Perché il liceo classico produce i creativi

Perché il liceo classico Perché il liceo classico NELLA galassia delle professioni creative il designer è una stella fissa. E' un Prometeo senza sensi di colpa che ruba il fuoco dell'immaginazione, lo cala negli stampi della produzione industriale, popola spazi e strutture con le forme, le materie, i colori degli oggetti. Costruisce e distrugge epoche e gusti del nostro paesaggio quotidiano. Non ha sensi di colpa perché la cultura come la intende lui è un terreno di elaborazione e scoperta, non un Dio vendicatore. Ma non sfugge alla responsabilità e al rischio della storia, giocato sul tavolo della riproducibilità. n designer è un creatore di stile. Un uomo che si racconta, che ricorda e interpreta il ricordo in un divano o in una lampada. Non è più l'artigiano che tira di pialla e costruisce pezzi unici, non per forza cola cemento (se, come spesso, è anche architetto): è piuttosto l'interprete del sogno collettivo che vuole l'uomo al centro della storia. Ciascun uomo. Ì C'è chi compra'una poltrona per sedercisì, c'è 'chi vuole una poltrona perchè' tout-court gli piace, 'ma' c'è chi ragiona e la vuole perchè l'ha inventata Le Corbusler, o A alto, o Mies vari der Rohe o Eames o Castiglione Perché uno di questi uomini ha interpretato per lui una certa forma, un certo colore, una certa materia. La «certezza» ha qui un senso doppio, non è un paradigma scontato. Si pensi che soltanto nel Cinquecento a tutti sarà consentito di sedere comodamente. E che soltanto nell'era della riproducibilità industriale la scelta sarà tanto ampia da rendere accessibile a tutti un oggetto di qualità, oltre che funzionale. Cosi si costruisce il nostro paesaggio domestico. Abitare per sè significa poco, se nell'abitare non scocca la scintilla della contraddizione fra il piacere di raggiungere il proprio ideale, e la paura di esserne delusi quando 10 si sarà raggiunto. I mobili e gli oggetti d'uso, sono il terreno delle nostre scelte, come l'auto o l'abito. Se tutto fosse definitivo forse ci sentiremmo impoveriti. Ecco: il designer è l'interprete della nostra voglia di cercare. E del Narciso che è in noi. Perché anche di bellezza abbiamo'tutti bisogno. Ecco' perché abbiamo bisogno di design. S- P- b. PROFESSIONE: designer. Ne parliamo con Vico Magistretti, architetto tra quelli che hanno vissuto l'esplosione del design italiano nella sua capitale: Milano. Nato nel '20, a 66 anni è attivissimo: sta costruendo una villa nel centro di Tokyo per un committènte privato, segue la realizzazione del. progetto del centro servizi della Cassa di Risparmio di Parma e di quella di Bologna. ' 'Quest'anno è statò scelto j come miglior desi gner d alla ' Royal London Scnool of Arts, dove Insegna. La tedesca «SchOnen Wohnen» ed una commissione di superesperti ha scelto una dozzina di suoi oggetti tra i mobili «che fanno storia» in questo secolo. Fra di essi il suo primo pezzo di design, la sedia «Carimate», 11 primo mobile italiano colorato al. l'anilina e il primo tentativo di uscire dallo schema «svedese». Il suo divano «Maralunga» è stato scelto da Fortune come uno dei 25 oggetti migliori prodotti dal '70 al '77 ed è finito al Moma di New York. In dieci anni la sua lampada «Eclisse» è stata venduta in poco meno

Persone citate: Castiglione, Eames, Fortune, Rohe, Royal London, Vico Magistretti

Luoghi citati: Bologna, Carimate, Milano, New York, Tokyo