Il lupo è cattivo soltanto nelle favole

Il lupo è cattivo soltanto nelle favole Il lupo è cattivo soltanto nelle favole E, cattivo per definizione: lo insegnano da generazioni a tutti 1 bambini del mondo con le favole di Capuccetto Rosso oppure del lupo cattivo e dei tre porcellini. Cosi il lupo è diventato una specie animale in grave perìcolo di estinzione. In Italia rimangono poco più di 200-250 esemplari, anche se periodicamente, sopratutto d'inverno, le segnalazioni si moltiplicano in tutte le aree montagnose. Nella maggioranza dei casi si tratta però di cani rinselvatichiti (80 mila in tutta la penisole secondo le stime più caute). I veri lupi sono pochi e in perìcolo, proprio per la caccia che si dà loro a causa dei danni provocati dal randagismo. Da mezzo secolo la popolazione dei lupi in Italia appare in forte regressione. La leggenda gratuita della loro malvagità ha contribuito alla decimazione di un animale dalla complessa vita sociale, dalla incredibile intelligenza e dal ruolo preziosissimo all'interno del mondo della natura. In Italia vive solo più in alcune aree dell'Appennino e la sua situazione, pur meno tragica di una decina d'anni fa, non è ancora rassicurante. Perseguitato da cacciatori e bracconieri il lupo, pur legalmente protetto, rischia di scomparire dal panorama della fauna italiana. Per scongiurare questo pericolo all'inizio degli Anni Settanta è stato fondato presso il Centro Studi Ecologici Appenninici nel Parco Nazionale d'Abruzzo il «Gruppo Lupo Italia». L'attenzione è stata in seguito rivolta alla ricerca sul campo per capire ecologia, etologia e distribuzione del lupo in Italia. Tali ricerche indicano la presenza dell'animale in alcune -isole, scarsamente collegate tra loro e in alcune aree di transito che le collegano. Il Gruppo Lupo ha recentemente diffuso altri dati sulla persecuzione cui la specie continua a essere soggetta. Dal primo novembre 1984 al 25 novembre 1985 sono stati uccisi nella nostra penisola, nonostante la protezione legale, ben 16 esemplari cui se ne devono aggiungere altri due di cui non hanno notizie precise. Anche la situazione europea non è molto rassicurante. Il lupo sopravvive solo più nelle aree montane, distrùgge una falda acquifera dustriali della Regione Piemonte, ricalca naturalmente le norme nazionali. Le aree idonee ad ospitare discariche devono essere individuate con uno studio di prefattibilità ed uno di dettaglio sulle caratteristiche geografiche e geometriche del sito, la situazione idrogeologica sotterranea (presenza o meno di falde acquifere nel sottosuolo), le descrizione morfologica del luogo, una valutazione degli aspetti urbanistici legati alla localizzazione della discarica, un'analisi geologico-tecnica sul rischio di alluvioni, frane, terremoti. Nello spirito di chi aveva redatto il piano, la sua applicazione rigorosa avrebbe dovuto limitare e, in prospettiva, debellare l'inquinamento delle nostre acque sotterranee. Corrado Cigolini L'uccello giardiniere Le astuzie seduttive di uccelli incolori come storni e giardinieri Dove sverna la tartaruga caretta? poco popolate di Spagna e Portogallo. Nell'Europa Nord-Orientale sono segnalati esemplari sporadici, probabilmente provenienti dalla Russia europea; un piccolo nucleo sembra sopravvivere al confine tra Svezia e Norvegia. Migliore la situazione nel Paesi balcanici pur registrandosi anche qui una tendenza alla diminuzione. Buona invece la situazione in Russia, dove la specie si avvantaggia dall'enorme estensione del territorio. Anche qui, tuttavia, il lupo è perseguitato dalla cattiva reputazione di una cultura che sino a tempi recenti ha mal compreso l'importanza fondamentale dei predatori nella catena biologica. Fortunatamente si sta assistendo a un'inversione di comportamento. Permangono però gravi problemi legati, nella nostra penisola, soprattutto ai rapporti con l'abnorme presenza del randagismo. Quest'ultimo è particolarmente rischioso per la sopravvivenza del lupo, a causa della competizione ecologica, delle possibilità di ibridazione e dei problemi diretti legati ai danni arrecati alla pastorìzia Walter Giuliano Gli storni invece si limitano a fare collezione di foglie fresche e occasionalmente anche di fiori. Continuano a raccoglierli e a portarli nel nido fino a che dalle uova non sgusciano i piccoli. Nel loro caso però — a quanto hanno scoperto Larry Clark e Russ Mason dell'Università di Pennsylvania — non c'è di mezzo nessun fine estetico né alimentare: foglie e fiori scelti accuratemente hanno un'azione disinfestante nel riguardi dei batteri e dei parassiti che invadono i nidi situati nelle cavità naturali dei tronchi, quando gli uccelli li abbandonano * prima dell'inverno. Al loro ritorno nella primavera successiva, il primo pensiero degli storni è quello di disinfettare la cavità in cui il vecchio nido dell'anno precedente deve essere sostituito con quello nuovo. E si prestano egregiamente a questo compito antibatterico e antiparassitario le foglie della carota selvatica, del millefoglio e dell'agrimonia, proprio quelle che l'uccello raccoglie e con tanta cura trasporta nel nido. Nella loro ricerca Clark e Mason hanno accertato che in cattività gli storni riescono a distinguere le piante utili da quelle inutili in base ai loro effluvi odorosi, il che rimette in discussione la presunta scarsa capacità olfattiva degli uccelli e dà ragione allo zoologo Floriano Papi, secondo cui l'olfatto è tutt'altro che carente negli uccelli e sarebbe uno dei sensi principali che li guida nelle migrazioni. A quanto pare, gli storni non hanno il monopolio di questa pratica igienica. C'è chi li imita. E' il passero domestico studiato in India dall'ornitologo S. Sengupta. Il ricercatore indiano ha scoperto che l'uccelletto trasporta nel nido le foglie di una pianta, la Azadirachta indica, che vengono usate da secoli nel Paese sia come rimedio contro le malattie della pelle, sia per proteggere gli abiti dall'attacco degli insetti, come tarmicida insomma. Il passero si difenderebbe cosi dai numerosi parassiti che lo insidiano. I. Lattea Colf roani» Provincia di Milano IN COLLABORAZIONE CON L'ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI CON IL PATROCINIO DELLA REGIONE LOMBARDIA

Persone citate: Corrado Cigolini, Floriano Papi, Gruppo Lupo, Larry Clark, Mason, Migliore, Russ Mason, Walter Giuliano