La dc boccia Pandolfi e Degan di Marcello Sorgi

La de boccia Pandolfi e Degan Nel consiglio nazionale è il momento dei volti nuovi: molte esclusioni clamorose La de boccia Pandolfi e Degan Escono anche Vittorino Colombo, Cresci, Salvi e Segni - Premiati gli uomini del rinnovamento e della moralizzazione in Sicilia - De Mita si assicura personalmente che il «nemico» Galloni abbia un posto ROMA — Due illustri • trombati» — i ministri Degan e Pandolfi — e una «pattuglia di mischia, che corre carica di aspirazioni verso il prossimo rimpasto. Nella de il dopo-congresso si apre cosi, davanti all'unico nome certo (quello del segretario), con una girandola di candidature che fin dal mattino, mentre ancora De Mita parla, anima di Ipotesi la tribuna dei leader. Partito quasi per gioco, il tam-tam del «toto-ministri» interno è cresciuto con il risultato «forte» del congresso. De Mita, con il suo 75 per cento, è praticamente arbitro unico della maggioranza interna; dei leader del partito che hanno contribuito alla sua riconferma, nessuno è determinante: per molti il futuro è da notabili. E tutto ciò moltiplica le aspirazioni delle nuove generazioni. Gli aspiranti ministri si chiamano Sanza. Gargani. Mannino. Cirino Pomicino. Bubbico. Cabras. AndreattaNessuno chiede esplicitamente, ma tutti sanno di essere «papabili». E se. come si dice. Forlani lascerà Palazzo Chigi (ma lui non ha tanta voglia) per fare il presidente del partito, in corsa per la vicepresidenza del Consiglio ci sono Piccoli e Colombo, ma anche Scotti scommette. Mentre per 11 vertice della de c'e un altro candidato illustre, sia pure senza molte possibilità: Leopoldo Elia. • In una prima fase, i vicese¬ gretari dovrebbero restare gli stessi, Bodrato e Scotti, con una prospettiva, per il primo, di diventare il solo. Galloni (per scadenza di mandato e non più per dimissioni) lascerà la direzione del Popolo. Per la successione i nomi possibili sono tre: Martinazzoli, Cabras e forse, a segnalare un diverso amalgama di posizioni, anche Franco Maria Malfatti, ex forlaniano. attuale direttore della Discussione. L'ipotesi Colombo (oppure Gava o Scotti) torna per il capogruppo alla Camera (se Rognoni andrà al governo). Più indietro, come possibili deputati della prossima legislatura, si affacciano i «proconsoli»: Tabacci (Lombardia). Matulll (Toscana) e Castagne-.:; (Emilia). Quanto all'assetto complessivo del vertice del partito, annunciati, temuti, e alla fine decisi, i .sacrifici personali» alla logica del rinnovamento prendono forma già nelle liste per il vertice del partito. Senza lacrime, con qualche protesta e qualche estremo intervento di salvataggio dei capi storici, varati in una notte troppo silenziosa per essere democristiana. La prima lista, quella di Forze nuove, (che ingloba anche il «solitario» ex capogruppo Gerardo Bianco) arriva sul tavolo della presidenza alle 22 e trenta di giovedì. Un quarto d'ora dopo è la volta degli andreottiani (in prima linea, il presidente della Lega Calcio. Antonio Matarrese). L'epilogo, nelle tre ore di rinvio chieste dagli esponenti del «listone» di maggioranza, si consuma nell'ufficio del segretario, stanza numero sei. Con De Mita e i due vicesegretari Bodrato e Scotti, ci sono i due «proconsoli» Tabacci e Mattarella. il segretario organizzativo Cabras. i demitiani »doc-. Sanza e Gargani. i fanfaniani Darida e Bubbico. che assicura: -Stavolta non è una mattanza». Dei «vecchi», solo Fanfani attende nella sala della presidenza del congresso. Piccoli. Andreotti e Forlani non ci sono, quest'ultimo per una estrema cena di corrente. Donat-Cattin se n'è andato. Di tanto in tanto entra Gava. E questo corridoio semivuoto, immerso in un silenzio rotto appena da un brusio, somiglia a quello di un ospedale, con i medici in sala operatoria che tagliano, cuciono, aggiungono e depennano nomi. Il «chirurgo» De Mita viene fuori a mezzanotte e quaranta: «E'finita». Problemi? «No, tutto bene». Ma proprio niente? ../«somma to volete capire che in questo partito non si litiga più?». Sono saltati Degan e Pandolfi. membri uscenti del vecchio Consiglio nazionale. Con loro, esce Vittorino Colombo, già capo di una piccola corrente e ormai notabile della vecchia minoranza forlaniana. Giampaolo Cresci, una volta fra i più ascoltati consiglieri di Fanfani. non si ras¬ segna, cerca fino all'ultimo una via di salvezza. Ma sarà proprio Fanfani (a causa, sembra, del suo inserimento nelle liste della P2) a depennarlo, dopo due colloqui con De Mita, mettendo al posto suo un nome nuovo: Cesare Cursi. consigliere regionale del Lazio. Stessa sorte tocca a Franco Bonferroni. «indiziato., di massoneria: ed è inutile 1'«assoluzione» ottenuta dalla commissione del garanti. L'applicazione rigorosa del criterio regionale (non sono ammesse somme di voti congressuali su scala nazionale) costa il posto al vicedelegato giovanile Mauro Fabris, ex bisagliano. Insistono Bernini, capo della «fu-corrente», e Follini. già pupillo di Bisaglia. Protesta anche il delegato giovanile Renzo Lusetti. Inutilmente. Per ultimo, si depennano i nomi di Franco Salvi, uno dei «puri e duri» dell'area Zac. ma ormai lontano — spiegano — dalla politica attiva, del deputato Mario Segni, del senatore Giorgio Spitella. Viene il momento del «nuovi». Il segretario ha riservato per sé una quindicina di posti, un premio agli elementi più impegnati nella scommessa del rinnovamento. Posto d'onore, capolista dei «non parlamentari» all'ex presidente della Corte costituzionale Leopoldo Elia. Spazio al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando Cascio, al capogruppo uscente Vito Riggio. al vice-commissario della de palermitana Vittorio La Plaga: con Sergio Mattarella e Calogero Mannino (confermati) sono gli uomini che hanno agito, in Sicilia, sul fronte più difficile della moralizzazione del partito. Confermata pure Tina Anselmi. come ex presidente della Commissione P2 e per il contributo dato a ricucire lo «strappo» della sinistra. A Galloni, il «nemico pentito», il posto spettava: ma De Mita ha voluto assicurarsi personalmente della sua collocazione. E cosi per Lusetti, delegato giovanile e Giuseppe Tonutti, segretario amministrativo, entrambi membri uscenti di diritto, per i loro incarichi, del vecchio Consiglio, ed ora confermati come effettivi. „ „ Marcello Sorgi

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