Visentini: al calcio nemmeno una lira di Ezio Mauro

Visentin!i al calcio nemmeno una lira «Prima si eliminino le irregolarità, poi parleremo della richiesta di 250 miliardi» Visentin!i al calcio nemmeno una lira ROMA — Entrato alla Camera in fiduciosa attesa, presentando con una mano V. suo piano decennale di risanamento, per chiedere con l'altra 250 miliardi necessari a coprire il buco della sua gestione, il mondo del calcio professionistico si è sentito dire ieri dal ministro delle Finanze Bruno Visentini che non avrà nemmeno una lira dallo Stato se prima non farà davvero piazza pulita di tutte le irregolarità gravissime di questi anni. -Dal punto di vista fiscale e tributario — ha annunciato Visentini — non si potrà avviare alcuna iniziativa finché non si sia messo ordine nel settore, in particolare per quel che riguarda la veridicità dei bilanci, le tangenti, le pendenze con la giustizia-. Visentini contro il calcio? .Figuriamoci — ci ha spiegato il ministro —: semplicemente, io sono contro i reati e linquinamento che hanno attraversato il mondo del calcio. Può darsi che le società professionistiche abbiano bisogno di una somma per sanare un deficit del passato: se ne può discutere. Ma quella somma non può servire a coprire magagne, altrimenti lo Stato si trasformerebbe in un complice. E invece la richiesta, sotto sotto, è proprio questa: lo Stato ci aiuti a mettere un coperchio su quel che è successo, perché certe storture non si vedano più. Io rispondo di no: le porcherie saltino fuori, poi si vedrà.. Una linea rigorista, che chiede chiarezza sul passato e non solo sul futuro al mondo in crisi del football, una linea che rischia di seminare il panico in un sistema economico e finanziario come quello calcistico che si sente l'acqua alla gola. La prova è proprio nelle note aggiuntive del piano di risanamento delle società sportive, che era in discussione ieri alla commissione Interni della Camera. Al 30 giugno di quest'anno, secondo il documento, il .buco, delle 144 società calcistiche professionistiche era di 250 miliardi. In particolare il .patrimonio» giocatori (cioè il costo pluriennale per l'utilizzo delle prestazioni sportive al netto degli ammorta¬ menti) è di 190 miliardi per la serie A. 85 per la B e 85 per le serie C-l e C-2. per un totale di 360 miliardi. I mezzi propri (capitale più finanziamento dirigenti al netto delle perdite) delle 144 società professionistiche ammontano a 119 miliardi, divisi tra gli 82 della serie A. i 25 della B. e i 12 di C-l e C-2. Davanti a questo stato di cose, con spese allegre, ingaggi-monstre, calcio-scommesse che ritorna a colpire. Coni e Figc (la Federazione calcistica) hanno predisposto nel piano di risanamento una serie di norme di gestione capaci di assicurare fin dal 1986-87 l'equilibrio tra entrate e uscite. Le norme prevedono la ricostituzione dei mezzi patrimoniali delle società con finanziamenti a fondo perduto da parte dei soci, l'accantonamento degli ammortamenti sul cosiddetto • patrimonio giocatori», uno stretto vincolo patrimoniale e finanziario prima di consentire nuovi investimenti, un tetto alle retribuzioni per i calciatori sulla base di un rapporto percentuale sui ricavi. La Figc assicura che tutto questo basterà per garantire gestioni -sane ed equilibrategià a partire dal prossimo campionato. Ma avverte che all'interno del mondo calcistico non sono reperibili le risorse per coprire il deficit ac¬ cumulato fino ad oggi. Quindi -bisogna ricorrere a mezzi finanziari esterni., cioè alla destinazione per dieci anni al Coni e alia Figc dell'aliquota dell'1.50 per cento sull'incasso lordo del Totocalcio. Il ministro del Turismo e Spettacolo. Lelio Lagorio, ha giudicato ieri il piano di risanamento -interessante e nuovo., promettendo una risposta. Il ministro delle Finanze non ne vuole per ora nemmeno parlare. -Io sono rimasto molto stupito mesi fa — ha detto ieri in commissione —, quando il presidente del Coni, Curraro, in un incontro con me iniziò a parlare premettendo di conoscere bene le gravi irregolarità e scorrettezze che affliggono il mondo del calcio-. -Più che dal deficit — ci ha confermato ieri sera Visentini — io sono spaventato dalle con-"Moni in cui si è creato. Voglio capire perché, di chi è la colpa, come si potrà fare perché non succeda più. Poi, potremo cominciare a parlare dei soldi dello Stato al calcio, non prima-. Ezio Mauro

Persone citate: Bruno Visentini, Lelio Lagorio, Visentin, Visentini

Luoghi citati: Roma