Ecco quanto guadagnano i big dello spettacolo di Stefania Miretti

SPETTACOLI SPETTACOLI INCHIESTA / Attori (cinema e teatro), cantanti (lirica, rock e musica leggera) e stàrs del jazz Ecco quanto guadagnano i big dello spettacolo Ere è sempre Bagliori determinata la «borsa» dei cantanti? 'Chiariamo innanzitutto che nessun artista è più disposto a farsi mettere all'asta — dice Franco Mamone, da vent'anni nel mestiere, cui si devono tra l'altro i recenti concerti di Springsteen e Sting — e che // cachet a serata è un concetto vecchio e superato. Ormai si lavora soprattutto sulle percentuali degli incassi, dopo aver stabillio un minimo garantito per l'artista'. 'In teoria, insomma, oggi ranista si porta via i soldi guadagnati veramente', aggiunge Antonio Colombi della Trydent Agency di Milano, che lavora esclusivamente con artisti Italiani. Fino a un certo punto, però: il minimo garantito, che può arrivare fino ail'80% dell'incasso netto, viene richiesto comunque, indipen- La scorsa estate Eros Ramazzotti costava 13 milioni a sera. Adesso, dopo aver trionfato al Festival di Sanremo, il suo cartellino ò salito, si dice, a 28 milioni. Per cantare un paio d'ore. C'è da sorprendersi? Nemmeno per sogno: quando i Simple Minds vennero in Italia per la prima volta, quattro anni or sono, era possibile accaparrarseli per circa 3 milioni. Adesso ne costano quasi 200. • Quella di Guccini che cantava per un bicchiere di vino e un panino di salame. Insomma, è ormai una vecchia leggenda — spiega Franco Tornasi, impresario musicale di Mestre cui si deve, tra l'altro, la tournee dei Simple Minds — Ormai anche gli artisti Italiani cominciano ad avere, come quelli stranieri, esigenze non indifferenti». Ma come funziona, da cosa è dentemente dall'affluenza del pubblico pagante. Può capitare insomma che un cantante, in caso di insuccesso, si porti via più di quanto sia stato incassato con la vendita dei biglietti. Le agenzie che si accaparrano i migliori artisti stranieri sono poche, e sono le stesse da molti anni. Sono loro a trattare con l'impresario del cantante o del gruppo e, successivamente, a rivendere (o a gestire in collaborazione) le date ai vari promotori locali. 'E noi che operiamo localmente, spesso, siamo gli unici a perderci — commenta Luciano Casadei di Radio Flash, da molti anni organizzatore torinese di concerti rock — ff meccanismo talvolta è perverso: se l'artista non é sicuro del fatto suo, se teme di attirare poco pubblico, allora tende a fissare un minimo garantito alto... ». C'è concorrenza tra gli agenti che lavorano con gli stranieri? Categorico Mamone nello smentire: «Chi sa fare il suo mestiere lavora su rapporti consolidati, e quasi mai in relazione a concorrenze o alleanze. Il nostro è un lavoro serio: e, soprattutto, è un 'impresa come le altre'. Di diverso parere Tornasi: «La concorrenza c'è: a volte più feroce, a volte meno, dipende dai momenti». Si mormora, però, che in questo momento la lotta sia agguerrita. Claudio Bacioni Joe Cocker, per esempio, avrebbe dovuto iniziare in questi giorni la sua tournée italiana, e invece non arriverà che a giugno. La ragione? E' cambiato l'agente italiano. E : terrà alcuni concerti anche la pl'operazione, naturalmente, ha fatto lievitare i prezzi. Di denaro, poi, nessuno ne parla volentieri, ed è difficile uscire dal campo dei generici e anonimi rossima estate? «si dice»: si dice, comunque, che i Talk Talk che hanno terminato in questi giorni una serie di concerti italiani senza trascinare grandi folle, costassero oltre 30 milioni a serata di minimo garantito. Che James Taylor costi 40 milioni, più o meno come l'italiano Riccardo Cocciante, che Luis Miguel abbia voluto, la scorsa estate, 70 milioni a sera (più di Baglioni, insomma) per fare alcuni notevoli «buchi», che i Cult, in Italia in questi giorni, siano passati da una richiesta di 3 milioni (l'anno scorso) ai 17 di adesso: a far lievitare I prezzi una serie di passaggi televisl e radiofonici che hanno aumentato al popolarità dèi gruppo. La maggioranza degli artisti italiani si assesta intorno ai 20 milioni di minimo garantito: sarebbe questo il prezzo, per esempio, di Loredana Berto e Francesco Venduti. Si accontentano di una decina di milioni a sera i «minori» come Anna Oxa (che però fa il pienone) ed Enrico Ruggeri. Per Lena Biolcati si parla di 5 milioni da dividersi tra lei e II complesso che l'accompagna. I Nomadi, da vent'anni «on the road», suonano per 5 o 6 milioni, da dividersi tra loro che sono cinque e tra i tecnici: «Sono rimasti, forse, i più modesti. Attirano sempre, il successo è garantito», spiega Giulio Muttoni deli'Arcimedia di Torino. Nel fissare il minimo garantito sugli incassi si liane comunque conto di una serie di fattori, tra cui la capienza del locale che ospiterà il concerto e il pubblico potenziale che varia, ovviamente, da città a città: Eric Clapton, per esempio, ha suonato a Torino per 50 milioni, mentre altrove ne aveva ottenuti 60. Sui contratti stipulati con gli artisti figura poi una voce che va sotto il nome di «catering»: sono tutte le spese, a carico degli organizzatori, che il musicista dovrà affrontare insieme all'eventuale gruppo d'appoggio e ai tecnici. Su queste spese spesso si è favoleggiato, ma è fuor di dubbio che negli ultimi anni siano vertiginosamente salite: se una volta c'era chi si accontentava di una cassa di birra, adesso la spesa da preventivare si aggira sui 2 milioni giornalieri a persona. Per la colazione, gli spostamenti e un pasto caldo dopo il concerto. Un costume (o, secondo qualcuno,, malcostume), che un tempo era caratteristico degli stranieri e che ora comincia ad attecchire anche tra gli Italiani. Tra gli eventi più memorabili di questi ultimi anni, la tournée del Rolling Stones, che erano costati un milione di dollari per tre date (e sulle spese di sostentamento per Mick Jagger e compagni, accompagnati da un folto drappello di tecnici, amici, fidanzate ed assimilabili, molto si era sussurrato). E Bruce Springsteen? Il suo re-. cente concerto milanese gli avrebbe fruttato circa 400 milioni. •Ma non ha senso chiedere quanto costa Brucò Springsteen — replica Mamone — Più corretto, invece, lare un ragionamento su quanto vale questo artista: e la risposta è centinaia di milioni di dollari l'anno, tra dischi, concerti ed altre attività collaterali». Stefania Miretti

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