Delitto in casa Medici

Delitto in casa Medici Delitto in casa Medici LA prima prova narrativa di Anna Maria Mazziotti di Celso sintitola La cerchia antica ed è un romanzo storico. La precisazione sta scritta sotto il titolo e quasi suona come un'onesta provocazione. In tempi di misture post moderne riporta ad un'aria remota. L'azione si svolge in Toscana, tra Firenze e le colline fiesolane sullo scorcio di un Quattrocento che ha per sfondo la lezione platoneggiante di Marsilio Ficino e l'inquietudine studiosa di un Pico della Mirandola, la forza pragmatica e vitalistica di Lorenzo il Magnifico e le profezie disarmate di Girolamo Savonarola. Guido da S. Romano uccide Jacopo Donati per amore di madonna Laura, moglie del barone Oddo di Acquasparta. Ma è un delitto che resta più nella coscienza del protagonista che nella dinamica dei fatti, anche se ad esso sono legati i moventi di molti azioni successive. Con Guido c'è un altro personaggio importante, Ippolito d'Anghiari, che appartiene a una famiglia distrutta dall'ascesa di Lorenzo e che torna a Firenze dopo anni, con un atteggiamento di fiera indipendenza. Ippolito resta coinvolto in un affare di Stato e viene accusato di un delitto non commesso. Qui il romanzo subisce una svolta, che lasciamo alla curiosità del lettore. Le pagine migliori sono quelle che toccano usi e consuetudini, decenza e magnificenza di un tempo irripetibile. Più che i personaggi principali vivono tuttavia le sottili silhouettes delle figure secondarie, soprattutto femminili. Giovanni Teslo Anna Maria Mazziotti di Celso, «La cerchia antica», Cappelli, 276 pagine, 18.000 lire. gine da affetto e simpatia, poi subito fattisi polemici, amari. Ci sono, in questa prospettiva, pagine splendide, come quelle sulla vita di Gianni presso la zia bigotta e sussiegosa a Vicenza, che lo tratta come un parente povero con appena celato disprezzo; oppure le visite di Gesualdo al figlio, prima a casa della cognata, poi a Padova, quando Gianni vi frequenta l'Università; o l'estremo sacrificio che Gesualdo compie per il figlio, quando sceglie la viltà per salvarlo dal servizio militare e dalla guerra, lui che è sempre stato interventista, andando a raccontare ai medici militari che Gianni è affetto da turbe nervose. Sanminiatelli è maestro nell'affondare lo sguardo, acuto e un poco disgustato, entro anime contorte e buie, per le quali non ci possono essere salvezza e riscatto, e neppure troppa pietà. . . Giorgio Barberi Squarotti Bino Sanminiatelli: «Via delia Micia 3», Vallecchi,'267 pagine, 18.000 lire. mi

Luoghi citati: Acquasparta, Firenze, Gesualdo, Padova, Toscana, Vicenza