Negli Anni Novanta un radiotelescopio ascolterà le mille stelle più vicine

Settimanale di scienza e tecnologia Settimanale di scienza e tecnologia Negli Anni Novanta un radiotelescopio ascolterà le mille stelle più vicine C5 E' un voluminoso fascicolo della Nasa indicato con la sigla SP-419. L'ha curato Philip Morrlson. del Massachusetts Institute of Technology, in collaborazione con John Blllingham e John Wolfe dell'Ames Research Center. La copertina, sullo sfondo di un cielo stellato, porta un'altra sigla, SETI, che sta per Search for Extraterrcstrial Intelligence: in 300 pagine vengono analizzate le possibilità e le tecniche di ascolto di eventuali segnali radio emessi da civiltà aliene. Il fascicolo è datato 1977. In questi anni non ha ricevuto particolare attenzione, ma ora scienziati e amministratori l'hanno riscoperto e nuovi programmi per la ricerca di esseri Intelligenti extraterrestri sono stati avviati o stanno per essere ulteriormente potenziati, Nel 1988 l'Ames Research Laboratori/, California, potrà avvalersi di una nuova sofisticata centrale di ascolto, oggi in costruzione. Quindici scienziati della Nasa stanno preparando un programma di ricerca che impegnerà tutti gli Anni 90: saranno tenute sotto sorveglianza mille stelle, tra cui le 773 di tipo solare più vicine di 80 anni-luce, e si «ascolterà» tutto 11 cielo nella banda tra 1 e 10 Olgahertz. Intanto, come riferisce anche Corrado Lamberti sul numero di aprile di «l'Astronomia», il mensile diretto da Margherita Hack, Paul Horowitz, dell'Università di Harvard, sta realiz¬ zando un suo progetto battezzato «Sentlnel» per il quale utilizza un'antenna nel boschi del Massachusetts, vicino a Boston. Rispetto ai primi tentativi, come il Progetto Ozma degli Anni 60, i progressi tecnologici sono eccezionali. Allora si poteva esaminare una sola frequenza per volta, e quindi il lavoro diventava lunghissimo anche tenendo sotto controllo soltanto un piccolo numero di stelle. Oggi Horowitz riesce a esaminare 120 mila frequenze contemporaneamente e si è costruita una valigia piena di analizzatori elettronici che si porta in giro e che può collegare a ogni radiotelescopio momentaneamente disoccupato. Il laboratorio Ames tra due anni potrà addirittura tenere sotto controllo 8 milioni di canali per volta. L'idea di cercare intelligenze extraterrestri fu lanciata su «Nì8turj£. liei r0S9 con'un articolo-^ di Philip Morrlson (già lui/quello del fascicolo SP-419 della Nasa) e dell'Italiano Giuseppe Cocconi. Questo il ragionamento: se esistono forme di vita aliene, è molto più facile individuare esseri intelligenti che non organismi primitivi. Si suppone, infatti, che esseri intelligenti abbiano sviluppato tecnologie avanzate e che siano spinti dal desiderio di comunicare con altre civiltà cosmiche. D'altra parte è probabile, poiché le leggi fisiche sono costanti nell'universo, che le loro tecnologie non siano molto diverse dalle nostre. Quanto alla lunghezza d'onda suggerita da Morrlson e Cocconi, era. e prevalentemente rimane, quella di 21 centimetri sulla quale emette naturalmente l'atomo di idrogeno, l'elemento più semplice e più diffuso dell'universo: una specie di probabile radio-esperanto dello spazio. te Mappa radio della galassia Mcentimetri prescelta per la ricL'appello di Morrlson e Cocconi fu raccolto da un giovane radioastronomo, Frank Drake, che studiò le radìoemissioni a 21 centimetri di alcune stelle, come Epsilon Eridanl e Tau Ceti, che per le loro caratteristiche possono avere Intorno a sé un sistema planetario abbastanza antico (alcuni miliardi di anni) da essere una potenziale sede di evoluzione biologica avanzata A colloquio con David Larson, esperto di microgravità astronomia. Ad essa oggi aderiscono ben 300 scienziati e collaborano Stati Uniti. Unione Sovietica, Australia, Canada, Francia, Germania. Finora le battute di caccia già realizzate per stanare eventuali signori E.T. sono una cinquantina, con un totale di 120 mila ore di ascolto. Alcune di queste campagne di ricerca sono già a un buon livello di accuratezza. Dal 1973 Robert Dixon e John Krause nell'Ohio sorvegliano la fascia di cielo attorno all'equatore celeste fra 36 gradi nord e 36 gradi sud alla lunghezza d'onda di 21 centimetri su SO canali. Horowitz, con finanziamenti della privata Planetary Society controllata da Cari Sagan, pattuglia tutto il cielo su 65 mila canali con una risoluzione di 0,03 hertz a canale e in un anno e mezzo ha la possibilità di vagliare ogni probabile sorgente radio per 2 minuti e mezzo. Con il radiotelescopio di Arecibo a Puerto Rico (305 metri di diametro, il più grande paraboloide monolitico, occupa una intera vallata e naturalmente è fisso, ma si può variare la puntata muovendo il riflettore secondario) sono già state osservate 210 stelle su due frequenze, quella dell'idrogeno e quella dell'ossidrile OH. Trecento stelle sono state «ascoltate» nel 1981 in Francia su 1024 canali. In Olanda si preferisce invece puntare l'antenna verso il centro della Via Lattea, dove le stelle sono più fitte e quindi dovrebbe essere più probabile captare una fino a forme di vita intelligenti. Il risultato di quel progetto d'«Ozma») fu negativo: soltanto qualche falso allarme subito rientrato. In compenso però l'Idea della ricerca di segnali radio artificiali acquistava credito nell'ambiente scientifico. Vi trasmissione artificiale. In Australia, Infine, sono state spiate alcune stelle slmili al Sole e una di esse, 82 Eridanl, ha pure emesso un segnale della durata di im millesimo di secondo all'apparenza «non naturale». Il futuro di queste ricerche? Certamente si svilupperanno, anche se da varie parti vengono osteggiate. I radioastronomi che svolgono programmi di studio convenzionali sono infatti molto gelosi del loro strumenti e non vogliono rinunciare a ore di osservazione su temi di ricerca meno spettacolari ma di esito sicuro a favore di un «ascolto» sicuramente suggestivo ma anche ad alto rischio (di non trovare mal niente). Significativo, in proposito, il ragionamento di Enrico Fermi, secondo il quale gli extraterrestri non esisterebbero in quanto altrimenti avrebbero già trovato il modo di rivelarsi. Tra 1 filo-extraterrestri si collocano Invece il sovietico Nlkolai Kardaschev, vicepresidente della Commissione bio-astronomica dell'Unione Internazionale, e Bernard Olivier, ideatore 15 anni fa di un progetto chiamato «Ciclope» che consisteva in una ampissima rete di radiotelescopi. Ora sembra che il «Ciclope» torni attuale. Del resto, anche se non si trovasse alcun segnale artificiale, dicono 1 fautori dell'idea. In ogni caso uno strumento cosi potente farebbe avanzare enormemente le nostre conoscenze sull'universo. M 51 sulla lunghezza d'onda di 21 ricerca di segnali di extraterrestri e un o, le time ti, ti a rio ni re ota si appassionavano scienziati molto popolari, come Cari Sagan, e autorevoli, come recentemente è accaduto con il premio Nobel Francis Crick, uno dei biologi scopritori della doppia elica del Dna. Oli stessi sovietici avviavano programmi di ascolto con i loro radiotelescopi e persine l'Unione Astronomica Internazionale istituiva una speciale commissione per la bio- Piero Bianucci IL GRANDE CONCORSO DI «TVTTOSCLENZE»