«Ho aiutato mia madre a morire» di Luciano Curino

«Ho aiutato mia madre a morire» «Ho aiutato mia madre a morire» Incomincia: 'Due ore prima che min madre si suicidasse mi decorsi che s'era truccata. Ne /tu sconvolta, ma non avrei dovuto esserlo. In ogni occasione min madre teneva a fare hellu figura. Tra nel suo side. Come fu nel suo siile morire in quel modo... Avrebbe preferito farlo da sola, senza aiuto. Ma aveva un motivo per chiederlo. E quando lo chiese, io glielo die di. Il male che la spinse a voler abbandonare la vita fu un cancro.:.". L'ultimo desiderio, che esce in questi giorni da Mondadori, c il libro di Betty Rollio clic ha commosso e traumalizzato l'America, l'ha divisa nei giudizi e nelle polemiche. I.a Rollin e una popolare giornalista televisiva, dice clic il suo campo e la Sofferenza Domestica. Quando sogliono un servizio su malattie, stupri, maltrattamenti e infelicità, la chiamano e lei corre con un'equipe, a girare un servizio che introduce un dibattito. E' donna che sa guardare la vita negli occhi c che chiama sempre le cose con il loro nome. Anni fa si ammalò di cancro al seno, guari, scrisse un libro sulla sua esperienza. Ora ha un'altra esperienza da raccontare: la vita con la madre settantacinquenne ag¬ gredita da un cancro alle ovaie. Ha un rapporto bellissimo con la madre: liliale e di amicizia. Dopo l'intervento chirurgico, l'accompagna all'ospedale per i trattamenti di chemioterapia, e sembrano personaggi del Hallo di famiglia di Leavitt. L'ammalata perde i capelli, è tormentata dalla nausea, altre sofferenze, smagrisce, senza più illusioni e coraggio. 'I.a inalatila l'aveva falla diventare così: una bambina silenziosa, docile e obbediente, soprattutto con suoi dottori e soprattutto in ospedale'. Un miglioramento, poi la ricaduta c altra chemioterapia. «E' il momento» La Rollili si ricorda di un'ammalata intervistata in uno dei suoi servizi: -Quando le domandai ionie aveva reagito al consiglio del medico che voleva continuare a sottoporla ullu chemioterapia sebbene ormai non servisse più a mollo, mi guardo negli occhi e ripetè che cosa gli aveva detto: "Al diavolo!". Mori un mese dopo, senza .soffrire-', li ora affronta il medico che ha in cura sua madre: ha senso sottoporla ad altri trattamenti? «Lei sa quanti) ha sofferto per la chemioterapia, l'ale la pena di farla soffrire ancora così'.' E' certo che la farà vivere più a lungo'.''. La risposta è impacciala: 'Di solilo loro si sentono un po' meglio dopo la chemioterapia i. Un calvario di oltre due anni e il peggio dovrà venire. Niente lascia fuori dal suo resoconto la Rollin: come in una cartella clinica scrive tutte le cose brutte e dolorose, umilianti e vergognose, del male che avanza. Dice l'ammalala: 'Son ha più senso. La mia vita è finita. // momento di andarmene... Perché non possono aurini una compressa per farla finita.'). Non possono. <■ Perché non possono''/. E' vielato dalla legge. «Non dovrebbe esserlo...'. Mamma, è davvero questo che vuoi: morire? 'Certo che voglio morire''. (La figlia si copri la faccia con le mani e pianse. Una parte del suo essere voleva che la madre morisse, un'altra parte non sopportava l'idea che morisse. «Entrambe le possibilità mi facevano ribrezzo, e mi faceva ribrezzo soprattutto sapere che erano entrambe terribili e non c'erano scelte»). L'interruttore è scattato: bisogna aiutare la mamma a morire. Quale farmaco per uccidersi? Ma nessun medico è disposto a darle consigli per un suicidio, rischiando di essere radiato dall'albo professionale o addirittura incriminato. Con il marito esamina diverse possibilità: l'arsenico, la pistola, i gas di scarico dell'auto, ma le scarta per una ragione o per l'altra, ili nostro problema è che siamo dilettanti. Cosa sappiamo dei sistemi per fare morire la genie.' Nulla», E' questa la parte più allucinante di un libro tremendo. Da Amsterdam Finché la Rollin ha da un'amica il nome di un medico che sta ad Amsterdam e che può aiutarla. Gli telefona e spiega il suo caso, il dottore risponde: i /:" un problema che hanno molti. Ricevo molle telefonate dagli Siati Uniti». Davvero? «Sì. Im medicina moderna ha fatto molto per prolungare la vita, ma il sistema legale non è ancora adeguato alle difficoltà che insorgono inevitabilmente tptando si costringe qualcano a i ìvere più a lungo di quanto vorrebbe >. Consiglia i farmaci per il suicidio, come procurarseli, quali le dosi, come somministrarli. Ora che la madre sa che c'è < una porta per uscire dalla prigione > c tutta eccitata. Prende tempo perché ci sono lame cose da pianificare, regolare faccende bancarie, pagare l'affilio per lutto il mese c altre cose. E viene il giorno del suicidio. La figlia e il genero vanno da lei e vedono che il suo volto è più luminoso, colorito. Si è truccata e dice che le dispiace una cosa: avrebbe voluto morire con i suoi capelli. -Spiegami ancora quel che ha detto il dottore di Amsterdam >. Cilicio spiegano e fa tutto con calma. «Rilassati. Non preoccuparli. Noi siamo qui>. dice la figlia. Il genero: • Fra poco li addormenterai serenamente. La figlia grida: 'Ti voglio bene, mamma! Ti voglio bene i. Mentre la madre passa dal sonno alla morie. Betty Rollin se ne va con il marito, perché il medico di Amsterdam le ha raccomandalo: -Lasci il palazzo, e si faccia vedere dal portiere. K torni il giorno dopo. O faceta in modo che il giorno Uopo la trovi qualcun altro. In caso di indagine, meglio se risulta che. a un cerio punto, nel periodo in cui sua madre potrebbe aver inghiottito le capsule, voi due non eravate presenti. Cosi sarà impossibile provare che non è stata sua madre a lare lutto. Capisce.''. Luciano Curino «L'ULTIMO DESIDERIO», IL LIBRO CHE HA COMMOSSO E DIVISO L'AMERICA

Persone citate: Betty Rollin, Betty Rollio, Leavitt, Mondadori

Luoghi citati: America, Amsterdam, Siati Uniti