Il «Cielo» di Cacciapaglia, niente trama ed emozioni

D «Cielo» di Cacciapaglia, niente trama ed emozioni L'opera ha debuttato a Prato (tournée l'anno prossimo): in 4 lingue i testi che accompagnano le musiche D «Cielo» di Cacciapaglia, niente trama ed emozioni PRATO — L'oggetto misterioso di Roberto Cacciapaglia non è più un segreto. La sua opera Generazioni del cielo, in due tempi e dodici quadri, ha debuttato in prima mondiale al Teatro Metastasio di Prato, provocando reazioni molto diverse. Nel complesso il pubblico, composto essenzialmente di invitati, sembra aver gradito le emozioni musicali e canore dell'opera, ma alcuni hanno sottolineato -l'intrinseca fragilità- del lavoro di Cacciapaglia. Claudio Martelli, vicesegretario socialista e amico dell'autore, presente alla prima, ha pronunciato parole di aperto elogio: -Questo lavoro mi ha appassionato, è musica unica, totale. E' un inno alla natura e alle speranze delle generazioni future-. Più asciutto il commento del sindaco di Firenze (ed ex-direttore dell'Opera di Parigi) Massimo Bogianckino: -Si tratta di una concezione particolare del teatro die tende ad una elementarità di espressione. Però la mancanza di tecnica descrittiva, presente invece in teatranti come Bob Wilson, provoca spesso un senso di smarrimento-. Chi sì aspettava qualche straordinaria invenzione da parte di Cacciapaglia, trentunenne autore, fra l'altro, di musica leggera e Jingle per sigle e spot televisivi, è rimasto deluso. Chi invece ha accettato di ascoltare le musiche gradevolissime e il canto dei bravi Giuseppe Zambon, Sara Stowe, Diana Rama e Susan Schepls (talvolta poco intellegibili per il predominio acustico dell'orchestra), ha forse potuto trovare alcune delle emozioni promesse dall'autore e destinate essenzialmente ad un pubblico giovane. Nell'opera non esiste trama. Le musiche e i testi in quattro lingue (italiano, francese, inglese e tedesco) di Giada Manca di Villahermosa hanno solo 11 compito di trasmettere sensazioni. Un esempio? La canzone Incanto dell'arcobaleno è composta di queste poche parole: «Red, block, blue, white, green*. Gli unici punti di riferimento, quindi, restano le scene elaborate dall'architetto Massimo Scolari: nel primo tempo un cielo dal quale emer¬ gono due pianeti, mentre da un lato incombe una struttura in legno, l'Arca; nel secondo tempo l'interno dell'arca. In questi spazi i cantanti si muovono appena, affidando alla voce il messaggio degli autori. L'orchestra era la Carme diretta da Oscar Meana, al piantone Michele Fedrigotti, regia di Claudio Amati. La produzione è del Cabaret Voltaire di Torino, con la collaborazione della Fonit-Cetra per la cui etichetta viene incisa l'opera. Generazione del cielo sarà in tournée nella prossima stagione teatrale. Provvisoriamente sono previste tappe a Milano, a Roma, Torino e forse Madrid e New York. t. m.

Luoghi citati: Firenze, Madrid, Milano, New York, Parigi, Prato, Roma, Torino