Gorbaciov chiede a Gonzàlez di «fare pressioni» su Reagan di Emanuele Novazio

Gorbaciov chiede a Gonzàlez di «fare pressioni» su Reagan Il nuovo vertice Usa-Urss discusso nell'incontro al Cremlino Gorbaciov chiede a Gonzàlez di «fare pressioni» su Reagan Il leader sovietico: «Nessuna risposta alle nostre iniziative dopo Ginevra» - Un avvertimento per il Salt 2: «Se fosse disatteso, aumenterebbe la minaccia per la stabilità internazionale» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Gorbaclov • conferma il suo consenso ad un secondo vertice con il Presidente americano', ma «non vede segni di risposta alle iniziative avanzate dall'Unione Sovietica dopo l'incontro di Ginevra«: e, soprattutto, non scorge da parte americana • serie proposte per possibili risultati pratici al nuovo summit'. Nel lungo colloquio di ieri al Cremlino (cinque ore. un piccolo record di durata) il premier spagnolo Gonzàlez ha ricevuto da Gorbaciov un nuovo segnale per gli Stati Uniti, che l'agenzia Tass cosi ha riassunto in tarda serata. Come altre volte nel recente passato, il messaggio contiene accuse aspre all'amministrazione di Washington: «Molto, nel comportamento americano, è incompatibile con la morale della politica, peggiora l'atmosfera internazionale, accresce la tensione nelle relazioni tra Urss e Usa, e dimostra l'intenzione di voler raggiungere la superiorità militare''. Ma anche il messaggio consegnato a Gonzàlez privilegia la volontà di arrivare a un secondo vertice, entro la fine dell'anno. Il linguaggio è di chi non vuol rinunciare all'incontro perché ne ha bisogno; e insiste dunque nelle pressioni su Washington perché conceda qualcosa. Rispetto a quelli tenuti con l'industriale americano Armand Hammer. una settimana fa. i toni scelti ieri da Gorbaclov per parlare del nuovo summit sono forse più minacciosi. Per la prima volta, il Segretario generale lancia un avvertimento a Reagan sul trattato Salt 2 («se fosse disatteso, la sfiducia crescerebbe in progressione geometrica e minaccerebbe ancor di più la stabilità internazionale'). Ma il senso generale resta lo stesso: Mosca vuole il vertice numero due. e bisogna dunque .migfiorare l'atmosfera', bisogna arrivare a un accordo sul disarmo, per riempirlo di contenuti e renderlo possibile. Gorbaclov ha parlato a Gonzàlez in quanto alleato di Washington (due mesi fa la Spagna ha detto si alla Nato, con un referendum). Ma gli ha parlato anche in quanto uomo di Stato europeo: le pressioni per il disarmo e un nuovo vertice non erano rivolte soltanto agli Stati Uniti; erano dirette anche all'Europa: perché mediti sulle •proposte di pace- sovietiche. le contrapponga all'«irresponsabilità' di Washington, e prema, a sua volta, su Reagan. Gonzàlez è il primo capo di governo spagnolo a varcare la soglia del Cremlino. Con il suo viaggio, ha aperto una pagina nuova nei rapporti tra Mosca e Madrid: la visita di re Juan Carlos, nell'84, aveva avuto soprattutto un valore simbolico. U viaggio di Gonzàlez ha dato vigore a quel simbolo, lo ha riempito di contenuti. Contenuti politici, prima di tutto: con la riaffermazione ufficiale, non priva di solennità, che i rapporti con la Spagna del socialista Gonzàlez. Paese occi¬ dentale e aderente alla Nato, sono ormai del tutto normali, e «distesi, (la Pravda di ieri mattina ha riportato integralmente 11 testo del discorso letto la sera precedente dal premier spagnolo al banchetto in suo onore: anche il passo In cui alludeva alla «promoirione dei diritti umani', che «non va interpretata come un'interferenza negli affari interni di un altro Paese»). E contenuti economici: al seguito di Gonzàlez c'era il ministro Carlos Solchaga, responsabile di economia, finanze e commercio, Insieme con una trentina di banchieri e uomini d'affari. Emanuele Novazio

Persone citate: Armand Hammer, Carlos Solchaga, Gorbaciov, Juan Carlos, Reagan