Pino Caruso: faccio racconti con il cabaret

L'attore presenta il suo primo libro: «L'uomo comune» L'attore presenta il suo primo libro: «L'uomo comune» Pino Caruso: faccio racconti con il cabaret Caruso ci sta provando: «Mi sto inventando una intelligenza che non avevo», dice. Proprio in questa operazione di faticoso consolidamento di certezze e dubitosa appropriazione di sé, rientra per Pino Caruso la pubblicazione di un libricino apparso in questi giorni presso la piccola ma preziosa casa editrice palermitana 'Novecento». Titolo esemplare 'L'uomo comune» (pagine 150,13.000 lire). Si tratta di un «libro non libro», come spiega Caruso parafrasando Zavattinl sull'insensatezza dell'esistenza: una ventina di racconti fantasiosi, alcuni ricordi infantili malinconici, molti aforismi, a volte fulminanti sempre paradossali. Lo sguardo sul come vanno le cose del mondo è quello del bambino che scopre il re nudo. Qualche esempio. Schive Caruso, ed è come se parlasse: «Dio mi ha fatto imperfetto e mortale. Permettete che sia, almeno, un po' seccato». «Il guaio non è che nulla si crea; il guaio è che nulla Pino Caruso ROMA — Il suo sogno, confessa Pino Caruso, cabarettiere per necessità e umorista per vocazione, sarebbe quello di essere un genio perché il genio, dice, è uno che quando ha fatto del suo meglio ha fatto il meglio che si possa fare. La realtà, però, è quella che è: Caruso non è un genio e lo sa. Peggio, a volte sospetta perfino di non possedere neanche una intelligenza media tant'è che, per consolarsi, ha elaborato la tedria che intelligenti non si nasce ma si diventa. E lentamente, senza fretta né ansia, Pino si distrugge». «La vita non va presa cosi com'è». Oppure, ed è già l'abbozzo di un siparietto: «Ma Eminenza, Gesù Cristo non è morto povero?». «Appunto, non vogliamo fare la stessa fine». O ancora, ed è già lo spunto per una confessione: «Ho dei pensieri che non condivido». Niente a che vedere, quindi, con i tanti libri a firma di attor comico scritti prima di 'Quelli della notte», ma anche niente a che vedere con quelli, ancora più numerosi, pubblicati dopo 'Quelli della notte». Non si ride, sfogliando 'L'uomo comune» di Pino Caruso. Si sorride al massimo, con una punta di amaro. Più che dell'attualità, materia abituale per chi fa cabaret, il libro parla dell'eternità, terreno difficiU perfino per chi non fa cabaret. «Mi sono mosso, scrivendolo, tra due rischi», ammette Caruso. «L'ovvietà da tassinaro romano e la presunzione da professore di filosofia. Non so se sono riuscito sempre a schivarli ma

Persone citate: Gesù, Pino Caruso

Luoghi citati: Roma