La Cia: «Processate i giornali»

La €ia: «Processate i giornali » La €ia: «Processate i giornali » DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Cinque dei più celebri giornali americani, tre quotidiani e due riviste, rischiano di finire sotto processo per violazione di segreto di Stato. Il direttore della Cia, William Casey, ha chiesto al sottosegretario alla Giustizia, Lowell Jensen. di incriminarli in base a una legge del 1950. A suo parere, i cinque giornali hanno commesso un reato penale svelando come la Nsa, la National Security Agency, intercettò i messaggi cifrati di Tripoli all'ambasciata libica a Berlino Est sull'attentato alla discoteca La Belle, che provocò il bombardamento americano di Tripoli e di Bengasi. I tre quotidiani sono il Washington Post, il Washington Times e il New York Times, le due riviste sono Newsweek e Time. La legge del 1950 stabilisce un massimo di 10 anni di carcere e di 10 mila dollari di multa per chi •scientemente e volutamente* rende pubbliche informazioni riservate •sui codici cifrati o i sistemi di comunicazione dei servizi segreti degli Stati Uniti o di altri Paesi*. Chiamata con le sigle «Com.int.», da «Communications /or intelligence*, la legge è stata finora apllicata solo contro le spie, ma con una clamorosa eccezione: quella di un ex agente, Loring Morison, che la primavera scorsa forni a una rivista inglese specializzata tre fotografie di missili sovietici scattate dai satelliti della Nsa. Morrison lo fece con un intento patriottico, cioè per dimostrare che l'Urss viola i trattati sul disarmo, ma è lo stesso sotto processo. Il sottosegretario alla Giustizia Jensen non ha ancora risposto al direttore della Cia. e non è escluso che rifiuti di adire a vie legali contro i cinque giornali. Ma la vicenda ha destato enorme scalpore, perché s'inquandra in un clima di «caccia alle streghe» creato dagli esponenti più conservatori del reaganlsmo. • E' l'altra faccia della meda glia del tentativo di imporre la macchina della verità a buona parte dei funzionari del Pentagono e del Dipartimento di Stato — ha osservato lo storico Arthur Schlesinger — per impedire fughe di notizie... Questo governo ama le forme striscianti di censura*. Nonostante la minaccia del segretario di Stato Shultz di dimettersi, la macchina della verità viene usata sempre più spesso. Il braccio di ferro tra l'amministrazione e gli organi di informazione sul segreto di Stato è stato aggravato da Reagan. Il Presidente considera quasi un tradimento episodi come quelli denunciati da Casey, e si è detto •indignato* che la televisione Nbc abbia trasmesso l'altro giorno un'intervista col dirottatore della Achille Lauro, Abu Abbas («fa Nbc si è resa complice dei terroristi* ha dichiarato al Senato il direttore dell'antiterrorismo del Dipartimento di Stato Oakley). Il ministro della Giustizia Meese la pensa come lui: se 1 cinque giornali non verranno processati sarà probabilmente per evitare una pubblicità negativa a Reagan. maestro dei mezzi di comunicazione di massa. L'unica delle cinque testate convocata direttamente dalla Cia è stato il Washington Post. Il quotidiano intende pubblicare un articolo su un americano arrestato per spionaggio a favore di Israele, Ronald Pelton, -con importanti retroscena*. Il direttore della Cia Casey ha convocato il numero uno e 11 numero due del giornale, Benjamin Bradlee e Léonard Downie. e 11 ha diffidati dal farlo, rinfacciando loro le presunte passate violazioni della legge. Al Washington Post si ritiene che sia un tentativo di intimidazione, o di censura preventiva. Pubblicando una breve cronaca dell'incontro, il Washington Post ha riferito questa frase di Casey: •Non intendo minacciarvi ma se pubblicherete questo articolo insisterò perché vi processino*. Per avere svelato come furono decifrati i messaggi libici a Berlino

Luoghi citati: Bengasi, Berlino, Berlino Est, Israele, Stati Uniti, Tripoli, Urss, Washington