Le radiazioni, un maglia sulle malevole della vita di Piero Bianucci

Le radiazioni, un maglia sulle malevole della vita Particolarmente sensibile il Dna che forma il patrimonio genetico Le radiazioni, un maglia sulle malevole della vita Quali sono oggi, e quali saranno a lunga scadenza, -gli „effie,t}i,vsiiH'iiomo, digjja ira-,, dioattività sprigionatasi nell'incidente alla centrale nucleare di Cernobil? La risposta dipende in gran parte da fattori che non si conoscono: 11 grado di fusione del nocciolo del reattore, la meteorologia locale, la distanza della popolazione civile dall'impianto, l'efficienza (a quanto pare molto scarsa) con cui si sono prese le misure di emergenza. Molte incognite, come si vede, e poche certezze. Pur in questa mancanza di dati, tipica della «riservatezza» sovietica, si può però tentare una analisi dei danni sanitari dell'incidente in base a quanto si sa della fisica dei reattori e dell'azione delle radiazioni sull'organismo umano. Il reattore di Cernobil aveva una potenza di mille Megawatt, quanto basterebbe ad accendere una lampadina in ogni casa di un Paese come l'Italia. Ciò comporta un centinaio di tonnellate di uranio arricchito. La radioattività di questa massa di combustibile nucleare e dei suol sottoprodotti si può valutare in un miliardo di Curie. Nella fusione del nocciolo è probabile che un milione di Curie sia sfuggito nell'ambiente. Siamo lontani da ciò che può fare una bomba atomica come quella di Hlroshi ma (11 confronto, apparso su vari giornali, è infondato e gratuitamente terroristico), ma è pur sempre una dose di radioattività spaventosa. L'azione della radioattività sull'uomo si misura in Rei Con una esposizione a Rem, statisticamente si ha un effetto letale quasi immediato sul cinquanta per cento dei colpiti. E' questa la terribile sorte che probabilmente è toccata ai tecnici che lavoravano nelle immediate vicinanze del reattore. Tra 1 400 e i 100 Rem si hanno caduta dei capelli, emorragie interne, anemia, vomito. Intorno a 100 Rem l'Irradiazione provoca nausea e mal di testa, con forte probabilità di danni a lungo termine. Conseguenze di questo genere potrebbero interessare i tecnici della centrale più lontani dall'isola del reattore fuso e incendiato, e forse anche popolazioni residenti vicino all'impianto e poste sotto vento. La pioggia, riportando a terra polve' ri radioattive sollevate dall'aria calda dell'incendio, può aver aggravato la situazione. Dosi non mortali.ma elevate producono comunque gra' conseguènze, come là sterilità, la cataratta, tumori delle ossa e dei polmoni, anomalie fetali Esistono poi molti gravi effetti tardivi, che si manifestano a volte molti anni dopo l'esposizione. Ma l'esperienza che se ne ha è limitata: si conoscono soltanto gli effetti su animali e quelli derivati da studi fatti a Hiroshima e Nagasaki. Con una esposizione di 1,2 Rem non si hanno danni rilevabili sull'uomo, ma In realtà non si è mai riusciti a stabilire con certezza assoluta se esista una soglia di non perìcolo per le radiazioni. Cautelativamente, la legge prevede per la popolazione un limite di 0,5 Rem, mentre per chi professionalmente lavora in ambiente radioattivo (per esempio i medici radiologi) è tollerato un tetto di 5 Rem all'anno. Probabilmente, a distanza di qualche decina di chilometri dall'Impianto, anche sotto vento, 11 danno Incomincia a rientrare In questi limiti. La radiazione modifica la struttura delle molecole biologiche formando ioni e spezzando collegamenti chimici. Particolarmente esposti al danno sono gli enzimi e 11 Dna, cioè 19 grossa e delicata molecola che torma 11 nucleo delle cellule e che contiene 11 patrimonio gsne'.ico. C'è una legge, detta di Bergonie e Trlbondeau, che stabilisce che il danno da radiazioni è tanto più grave quanto più si tratta .di cellule attive. Da questo punto di vista le cellule più delicate ed esposte si danno da radiazione sono quelle genitali (gli spermatozoi) e le cellule sanguigne (globuli rossi e bianchi). Resistono meglio, invece, le cellule nervose. Quella della soglia di pericolosità è una delle incognite maggiori. Su questa incertezza si fonda la paura delle popolazioni scandinave e di tutti coloro che a causa di fenomeni meteorologici (venti e precipitazioni) potrebbero ricevere dosi piccole, ma forse non trascurabili. Va però ricordato che in ogni caso sempre conviviamo con un «fondo» radioattivo, derivante dal suolo terrestre, dalla radiazione cosmica, dai cibi, dalle radiografie, dal televisori (un millirem, cioè un millesimo di Rem, ogni ora trascorsa davanti al video). In tutto si arriva in media, sui 250 millirem all'anno: la metà del valore di sicurezza stabilito Internazionalmente. Precauzioni contro la contaminazione? Evitare il cibo che può contenere elementi radioattivi provenienti dall'aiubiente: per esempio il latte. E saturare di iodio la tiroide con appositi farmaci, in modo che nella ghiandola non si fissino atomi di iodio radioattivo. Esistono anche farmaci radloprotettori a base di molecole contenenti il gruppo solfldrìle. che può riparare legami spezzati nel |Dna. Piero Bianucci

Persone citate: Curie

Luoghi citati: Hiroshima, Italia, Nagasaki