Laici al bivio: lievito o nave trionfante

Laici al bivio: lievito o nave trionfante Laici al bivio: lievito o nave trionfante (Due concezioni diverse di essere Chiesa nel mondo - La crisi del passaggio dal vecchio al nuovo) Per gentile concessione, pubblichiamo un Intervento di padre Bartolomeo Sorge sull'assemblea dell'Azione Cattolica che comparirà sul prossimo numero del periodico palermitano «Universitas». Quanto è avvenuto in occasione della recente assemblea nazionale dell'Azione Cattolica non si può considerare semplicemente un incidente di percorso nel lungo cammino della maggiore associazione ecclesiale. Il disagio e la sofferenza che hanno accompagnato il travagliato incontro romano hanno messo in luce un problema ben più profondo, e ripropongono ora alla coscienza dell'intera Chiesa italiana alcuni interrogativi che da qualche tempo affliggono la vita della nostra comunità cristiana. *** Diversamente da quanto comunemente si ritiene, l'origine delle difficoltà presenti non va ricercata nel richiame insistente del Papa a una maggiore ('presenza sociale» dei cattolici in Italia: Cristo stesso ha voluto che la sua Chiesa fosse presente e visibile come "una città posta sul monte», come «una lucerna accesa» sul candelabro. 11 problema invece nasce dopo, a valle — o, se si preferisce, nella base della Chiesa italiana —. dal modo diverso con cui gli uni e gli altri intendono realizzare questa necessa ria cpresenza sociale» nella società pluralistica e seccia rizzata del nostro Paese. La diversità delle sensibilità cui turali'e delle rispettive posi Zióni'éìaté'che ormai si suole parlare (con linguaggio, per la verità, del tutto improprio) di «due anime» della Chiesa italiana. Il caso dell'Azione Cattoli ca dunque acquista il suo vero significato solo se si legge all'interno di questa prospettiva più ampia. Il 12 apriic '986 si è tenuto a Bologna l'ottavo convegno sul magistero pontificio di Giovanni Paolo II: una iniziativa promossa da persone movimenti che incarnano un primo modo di intendere la cpresenza sociale», e costituiscono una minoranza molto attiva nella base della Chiesa italiana. L'immagine, a cui si è fatto ricorso per spiegare il «come» della «presenza sociale» della Chiesa nell'Italia di oggi, è stata quella (cara a sant'Ambrogio) della nave che attraversa il mondo come un mare, contrastata dalle onde e dai marosi, combattuta dai turbini e dalle tempeste. «Nessuno — è stato autorevolmente affermato durante l'incontro bolognese — si metta in testa di aver comprensione dei turbini, dei gorghi e delle mugghiami collere, diventando allealo della bufera o, peggio, si ponga a teorizzare che la nave deve essere aperta a tutti i flutti perchè sono anche loro creature di Dio». Le regole della navigazione sono altre e ben precise per la Chiesa: «Al capitano si obbedisce; con gli uragani si lotta; i venti del mondo si adoperano per procedere più speditamente verso la meta, facendo però attenzione a non farsene distogliere; ì pesci si pescano e si portano a casa • (Osservatore romano 13 aprile 1986, pagi na 8). Il 26 aprile 1986, quindici giorni più tardi, il presidente 'uscente,* ^professor Alberto Mònticone, conclùdeva il di battito della sesta assemblea nazionale dell'Azione Cattolica ribadendo, invece, l'imma^ gine di una Chiesa «sale della Terra e pellegrina nella sto ria del mondo, che condivide la strada, i problemi e le speranze degli uomini. In quest'altro modo di intendere la «presenza sociale» si ritrova, con l'Azione Cattolica, la maggioranza della base della Chiesa italiana che, sotto la guida paziente e coraggiosa di coloro che lo Spirito ha posto a reggere la Chiesa, ha realizzato negli ultimi due decenni un impegnativo cammino di rinnovamento postconciliare, verificato comunitariamente nei due grandi appuntamenti ecclesiali di Roma (1976) c di Loreto (1985). Nella sua replica, il professor Mònticone ha evitato di addentrarsi in particolari e in distinzioni e ha preferito limitarsi significativamente a richiamare in breve alcuni principi fondamentali, posti dal Concilio. Si legge, infatti, nella Gaudium et spes: «La Chiesa cammina insieme con l'umanità tutta e sperimenta assieme al mondo la medesima sorte terrena, ed è come il fermento e quasi l'anima della società umana» (numero 40); «Sella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità tanti problemi morali che sorgono tanto nella vita dei singoli quanto in quella sociale» (numero 16); «L'uomo può volgersi al bene soltanto nella libertà [...]. mosso cioè e indotto da convinzioni personali e non per un cieco impulso interno o per mera coazione esterna» (numero 17). In sintonia con questi insegnamenti conciliari e avendo riguardo alle profonde ^trasformazioni 'sociali e "culturali del Paese, la Chiesa italiana ha compiuto le sue scelte pastorali più importanti: da quella religiosa a quella di una nuova missionarietà. A questo punto, appaiono in tutta la loro portata più vasta le domande che oggi attraversano e dividono la base della Chiesa italiana, e di cui il «caso» dell'Azione Cattolica non è che l'episodio più significativo. Nuova «presenza sociale», si; ma quale Chiesa vogliamo costruire insieme? Una Chiesa che si fa presente al mondo come una nave al mare, o una Chiesa che si fa presente nel mondo come il lievito nella pasta e il sale nella vivanda? Una Chiesa preoccupata soprattutto della sua identità, ripiegata su se stessa e sui suoi problemi, attenta a non imbarcare acqua, o una Chiesa tutta proiettata alla missione, preoccupata soprattutto di salvare e di salare, affinché il mondo ritrovi il suo vero sapore? Una Chiesa che nell'impegno temporale, nella cultura, nella politica, nella vita sociale teme soprattutto il pericolo di esser distolta dalla sua missione e preferisce servirsi del mondo per raggiungere più speditamente la meta, o una Chiesa che serve il mondo, rispettosa della laicità, dell'autonomia, del pluralismo delle opzioni temporali, riconoscendo che le realtà mondane, per volontà stessa di Dio Creatore, hanno finalità, leggi e strumenti propri, che non dipendono immediatamente dal fine ultimo soprannaturale? E gli uomini di buona volontà sono pesci da pescare e da portare a casa o, deposto invece ogni inopportuno intento di proselitismo, sono coscienze da avvicinare e da rispettare nella loro libertà, con cui dialogare lealmente senza' timore di conlaminarsi, e con cui costruire insieme la casa comune di tutti, aprendo progressivamente uomini e culture alla verità integrale quale risplcnde in Cristo e quale dovrebbe sempre risplendere nella santità e nel servizio cristiani? *** Come si vede, il vero problema di fondo — dunque — è quello di un laicato che dopo il Concilio è cresciuto, mentre non si è sviluppata adeguatamente la coscienza teologica e pastorale della laicità e della autonomia delle realtà temporali, accanto allo sviluppo che c'è stato della ecclesiologia in generale. Il malessere, che il caso dell'Azione Cattolica ha rivelato, serpeggia nell'intera Chiesa italiana e non si può attribuire all'una o all'altra persona, né all'una o all'altra circostanza esterna; a ben guardare, esso è sintomo non di infermità, ma di crescita. Le tensioni tra le «due anime» della Chiesa italiana, insieme con gli interrogarvi in cui esse si traducono, sono espressione di quella dialettica che immancabilmente si sviluppa ogni volta che nasce il nuovo e il vecchio resiste, ogni volta che il rinnovamento impone un'opera attenta di discernimento. Perciò, nella situazione che si è venuta a creare, auspichiamo che il Sinodo mondiale del 1987, indetto per approfondire sul piano teologico e pastorale i problemi della presenza dei laici nella missione della Chiesa e nella società contemporanea, sia l'occasione propizia per superare in positivo e costruttivamente il divario tra un laicato più maturo e una concezione della laicità, per tanti aspetti, ancora preconciliare. A vent'anrd dal"CoVténo è questa forsffTeTeaTTa più impegnati va che il grande evento ecu menico chiede alla nostra generazione ecclesiale di eseguire. Bartolomeo Sorge S. J.

Persone citate: Alberto Mònticone, Bartolomeo Sorge, Cattoli, Concilio, Giovanni Paolo Ii

Luoghi citati: Bologna, Italia, Roma