Halley addìo

Halley addìo Halley addìo E, vero, nel cielo italiano di aprile è bassa sull'orizzonte e per vederla discretamente biso-. gna almeno andare nel Sud, ma l'attrazione astronomica rimane ancora, non per molto, la cometa di Halley. Ora che la Luna calante dà meno fastidio si può cogliere l'ultima occasione: presto la Halley perderà chioma e coda e si ritufferà nelle tenebre interplanetarie per altri 76 anni. Ecco perché proprio in questo inizio di aprile si concentrano le varie spedizioni degli astrofili italiani: a Mauritius quelli della rivista mensile diretta da Margherita Hack «l'Astronomia», alle Seychelles 1 gruppi guidati da Marco Cavagna del Planetario di Milano, a Lampedusa il «Gas. di Savona. La Halley passa attualmente a Sud delle costella¬ zioni del Sagittario e dello Scorpione: risulta quindi offuscata dalle nebbie dell'orizzonte. Chi non riuscisse a rintracciarla può consolarsi con le immagini che pubblichiamo qui accanto. Quella a sinistra è una delle migliori tra le fotografie riprese dalla sonda «Giotto» dell'Esa e rivela molti particolari della chioma e del nucleo. Quella a destra si deve a Walter Ferreri, dell'Osservatorio di Pino Torinese.direttore della rivista per astrofili «Orione», che l'ha ottenuta a La Siila, in Cile, presso l'Osservatorio australe europeo (Eso) VII marzo con un astrografo da 38 centimetri e una posa di 18 minuti. In particolare evidenza la coda di gas ionizzati. La magnitudine è circa 3: meno della Stella Polare. b p. b. Come si evolve la tecnologia dei cavi LA recente decisione di installare un cavo sottomarino nell'arcipelago delle Hawaii per trasferire energia elettrica dall'Isola Grande, dove tale energia viene prodotta geotermicamente, all'Isola di Oahu, su cui sorge Honolulu, rappresenta un nuovo passo avanti nei sistemi di trasporto di potenza attraverso vaste distese d'acqua. Questi sistemi hanno una lunga e travagliata storia che ha inizio 11 28 agosto 1850 con 11 primo tentativo di stendere un cavo telegrafico attraverso la Manica. L'operazione falli per l'inadeguatezza meccanica del battello usato, e fu ripetuta, questa volta con successo, nel settembre del 1851. Pochi anni dopo, la perseveranza degli uomini e il perfezionamento dei materiali e dei procedimenti di posa permisero l'impianto di cavi per comunicazioni attraverso l'Oceano Atlantico; ma l'utilizzazione delle «wire-lines» sottomarine rimase ancora per molto tempo limitata alle «correnti deboli» quali erano, appunto, quelle Inerenti alle esigenze di comunicazioni telegrafiche e Wlèfbriicfte? * Solo;ln quest'Ultimo trentennio sono maturate le esperienze necessarie al trasferimento sottomarino di potenze elevate, dando luogo a una tecnologia destinata ad avere larga diffusione in futuro. Al momento, la realizzazione più insigne è, ancora una volta, il collegamento tra Francia e Gran Bretagna, originato dal fatto che in questi Paesi 1 consumi interni di energia elettrica raggiungono giornalmente le punte massime in orari diversi: il passaggio di energia nei due sensi permette quindi una compensazione vantaggiosa per entrambe le reti nazionali. Un primo elettrodotto steso anni fa sul fondo della Manica è stato distrutto dalla «aratura» delle ancore e delle reti a strascico dei

Persone citate: Halley, Marco Cavagna, Margherita Hack, Orione, Walter Ferreri

Luoghi citati: Cile, Francia, Gran Bretagna, Hawaii, Honolulu, Lampedusa, Milano, Pino Torinese, Savona