Meno radioattività nelle ultime 24 ore

Meno radioattività nelle ultime 24 ore Meno radioattività nelle ultime 24 ore «Un litro d'acqua piovana emetteva, ieri, una dose di radiazioni pari a un centesimo di quella somministrata a un bambino per l'esame della tiroide». Lo afferma il prof. Cottinò, responsabile del servizio di medicina nucleare dell'ospedale Mauriziano. Le analisi condotte in questi giorni dicono inoltre che, nell'arco delle ultime 24 ore, la radioattività nell'atmosfera si è quasi dimezzata, attestandosi su un valore 4-5 volte superiore a quella di fondo (o naturale). Al contrario, è in leggero aumento il contenuto di iodio radioattivo nel latte (1,5 volte quello naturale). Questo elemento è il più pericoloso, sia perché è in concentrazione maggiore di altri isotopi radioattivi, sia perche di «alto interesse biologico», in quanto si fissa nella tiroide. Secondo gli esperti, tuttavia, si tratta di .una quantità molto modesta, che andrebbe moltiplicata 100-200 volte per raggiungere effetti dannosi nel tempo, mille volte per danni immediati alla salute». Nei prossimi giorni, a causa soprattutto della pioggia che abbatte le polveri prima di una loro dispersione provocata dalle correnti aeree, vi sarà una maggiore concentrazione di radioattività nel terreno. «Ma neppure allora si correrà un vero e proprio pericolo, infatti le emissioni si dimezzano nel giro di 8 giorni». La prefettura non ha ritenuto necessario ricorrere alla precettazione, si è limitata a diramare l'ordinanza del ministro della Sanità su vendita e consumo di cibi e bevande contaminate (l'inosservanza può essere punita con l'arresto fino a tre mesi). La Regione ha raccomandato la massima -disponibilità» al personale dei reparti di medicina nucleare delle Molinette e del Mauriziano, per fare fronte a tutte le richieste, in particolare dei viaggiatori che rientrano da zone sospette. Gli ospedali si sono sbarazzati dei bidoni di latte fresco e hanno ordinato casse di scatole a lunga conservazione, analogamente a quanto è accaduto per le verdure crude (i già poveri menù degli ammalati non ne hanno certo tratto vantaggio). Alle Molinette, come al Maria Vittoria, si ricorre alla verdura surgelata, «in dotazione» per i periodi difficili, fagiolini, piselli, cavolfiori. All'Astanteria Martini si preferisce utilizzare ortaggi in libera vendita, carote e zucchini. Un posto d'onore è riservato alla purea di patate, piatto forte di tutti gli ospedali. «Noi — protesta un infermiere del Cto — non ci accorgiamo delle restrizioni. Dal gusto, sembra tutto e sempre surgelato, la purea pare fatta con la farina». Disagi, infine, per i neonati, sia nei nidi sia a casa, perché possono presentare intolleranza nei confronti del latte conservato. In tale caso, è bene rivolgersi a un medico.