I Tuareg da principi a reietti

I Tuareg# da principi a reietti L'Algeria caccia diecimila signori del deserto, già profughi della sete, in Niger e in Mali I Tuareg# da principi a reietti Tra il '63 e I'84 sono giunti nei centri di raccolta in 40 mila, in tre ondate - Fuggivano dalla siccità che decimava il bestiame e sovvertiva i confini delle zone d'influenza - Il traffico di generi alimentari sovvenzionati ha segnato la loro rovina - L'operazione scattata il 9 aprile: un lungo viaggio senz'acqua, tra privazioni e violenze - Algeri: erano in una posizione irregolare ALGERI — 77 poferno algerino ha ammesso di aver riportato circa diecimila cittadini del Niger e del Mali .in posizione irregolare, alle frontiere dei loro Paesi d'origine. Ha però smentito le notizie insistenti secondo le quali l'operazione è stata accompagnata da violenze e abusi. NOSTRO SERVIZIO ALGERI — .11 passato non torna.. Sembra un proverbio fatto per I Tuareg, i signori de! deserto che per oltre 600 anni hanno spadroneggiato nel Sahara e ormai ridotti a profughi che chiunque può taglieggiare e sfruttare liberamente. In un secolo dieci siccità li hanno colpiti, e ciascuna ha decimato 11 loro bestiame e ha spostato i confini delle zone d'influenza tacitamente riconosciute fra le tribù. Per loro, non c'erano possibilità di scampo, se non verso Nord, verso l'Algeria, Paese che, volente o nolente, li ha accolti a ondate successive. Ancora in gennaio e febbraio di quest'anno 84 famiglie — 359 persone — si erano poste sotto la protezione della Mezzaluna Rossa algerina nel campo di In Guezzam, alla frontiera con il Niger. Il totale dei profughi della fame in territorio algerino era salito cosi a 40.478 unità. I rifugiati sono suddivisi essenzialmente in due wilaya (dipartimenti) del Sud: quello di Adrar, dove il campo di Bordj Badji-Mokhtar, vicino alla frontiera con il Mali, ne ospita 12.672: quello di Tamanrasset, grande come la Francia, con i campi di Tin Zaouatine, anch'esso alla frontiera maliana, e appunto In Guezzam. Secondo i dati ufficiali forniti dalla Mezzaluna Rossa, i profughi censiti in questi due campi sono 27.730, ai quali occorre aggiungere i 476 che vivono a Djanet, verso la frontiera con la Libia. Tutti sono risaliti verso l'.oasi» algerina seguendo il ritmo delle punte più esasperate di siccità. La prima ondata arrivò nel 1963. la seconda nel '72, la terza dopo il settembre 1984. L'anno scorso il cielo è stato più clemente, in Niger e in Mali è piovuto. Le autorità algerine, la Mezzaluna Rossa, i responsabili del Pam (Programma alimentare mondiale) e le varie organizzazioni non governative che partecipano ai soccorsi ai rifugiati pensavano che si avviasse un movimento di ritorno spontaneo. Invece, nulla. I Tuareg sono continuati ad affluire nei campi. Da sempre ignorano le frontiere: Tamanrasset è diventata il principale centro d'attrazione, ma alcuni sono risaliti sino a Ghardaia. altri sono arrivati agli altipiani. Per anni i Tuareg, che quasi sempre non hanno documenti e sono quindi in una posizione irregolare, hanno formato nel Sud algerino un sottoproletariato molto richiesto dal datori di lavoro. A poco a poco hanno preso abitudini da sedentari; hanno incominciato a mandare i figli a scuola, a partecipare all'economia locale e a godere, come tutti gli algerini, dei benefici sociali previsti dal governo. Hanno assistenza medica e generi alimentari a prezzo sovvenzionato, come è norma nel Sud del Paese: semola (base dell'alimentazione), olio, zucchero, caffè e tè. di cui i Touareg sono grandi consumatori. • Privilegi» che in parte sono all'origine delle loro attuali disgrazie. C'era infatti qualcosa di più della tentazione di acquistare questi prodotti e rivenderli a prezzi anche elevati nel Mali e nel Niger, dove sono pressoché introvabili. Certi Touareg non vi hanno resistito. Semola e olio vengono acquistati in dinari algerini e rivenduti in valuta pregiata, perché Niger e Mali fanno parte dell'.area del franco.. I franchi C/a, essendo convertibili, son molto ricercati in Libia, do%e i trafficanti li convertono in elettrodomestici e videoregistratori, ambitissimi dagli algerini. I boss di questo traffico triangolare prosperano, al contrario dei piccoli calibri. Tutti, comunque, sono considerati un flagello dai responsabili della wilaya del Sud. che non riescono più a rifornire il mercato di Tamanrasset. La città, che si è espansa mostruosamente, avrebbe una popolazione di 35 mila, forse 50 mila abitanti: deve fare arrivare tutto dal Nord e manca terribilmente di acqua. Ne ha 700 metri cubi al giorno, mentre ne occorre rebbero alcune migliaia. L'espulsione dei Tuareg in .posizione irregolare., indubbiamente decisa da qualche tempo, è incominciata 11 9 aprile, e su grande scala. Quel giorno, secondo testimonianze concordanti, i grandi mercati della città errano stati ampiamente riforniti. I Touareg vi sono affluiti numerosi: tra 500 e mille sono stati presi in una retata e ammassati nel recinto del commissariato che si trova di fronte alle -Galeries». Era sera; per una crudele ironia della sorte, la stessa sera in cui, a una quarantina di chilometri dalla città, incominciava il grande raduno annuale di Der Moulay, dove tradizionalmente confluiscono le tribù Tuareg. L'«operazione delle Galeries. è continuata nei quartieri di Tahaggart. Qot elOued e Imechouane. dove vi sono forti concentrazioni di rifugiati -irregolari., poi si è estesa alle zone periferiche. Ancne molti non Tuareg hanno fatto le spese del rastrellamento: operai specializzati, autisti, tecnici, meccanici, elettricisti, tutti pagati in nero dagli imprenditori della zona. In un primo tempo sono stati presi soltanto gli uomini. A partire dalle dieci, camion appositamente requisiti — quasi tutti alla Societé nationale de transport routier — hanno incominciato a riportarli alla frontiera con il Mali, prevalentemente a Timaouine. 500 chilometri a Sud-Est di Tamanrasset. Poi è toccato a donne e bambini. Ci sono racconti di violenze, stupri, morti. Trentacinque persone sarebbero state uccise dalla sete nel tentativo di tornare a piedi dal confine. Alcuni testimoni assicurano che una Land Rover della polizia ha riportato a Taman¬ rasset sette cadaveri. La stampa locale non ha parlato di questi fatti, che sono difficilmente verificabili. I provvedimenti d'espulsione riguardano anche le regioni di Djanet, In Salali e Adrar. Si dice che i convogli di espulsi partiti da queste città fossero scortati da autocisterne e avessero un medico al seguito, mentre i Tuareg cacciati da Tamanrasset non hanno ricevuto cibo né acqua non soltanto durante la detenzione al commissariato, ma neppure durante il viaggio. I profughi riportati alla frontiera avrebbero ricevuto accoglienza migliore in Niger che nel Mali: le autorità di Bamako avrebbero rifiutato di far entrare quelli che non potevano dimostrare la loro nazionalità: e avrebbero poi finito per accettare i neri, che si presume siano mallani. Gli altri sono stati respinti e confinati in una no man's land senza acqua né cibo. L'atteggiamento poco ospitale del Mali dipenderebbe dal timore di veder tornare, con la massa degli espulsi, i Tuareg maliani che hanno seguito corsi d'addestramento in Libia. Secondo le nostre fonti, per rappresaglia contro le espulsioni uno di questi commando avrebbe sgozzato un branco di cammelli (le teste sono state ritrovate a Tamanrasset). poi attaccato un'impresa statale in città, uccidendo due impiegati. Da quattro a otto assalitori sarebbero stati catturati a po chi chilometri da Tamanrasset: avevano armi automatiche e indossavano tute mimetiche. Le espulsioni sarebbero cessate con l'avvicinarsi del ramadan, alla fine del quale i musulmani devono manifestare generosità. Ma i Tuareg del Sud algerino temono che l'operazione riprenda dopo la festa delMtd, che se gna la fine del mese sacro. Frédéric Fritscher Copyright <<Le Monde»» e per l'Italia «La Stampa» «jL'eskra Laghouat / ,. Ghardaia • V TouggouM Wmgid» «Hassi Wessaoud Agades. Soltanto donne, vecchi e bimbi in un accampamento tuareg perduto nella grande sete del Niger

Persone citate: Hassi, Mezzaluna, Mokhtar, Moulay