Parla il Khomeini del Sudan di Jean Gueyras

Paria il Khomeini del Sudan Khartum a una svolta, il movimento islamico sfida il governo Paria il Khomeini del Sudan «Non sono stato il solo a appoggiare Nimeiri», dice Tourabi, guida suprema degli integralisti musulmani - «E Paese dovrà imparare a convivere con la Sharia: amputazioni, flagellazione, lapidazione per chi viola la legge coranica» - «Non appoggiamo i colpi di Stato militari ma la situazione della nostra economia ci preoccupa» NOSTRO SERVIZIO KHARTUM — A Hassan El Tourabi. guida suprema del Fratelli Musulmani e capo del Fronte nazionale islamico, piace conversare con i giornalisti stranieri. Li seduce con i suoi discorsi franchi, qualche volta brutali, e con le sue formule granitiche. Oggi, egli è uno dei pochi uomini politici di Khartum che possano dedicare del tempo ai rappresentanti della stampa internazionale. Escluso dal governo di Sadek El Mahdi, non partecipa direttamente alla maratona politica cominciata due settimane fa tra i dirigenti dell'Umma e del Partito democratico unionista (Udp) per la formazione dell'esecutivo. Il capo dei Fratelli Musulmani, che è riuscito a portare in Parlamento 51 esponenti del suo movimento, è considerato uno dei simboli dell'era Nimeiri. «Non è vero, io non sono il solo ad aver collaborato con il regime di Nimeiri-, replica con un sorriso malizioso, accarezzandosi la barba. •// nuovo capo dello Stato, che l'Assemblea ha eletto in modo così brillante, Ahmed Ali El Mirghani, è stato /ino alla fine membro del partito unico fondato dall'ex capo dello Stato e lo stesso Sadek El Mahdi ha fatto parte dell'ufficio politico dello stesso partito, seppure per un breve periodo». Ma su questo Tourabi non insiste più di tanto. Egli sa di essere stato uno dei principali sostenitori del presidente deposto, dapprima come procuratore generale, successivamente come ministro, infine come consigliere personale. E riconosce anche ciò che tutti sanno, da almeno tre anni: che i Fratelli Musulmani erano disposti a assumere la difesa del regime ogni volta che questo era minacciato. Ma aggiunge subito: -Noi ab¬ biamo sempre mantenuto la nostra indipendenza. Il presidente Nimeiri s'è sbarazzato di noi tre settimane prima della sua caduta convinto, sulla base di informazioni fornitegli dai servizi di sicurezza, che noi fossimo sul punto di rovesciarlo-. Volevate far questo? -Afobi/trammo le nostre forze, ma non pensammo al tradimento mentre eravamo al potere. E' contro le nostre abitudini. Accettammo di separarci da lui per combatterlo apertamente dall'esterno. Ma prima decidemmo di attendere fino a che la Sharia (la Legge islamica) fosse fermamente impiantata nel Paese-. Hassan El Tourabi è, 0 pretende di essere, convinto che la Sharia sia ormai -fermamente impiantata- nel Sudan e che nulla e nessuno oserà chiedere la sua abrogazione. -La gente deve abituarsi a convivere con essa-, dice, sottolineando che negli incontri avuti l'altro lunedi con Sadek El Mahdi. leader dell'Umma. e con Mirghani, capo dell'Udp. s'è raggiunta un'intesa di massima sulla necessità di non abrogare la Sliaria finché non sarà pronta una nuova legislazione islamica preparata da un gruppo di giuristi e di dottori della legge. Tourabi ritiene comunque che questa nuova versione dovrebbe senz'altro comprendere la sua -cornice, di sanzioni penali islamiche (amputazioni, flagellazione, lapidazione, ecc.). -Sta scritto, nero su bianco, nel Corano e niente può contestare tale verità. Su questo non si può discutere. D'altra parte, Sadek El Mahdi. che è un uomo di fede, non contesta questo punto, ma sostiene semplicemente che la legge deve definire chiaramente da quale grado un furto costituisca un reato punibile con l'amputazione-. Per meglio convincere i suoi interlocutori del fatto che le sanzioni islamiche -rappresentano ormai nel Sudan un fattore irreversibile-. Tourabi ricorda che anche dopo la rivoluzione d'aprile, che ha messo fine al regime di Nimeiri. i giudici hanno continuato e continuano a pronunciare condanne all'amputazione che tuttavia per ragioni di Stato non vengono applicale. E ricorda che le sentenze di flagellazione previste per punire coloro che sono sorpresi a bere alcolici sono esecutive -ma con molto più ritardo che nel passato-. La guida dei Fratelli Musulmani afferma di non capire coloro che gli ricordano come certi aspetti delle sanzioni non facciano più parte della nostra epoca e suscitino in Occidente la spiacevole impressione che i sudanesi avrebbero interesse a dissipare. Ammette che l'amputazione non e una bella cosa da vedere e. candidamente, ri- corda che lui stesso è svenuto quando per la prima volta ha assistito, nella prigione di Kobar. all'amputazione di una mano. -Non sopporto la vista del sangue — dice, come per scusarsi — ma le amputazioni ci saranno sempre-. Dunque, per Tourbai. non è la Sharia, sulla quale in Sudan c'è un vasto consenso, che ha impedito l'ingresso dei Fratelli Musulmani nel governo. Ma piuttosto Y-appetito insaziabile- dei membri dell'Umma e dell'Udp. -che desiderano aver il maggior numero di posti possibili per dividerli tra i loro amici-. E. senza grande convezione e come per consolarsi, aggiunge: -Noi non abbiamo alcun interesse a partecipare al governo. Per noi, la migliore soluzione è stare all'opposizione. I nostri aderenti sono tutti giovani, politicamente coscienti e molto critici verso i governanti in carica. E poi, chi desidera partecipare al governo di un Paese la cui è economia è sull'orlo della catastrofe?-. E aggiunge: -Io non sono molto ottimista sul futuro della coalizione che sta per nascere-. Crede nella possibilità di un nuovo colpo di Stato militare se la situazione politica e economica continuerà a peggiorare? Risponde senza esitare. -Nessuno conti su di noi. Ma se la coalizione attuale non riuscirà a risolvere i problemi economici del Paese, le frustrazioni aumenteranno. Se il governo diventerà instabile, i pericoli aumenteranno. Non sarei allora sorpreso se qualche ufficiale avventurista approntasse della situazione per tentare di salvare il Paese. Faremo del nostro meglio per evitare una tale eventualità. Ma non possiamo garantire di farcela-. Jean Gueyras (op>riRht ,Le Mondi-" e per l'Italia -I-a Stampi"

Persone citate: Ahmed Ali, Hassan El Tourabi, Khomeini, Paese

Luoghi citati: Italia, Sadek El Mahdi, Sudan