La dolce vita del '700

La dolce vita del [700 La dolce vita del [700 Momento e occasione per sottolineare, alla vigilia della Rivoluzione francese, un confronto fra sistema monarchico e ideologie repubblicane, Carouge fu, tra tutto e oltre tutto, allettante palcoscenico di piaceri proibiti: una sorta di festoso vischio per attirare i ginevrini separati dalla nuova città da un piccolo fiume e da una grande filosofia di vita. Carouge vide, cosi, esplodere nel volgere d'un pugno d'anni, come ogni «colonia nascente», una settantina di alberghi con relative bettole, case da gioco e locali per il più prosaico dei divertimenti che portavano, specie dalla Savoia e dalla Francia, gruppi di prostitute. La nuova città voluta da Vittorio Amedeo III, cosi rigorosamente controllata dalla burocrazia di corte, trovò per parecchi anni in questa vocazione di «quartiere a luci rosse» creato ad uso e consumo soprattutto della benpensante Ginevra, un'occasione di cospicui introiti. «Carouge vive grazie ai vizi dei ginevrini», si sosteneva all'epoca guardando a questa spregiudicatezza morale il cui culmine fu raggiunto nella costruzione d'un teatro che offriva regolari spettacoli.

Persone citate: Savoia, Vittorio Amedeo Iii

Luoghi citati: Francia, Ginevra