E per difetto di citazione salta il processo dei vip di Vincenzo Tessandori

E per difetto di citazione salta il processo dei vip Firenze, capitali all'estero dalla banca Steinhauslin E per difetto di citazione salta il processo dei vip DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — L'aula barocca del tribunale è affollata soltanto di avvocati. In un angolo, silenzioso, attende un vigile urbano, Roberto Calamari: è interprete di inglese e francese e lo hanno convocato perché alcuni protagonisti di questo processo sono stranieri. Manca al contrario la maggior parte dei 97 imputati, si capisce subito che per l'aristocrazia e per molti personaggi del bel mondo non soltanto fiorentino coinvolti nel «processo Steinhauslin», ramo violazione delle norme valutarie, questa più che un'occasione di incontro mancata sembra un appuntamento evitato. Con voce monotona il presidente. Paolo De Lalla, fa l'appello. -Antinori Marsichi Lenzi Ilaria: libera, non comparsa, contumace-. Dice proprio Antinori spostando l'accento sulla «i». La contessa deve difendersi dall'accusa di aver spedito all'estero 145 milioni, il difensore, avvocato Raffaello Mori Pometti di Siena, informa che verrà a difendersi. Il presidente prosegue: «Piccolomint Clementina, libera, contumace: D'Orleans Claudia, libera, contumace; Di Savoia Aosta Amedeo, libero, contumace-. Al duca contestano di aver mandato oltre frontiera, attraverso la banca, 115 milioni. Ha disertato l'aula, mi dirà poi. -perché cosi mi avevano consigliato gli avvocati, considerato che era quasi certo un rinvio. Su questa storia non ho niente da dire e non per polemica: speriamo soltanto in bene e di esser giudicati per quello che ognuno ha realmente fatto-. Non ci sono Fabio e Gigliola Borgia, né Lucrezia Corsini, non si fanno vivi Ugolino Della Ghcrardesca, Maria Guicciardini Corsi Salviati, Stefano e Andrea Piccolomini Clementini Adami. Non c'è neppure l'antiquario Leonardo Lapiccirella. che in questa storia è accusato di aver trasferito un miliardo e mezzo e fini anche in carcere. Soprattutto è assente Jean Leon Steinhauslin. Era presidente della banca quando denunciò Guido Niccolai. socio di minoranza, per un ammanco di 40 miliardi. Quella denuncia ha provocato un terremoto e dato origine a tre processi: questo per l'esportazione complessiva di 12 miliardi; un altro per la «banca nella banca» creata dal disinvolto Niccolai; un terzo per una serie di presunte irregolarità su appalti assegnati dalla Sovrintendenza alle antichità. La citazione non è stata consegnata nelle mani di Steinhauslin. che per la legge è latitante, ma depositata al suo domicilio legale. Il tribunale, dopo quasi quattro ore di camera di consiglio, decide che il pubblico ministero ha commesso un errore, chiede una nuova citazione e blocca il processo. Il dottor Michele Polvani. rappresentante della pubblica accusa, commenta: -Questa decisione è contrastata dalla giurisprudenza delle sezioni riunite della Cassazione e quindi solleverò conflitto dinanzi alla corte, non manderò nessuna citazione nuova-. Il processo, rinviato al 3 ottobre, rischia cosi di rimaner soffocato prima ancora di vedere la luce. Un'udienza lunga, questa, che ha provato un po' tutti, anche l'anziana duchessa Franca Viviani della Robbia, che fu cognata del regista Luchino Visconti, accorsa in aula -per difendersi-. Se n'è andata delusa dopo una lunga inutile attesa. Presente anche l'allenatore di calcio Paolo Carosi. che quando era cliente della banca allenava la Fiorentina e oggi guida il Monza, che occupa una disperata posizione di classifica in serie B. • Prnoecupato? Più per la mia squadra che per la mia posizione-, assicura. Poi aggiunge: -Di tutta questa storia non sapevo assolutamente niente, sono cose die ha fatto Niccolai. Io fui interrogato tre anni fa. in seguito non ci ho più pensato. Sono qui perché ho la coscienza pulita». Presente anche Enzo Berner. allora presidente della Manetti & Roberts, e, al completo, i componenti dell'ufficio cambio della Steinhauslin. inizio Anni Ottanta. Mentre nell'aula il processo per la valuta rischia di arenaisi. al terzo piano, all'ufficio istruzione, l'inchiesta per la banca nella banca va avanti. Dice il giudice Stefano Campo: -Abbiamo ricostruito migliaia di operazioni bancarie, controllata ogni lira. Un lavoro cosi accurato credo che non sia stato fatto neppure per la vicenda del Banco Ambrosiano-. Il dottor Campo indica una grossa cartellina verde sulla scrivania: -Ecco, quello è l'ultimo rapporto della Guardia di Finanza-. La data è del 16 maggio. Prosegue il dottor Campo: «Ci siamo imbattuti in situazioni singolari, c'è gente che in questa vicenda ha voluto speculare, qualcuno anche per pochi milioni. Entro l'an- I no l'istruttoria sarà conclusa-. Poi ci sarà un altro prò- ; cesso che qui a Firenze aspettano in molti. Vincenzo Tessandori I

Luoghi citati: Firenze, Siena