Come i linfociti T riconoscono gli antigeni virali e tumorali

Come i linfociti T riconoscono gli antigeni virali e tumorali Come i linfociti T riconoscono gli antigeni virali e tumorali Ritirato il vaccino biogenetico Il Dipartimento di Agricoltura ha sospeso la licenza e bloccato la vendita del primo virus vivo modificato con un intervento di ingegneria genetica. Due settimane dopo la diffusione della notizia, questa è la risposta ufficiale alla petizione di un gruppo di ambientalisti di Washington che ha accusato il Dipartimento di venir meno alle disposizioni Usa che tutelano dalla diffusione ambientale di microrganismi geneticamente modificati. Finora soltanto due prodotti della bioingegneria a partire da microbi vivi sono stati approvati ufficialmente ma entrambe le licenze sono state sospese. Il virus, che ha un gene, in meno nel suo codice genetico, è stato progettato come vaccino contro un'esplosione di herpes nei maiali del Middle West. molecola era la sua espressione in un numero molto limitato di cellule T, le quali possono restare quiescenti per anni e solo dopo il legame con l'antigene per cui sono specifiche vanno incontro ad espansione clonale, con secrezione di numerosi fattori solubili, in parte coinvolti nella reazione verso il bersaglio e in parte nel mantenimento della risposta stessa. Quando si pensava che il sistema di attivazione delle cellule T da parte dell'antigene fosse chiarito, S. Meuer e E. L. Reinherz furono attirati da una molecola delle cellule T che rappresenta una vecchia conoscenza per coloro che nei laboratori isolano abitualmente tali cellule, e precisamente il recettore degli eritrociti di pecora (meglio nota come TU). terleuchina-4A (IL-1A). E' risultato inoltre che il TU è una molecola più «antica» ontogeneticamente del T1-T3. meno raffinata dal punto di vista delle modalità di riconoscimento, non ristretta dall'HLA, ma molto efficiente nell'indurre amplificazione degli effetti innescati dal legame antigene-recettore via TiT3. L'identificazione delle tappe chiave e dei fattori (e loro recettori) coinvolti nell'attivazione cellulare si ritiene possa avere in brevissimo tempo numerose ricadute in campo medico come modificatori della risposta immune: infatti versioni sintetiche di tali interleuchine potranno essere Impiegate per incrementare le reazioni immunitarie laddove sono carenti o inadeguate (come nell'Aids o nel cancro), mentre loro antagonisti possono trovare applicazione nei casi in cui il sistema è iperfunzionante (come avviene in malattie autoimmuni, quali sclerosi multipla o artrite reumatoide). Le strategie applicative in campo medico dell'interleuchlna-4A e le modalità di produzione mediante tecniche di ingegneria genetica verranno presentate durante un seminario che Ellis L. Reinherz terrà mercoledì 23 aprile alle ore 14 presso l'Istituto di Genetica Medica. IL sistema immune degli organismi superiori include popolazioni cellulari in grado di riconoscere con altissima specificità un'ampia serie di antigeni. Accanto ai linfociti B, la cui azione è mediata dagli anticorpi, esiste un'altra popolazione cellulare, i linfociti T, che hanno un ruolo centrale nella risposta a virus, batteri e soprattutto nel riconoscimento di cellule tumorali. Il meccanismo di azione di tali cellule è stato un mistero per lungo tempo, ma — come spesso accade — l'esistenza di una molecola altamente specifica per l'antigene bersaglio è stata prospettata prima ancora della sua caratterizzazione. All'inizio sono stati definiti soprattutto i limiti operativi entro i quali l'allora ipotetico recettore funzionava: infatti il riconoscimento dell'antigene bersaglio tramite questo recettore risultava possibile solamente con la cooperazione determinante di altre cellule e nell'ambito degli antigeni di istocompatibilità (noti come HLA nell'uomo). Questa complessità di riconoscimento è in realtà un sistema a più chiavi posto a protezione da risposte verso antigeni propri, il quale tuttavia in campo medico provoca anche inconvenienti, rappresentati dal rigetto di organi trapiantati. Il fattore che impediva la caratterizzazione di tale (un complesso di 2 catene transmembrana), che è associato ad una molecola (T3) uguale in tutti gli individui, che fa da trasduttore di segnali. Il legame fra l'antigene e il suo recettore induce la cellula a differenziarsi in una delle popolazioni T specifiche per l'antigene: tra questi, i T citotossici provvedono al legame con l'antigene montato su una cellu- La terapia inglese T8 ^ Mod

Persone citate: Ellis L. Reinherz, L. Reinherz

Luoghi citati: Usa, Washington