Ritornano Abacuc e i «neo-futuristi»

Ritornano Abacuc e i «neo-futuristi» ARTE IN GALLERIA Ritornano Abacuc e i «neo-futuristi» Nino Aimone, torinese (n. 1932), dal '68 insegnante all'Accademia Albertina, ricompare alla «Stamperia del Borgo» (piazza Gran Madre di Dio 14) con una mostra di incisioni. Sono pagine, tavole — in sostanza «opere» — molto belle: intanto per l'indiscutibile rigore d'una tecnica incisorìa a sua maniera complessa, giocata com'è tra segno e colore (sia pur di fondo), poi per il perfetto illusionismo spaziale offerto dai suoi schemi reticolari: essi costituiscono l'astratta struttura in grado di captare il vibrante luminismo pittorico proprio di quella musiva idea grafica che costituisce l'autentica «natura» dei suoi lavori. Silvano Gilardi — i; Abacuc dall'atmosferico realismo magico ritorna da «Davico» (Galleria Subalpina) dopo essersi lasciato alle spalle le catene alpine uscite dalla sua mente di visionario. Ora sembra preso neppur tanto da una realtà in posa tutta di frutta e fiori, quanto dalle metafore che si traducono visivamente in «nature silenti», dal momento che nulla è realmente più lontano dai modelli cui il pittore può aver guardato, di queste porcellanose superfici cromatiche the pur avendo le loro ascendenze nella produzione, ad esempio, d'un Monfort, ne oltrepassano gli esiti per raggiungere le sedi d'una iperuranica bellezza dove anche l'artificio supremo di quella luce che tutto amalgama assume un valore di verità. Enzo Benedetto è il Futurista di turno riproposto dalla gallerìa «Narciso» (piazza Carlo Felice 18) che di questi recuperi neo-futuristi s'è fatta quasi una specialità. L'oggi ultraottuagernario Benedetto, calabrese di Reggio, è stato pittore e pubblicista, nonché progettista grafico-pubblicitario, ma al tempo stesso fondatore di periodici d'avanguardia: di «Originalità» nel '24, poi del mensile «Arte viva» (1950) ed infine (1967) di «Futurismo-oggi», con una tecnicamente apprezzabile produzione polimaterica d'ispirazione prampoliniana che ne fa il testimone (bisogna pur dirlo, anacronistico) d'un Futurismo «che continua», avendo scambiato l'inerzia per velocità. Egidio Bonfante: primavera a Venezia (da Fornasetti, via Amendola 14), con un modo tutto suo di interpretarne lo splendore architettonico. Son subito, infatti, facciate di chiese e palazzi famosi, tra un Ponte dei sospiri e un Fondaco dei Turchi, una pittura ben tassellata tono su tono impreziosita a volte da collages; o fissate nel chiaroscurato segno d'una puntasecca ripresa con qualche felice sottolineatura ad acquerello. an. dra.

Persone citate: Davico, Egidio Bonfante, Enzo Benedetto, Fornasetti, Nino Aimone, Silvano Gilardi, Turchi

Luoghi citati: Reggio, Venezia