Era l'ultimo «maudit» ufficiale di Emanuele Novazio

Parliamone Tutto libri Parliamone Era l'ultimo «maudit» ufficiale . Ti 4" ORTO l'ultimo dei maudits», piangono gli «< l^/l elzeviri per Jean Genct. Bastardo e ladro, omosessuale e prostitute, legionario c poeta, gli ingredienti li aveva tutti; la tradizione francese di tener sempre almeno un «dannato» in funzione in pittura poesia musica o letteratura non si smentiva dai tempi di Gerard De Nerval: forse il primo «maledetto» ufficiale dell'Ottocento. Poi arrivarono Baudelaire, Verlaine, Rimbaud e Leon Bloy. Ma c'erano in conto, gii prima, il grande Villon, il gufesco Restif; e c'era ogni tanto qualche minore: tipi suicidi e bizzarri che scorrazzarono tra Parigi, Midi e Italia tutto il basso Seicento e confinavano dawicino con quei maledetti caravaggeschi e popolari, furfanti e divertentissimi che si chiamavano «picati» e tra Spagna, Francia e Inghilterra fecero la fortuna del romanzo moderno. Ci sono tante maniere, stili e destini di dannati, insomma. Noi in Italia, ad esempio, ne abbiamo mai frequentati? Tralasciamo gli «avventurieri» Cellini, Cagliostro e Casanova (il più bel romanzo nostrano, l'unico, non sono forse le sue «Memorie*}). E mettiamo da parte — con Caravaggio, appunto — il negromante Giordano Bruno. Ma dopo? Dopo niente: qualche capello in disordine su qualche milanese di fine secolo, qualche satanata tra le bottiglie di Carducci, la follia campagnola di Campana. Gli unici a provarci furono dopotutto i «futuristi» che agitavano nei loro barattoli esibizionismo e scandalo, miseria e provocazione, rivolta e ambiguità. Ecco, la ricetta è codesta: ma ci vuole una Società vera da contraddire, una Storia compatta e comune da insidiare all'interno, da corrompere; perfino Gcnet — con questo suo nome del giallo fiore selvatico leopardiano — oramai bestemmiava solo un Grande Teatro, una Illustre Recita, morbido e perverso e compiaciuto di esserlo. Le sue scrvotte lambivano e graffiavano; e suoi marinai invece che travestirsi da legionari romani come quelli del nobile Montherlant ricercavano l'abbiezione dolce delle «guépières», dei mazzoli ni di fiori, delle «bondicuseries» macerate da Mauriac o Jouhandeau. Il «maudit» contemporaneo, voglio dire, il vagabondo e suicida e assassino aveva già dovuto aggiornarsi e dividersi: santo e martire sì, ma degli interventi e comizi politici; San Rocco ma delle Pantere Nere, della Rote Armee, dei pellegrini palestinesi. Farsi insomma celebre e popolare e perfino di moda. Le trasgressioni non sorprendono più nessuno («maudite» è solo la cattiva morte di Pasolini, non il suo vivere) e cosi Genct, «maudit-oblige», rubacchiava qualche cucchiaino d'argento nei ricevimenti dei Faubourgs, e il suo girocollo da teppa era di cachemire mentre i nuovi «duri» dell'America (che bel libro dimenticato della povera De Beauvoir fu «L'Amérique au jour le jour»), gli Algren, HI li s, Kerouac, Burroughs si impossessavano dei mercati, dei lettori giovani, degli splendenti marines rapati e vestiti di muscoli: di tutto, insomma. I «maudits» cran morti, allora, ben prima di Jean Ge- pea-) Jean Gcnet in una caricatura di Levine (Copyright N.Y. Review of Booti. Opere Mundi e per l'Italia .La Stampa-) net? Certo cran morti almeno da dopo Freud, diciamolo: non era più Faust il «dannato», ma la mela di Mefistofcle. E così dopo Vienna maledetti risultano quasi tutti, anche io e voi; o più nessuno lo è davvero con autentico scandalo, sofferenza e pietà senza remissione. Claudio Savonuzzi Si vedrà. In questa nuova Russia del contrasti, 1 segnali si inseguono e si contraddicono. Poche settimane fa, la Pravda ha pubblicato un lungo articolo In ricordo di Andrei Zdanov, ideologo dell'arte staliniana e padre del «realismo socialista». Lo stesso giorno, compariva sulla Literaturnaia Cazeta un intervento dello scrittore Dan il Gran in: un atto d'accusa contro la letteratura del tempi di Breznev, 'piana, liscia e univoca*, 'timida, falsa, incapace e servile*; contro il potere di allora, che 'dirigeva gli scrittori tramite i critici ufficiali e i redattori delle case editrici* ; contro quanti definivano 'denigratore* chi *si permetteva di criticare più del consentito*, e 'quei maestri della parola artistica che scambiavano la fedeltà alla verità con la riduzione del tempo per la pubblicazione dei loro libri*; contro quel 'dirigenti della cultura che ostacolano gli amatori dell'arte e impediscono loro di vedere pittori controversi*. Poco dopo l'intervento di Markov, un "portavoce ' dell'Unione scrittori rendeva noto che in Urss si tornava a pubblicare Paste rnak; e — pochi giorni fa — un altro annuncio; è stata costituita una commissione ufficiale per studiare 1'.eredità» del poeta Osip Mandel'stam, morto in carcere ai tempi di Stalin (poche opere sue sono state pubblicate, finora, in Urss). Commenta 11 poeta Evtuschenko: 1 «dinosauri» esistono ancora, 'Ostacolano in tutti i modi scrittori, registi, pittori, scienziati e gente qualunque, tutti quelli che vogliono esprimere la propria opinione*. Ma sono 'dinosauri disperatamente invecchiati*. SI estingueranno presto. Emanuele Novazio