roma a Napoli: in sette giorni, anche in cinque. Se perfino Stendhal, viaggiatore appassionato e colto, veniva colto da vertigine di fronte alle tracce strordinarie che la storia degli uomini aveva lasciato nella Firenze del suo tempo, cerchiamo di immaginare cosa può passare nella testa di un viaggiatore straniero, che proviene da una delle tante province del mondo, dotato di sensibilità ma privo delle risorse culturali per comprendere In un colpo solo il senso di tante bellezze e di tanti secoli di storia! La notizia è preziosa e invita a riflettere seriamente su un fenomeno — quello del turismo culturale di massa — al quale finora non si è dedicata sufficiente attenzione analitica. L'invasione dei turisti era stata esaminata finora più dal punto di vista del paese ospitante e delle città maggiormente investite dal fenomeno che non da quello dei turisti stessi. L'opinione pubblica è divisa tra coloro che vedono nel turismo i vantaggi economici derivanti dal flusso di divise pregiate che ad esso si accompagna e coloro che constatano il progressivo degrado dei centri storici delle nostre città, costretti ad ospitare folle sempre più numerose e frettolose di visitatori. Il diffondersi della ■sindrome Stendhal, ci costringe adesso a riflettere sulla necessità di ripensare tutta intera la nostra organizzazione turistica. Non solo per evitare che l'eccesso di visitatori finisca per usurare e financo Distruggere — per troppo «usuino, anche fisico — il patrimonio artistico e cultural? che diventa oggetto di attrazione, ma anche per fronteggiare l'effetto-boome- Ieri gran festa rang che una dose eccessiva e troppo concentrata di arte e di cultura può provocare in uomini e donne non adeguatamente predisposti a trarre dal contatto e dalla frequentazione con la bellezza e con la memoria storica i succhi più prelibati. Si è parlato in questi anni di introdurre, per alcune città e per alcuni luoghi maggiormente frequentati, il numero chiuso. A mio parere occorre essere più drastici e ad un tempo più articolati. Con riferimento ai progetti di cui ho qui scritto lunedi scorso (Stampa Sera del 5 maggio) si potrebbe pensare a un progetto nazionale, che coinvolga le agenzie di viaggio che organizzano i tours turistici, capace di limitare l'afflusso in alcuni luoghi per diffonderlo in altri. In modo Decisione della da decongestionare la domanda e allargare e differenziare l'offerta. Due potrebbero essere gli assi portanti di un siffatto progetto. Da un lato l'informatizzazione della prenotazione dei biglietti per accedere a musei e altre opere d'arte in modo da limitare l'afflusso orario e giornaliero dei visitatori in funzione di un doppio parametro: quello di non modificare l'equilibrio chimico-fisico del luoghi espositivi e quello di consentire una visita tranquilla e appagante. Dall'altro lato la predisposizione di pacchetti culturali capaci di offrire itinerari storico-artistici alternativi, costruiti secondo logiche differenziate che consentano al turista di visitare luoghi e di gustare opere che abbiano tra loro connessioni Corte d'Assise d'A significative. I tempi paiono maturi per porre mano, con energica determinazione, all'elaborazione e alla messa in opera di un progetto che. se realizzato con la consulenza delle tante competenze culturali e scientifiche delle quali il nostro Paese dispone, potrebbe oggi consentire all'industria turistica di prosperare senza danneggiare le risorse artistiche e storiche, culturali e paesaggistiche che ne costituiscono il presupposto, la materia prima. Se. invece, non si prenderà coscienza dell'urgenza di un siffatto problema, si sarà costretti, tra non molto, ad adottare drastici provvedimenti malthusiani e a prendere atto che le correnti turistiche si volgeranno altrove. Giovanni Bechelloni ppello di Roma

Persone citate: Barocco