Shultz a Seul non riceve i leader dell'opposizione

Shultz a Seul non riceve / leader dell'opposizione Il segretario di Stato: «Qui non ci sarà una Manila» Shultz a Seul non riceve / leader dell'opposizione DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Gli Stati Uniti non vogliono che in Corea si ripetano le recenti vicende delle Filippine, e che il presidente Chun Doo Hwan faccia la fine di Marcos. Vogliono invece una graduale e pacifica transizione a un regime democratico, che incominci adesso con una riforma costituzionale e si concluda nell'88 con libere elezioni. Questo, nella sostanza, il messaggio di Reagan portato ieri a Seul da! segretario di Stato Shultz, reduce dalla Conferenza delle sette nazioni più industrializzate a Tokyo. Il capo della diplomazia Usa, solitamente molto sfumato, lo ha riassunto questa volta in maniera persino rozza, rifiutando di ricevere i leader dell'opposizione. Shultz si è fermato a Seul solo 24 ore, e stamane riparte per Manila, per incontrare Corazon Aquino (sari il secondo ministro del governo Reagan a farlo: il primo è stato quello della Difesa Weinberger, in aprile). Ha giustificato il suo no a un dialogo coi dissidenti sostenendo che essi *non sono capi di partito*, e che il suo compito è 'raccogliere pareri quanto più diversificati possibile nell'arco costituzionale*. Il segretario di Stato ha sottolineato di avere incontrato, ad esempio, il leader dei «Democratici per una nuova Corea», Lee Min Woo. Con il suo pubblico appoggio al presidente Chun e la sua pubblica critica all'opposizione militante, Shultz ha voluto chiarire subito che la stabilità della Corea ha la precedenza su qualsiasi altra cosa. Il segretario di Stato ha elogiato il regime: 'Primo, la sua economia ha un successo straordinario, quasi senza paragone nel mondo. Secondo, la minaccia comunista ai confini è grave*, ma il governo ~la contiene con abilità, facendo uno splendido lavoro. \ Terzo, il presidente Chun ha • promesso il passaggio dei poI teri, e si sta muovendo in quej sta direzione*. In privato, tuttavia. Shultz ! ha esercitato forti pressioni i sugli ospiti perché venga rij spettata la tabella di marcia | verso la democrazia, esortando i partiti dell'opposizione i alla moderazione, e incitando ; il governo alle riforme. La lo: gica di questo comportamenj lo è chiara: gli Usa hanno oli tre 40 mila soldati in Corea, e temono che torbidi interni facciano crollare questo bastione militare contro il comunismo. Nelle Filippine la caduta di Marcos non ha alterato i rapporti di forza con la guerriglia marxista, né messo in pericolo i 15 mila soldati americani, ma una rivoluzione in Corea, per quanto incruenta, scatenerebbe una crisi. e. c.

Persone citate: Chun, Chun Doo Hwan, Reagan, Shultz, Weinberger