Wojtyla in visita a Torino per celebrare Don Bosco

CRONACA CRONACA Wojtyla in visita a Torino per celebrare Don Bosco Uno stadio per la città e non solo per il calcio Ricorrono i cenVaticano deve n Papa tornerà a Torino nell'88. Ma In via Arcivescovado, nella quiete della Curia, c'è già un comitato che lavora per preparare quelle giornate con contatti discreti perchè tutto sia pronto al più presto. Ne hanno parlato anche col sindaco. La colossale macchina organizzativa, che nell'aprile di sei anni fa guidò il viaggio della speranza di Wojtyla nella citta dove la crisi s'affacciava lenta, è già in moto. Giovanni Paolo viene per i cento anni dalla morte di Don Bosco e alle sue opere dedicherà gran parte del tempo. L'invito in Vaticano è arrivato pochi giorni prima di Pasqua, un mese fa. Portava le firme del cardinal Balestrerò e del Rettor Maggiore dei salesiani. -Ha detto subito di sì. Soltanto ci ha chiesto due o tre date possibili'. «E noi le stiamo studiando — conferma il salesiano don Sangalli —. Entro un mese consegneremo al rappresentanti della Santa Sede tre date e altrettanti percorsi'. Saranno loro, ovviamente, a scegliere. L'ultima immagine che il Il padre di una s to anni della morte del santo - Tre le date possibili: il scegliere - Non ci sarà l'ostensione della Sindone prete cui non solo Torino deve molto avvolgeranno tutto l'88. Don Bosco è morto all'alba del 31 gennaio 1888, ma nel mondo ha lasciato le tracce che tutti, oggi, possono ammirare. In Piemonte, nel suo nome, lavorano oltre mille tra preti e laici, altrettante suore e una schiera di laici. Delle sue scuole e della sua opera è pieno il mondo. Non c'è continente che ne sia privo. Il numero del suoi ex allievi è impressionante. «Niente trionfalismi però — continua don Sangalli —, il filo conduttore dei momenti importanti dell'88 sarà il tentativo di raccogliere e continuare coi giovani l'eredità del Concilio mettendo la nostra esperienza al servizio degli altri». A scandire gli impegni ci saranno congressi, convegni, settimane di incontro, pubblicazioni curate dall'Università salesiana, concerti, teatri, uno sceneggiato che la Rai realizza con la tv tedesca. Poi, nei primi giorni di settembre, il «confronto '88». un raduno internazionale giovanile, una sorta di happening che chiamerà centinaia di migliaia di ex allievi. Papa ha regalato a Torino è quella sul sagrato della Gran Madre in una grigia domenica di primavera. Imbruniva e un uomo fasciato da un mantello rosso scendeva adagio i gradini della chiesa con le braccia aperte in segno di saluto. Karol Wojtyla salutava con un «arrivederci» la città che s'era raccolta nell'immensa piazza Vittorio, sui bastioni del lungo Po, sulle barche. Attorno a lui, tra il tramonto e i palazzi, un milione di persone e migliaia di fazzolettini che sventolavano. Ora mantiene la promessa. Torna a «siglare» la festa per Don Bosco che. nell'88. chiamerà in città migliaia di exallievi e l'immensa famiglia salesiana. Dove andrà? A Valdocco e Maria Ausiliatrice. centri inscindibili del «miracolo salesiano». A Castelnuovo per visitare la casa dove Don Bosco è nato e cresciuto. A Chieri. molto probabilmente, dove il giovane chierico venne ordinato prete. Un viaggio di uno, forse di due giorni. Quando? Le manifestazioni per ricordare la figura di un studentessa denuncia alla Finanza u tre i limiti concettuali che l'avevano innescata. La ristrutturazione si associava all'ampliamento e alla riqualificazione in vista di grandi eventi internazionali. L'ampliamento, escluso nei primio studi, imponeva problemi . di integrazione urbanistica molto diversi da quelli della soluzione «leggera» di semplice copertura delle tribune. Il costo superava la capacità di farei fronte con il semplice accordo tra le squadre. La percezione della avvenuta crescita del progetto divenne chiara quando cominciarono a profilarsi ipotesi alternative: fu subito evidente che il problema non era solo lo stadio, ma l'assetto urbanistico che l'operazione implicava. La linea di crescita autonoma della decisione diventa una linea di confronto: quale localizzazione, quali implicazioni urbanistiche, quale stadio, quali procedure, quale impegno finanziario. E' utile, presentata la delibera, un sintetico inquadramento. La localizzazione L'area della Cascina Continàssa si trova all'incrocio di quattro fra i più importanti assi della grande viabilità metropolitana (Grosseto, Marche, Cossa, Regina), il collegamento con le aree esterne è garantito dal contatto quasi diretto con la tangenziale. La risoluzione dei nodi interni a questo grande incrocio non sarà solo funzionale allo stadio, ma contribuirà in modo determinante alla generale fluidificazione del traffico di accesso e di uscita da Tonno. Quanto sia necessaria questa fluidificazione è dimostrato dalla situazione critica del traffico in occasione di significativi e importanti eventi della vita cittadina (Salone dell'auto, ad esempio). Portare nella zona delle Vallette un elemento di complessità urbana vuol dire muoversi verso un recupero della città in una zona lortemente sacrificata da un atteggiamento storico di marginalità Non è difficile riconoscere in ciò un momento di attuazione di una strategia generale di decongestionamento del sistema urbano e ripolanzzazione delle aree periferiche. Da sempre scritta e parlala, ma raramente attuata. L'ampiezza dell'area alla Cascina Continàssa consente, oltre ad attrezzature per lo sport e il tempo libero, di risolvere il problema del parcheggio in termini ambientali corretti. L'attuale localizzazione dello stadio comunale è dentro la città intensamente costruita. La facilità di accesso dalle zone centrali viene penalizzata dalla difficoltà di trovare un posto per l'auto e implica tempi di accesso più lunghi per gli utenti esterni. Si raddoppia la cubatura che insiste sull'area: si tratta di 200.000 metri cubi circa in più. Il significato urbanistico del progetto di ristrutturazione è di congestionamento e forte polarizzazione involutiva sul sistema urbano centrale: è questo il limite della sua fattibilità. La localizzazione alla Continàssa consentirà di recuperare a S. Rita | uno spazio effettivamente verde, o una attrezzatura per la circoscrizione. Quale stadio Lo stadio ampliato e ristrutturalo si può fare, è una soluzione praticabile tecnicamente. Non bisogna però nascondersi i problemi che comporta: la struttura in calcestruzzo armato ha 50 anni, con qualche problema di vecchiaia. Lanciarla per un ulteriore tratto di vita di almeno 30 o 40 anni implica, nell'arco dei prossimi 10 anni, la necessità di importanti interventi manutentivi. L'area antistadio regolamentare (65.000 metri quadrati) per il breve termine non potrà essere assicurata (a meno di interpretazioni molto particolari dei dispositivi di norma) e, in seguito, potrà essere acquisita solo con la pedonalizzazione del corso Sebastopoli mediante un adeguato, e costoso, sottopasso. Altri aspetti qualitativi difficilmente risolvibili sono quelli relativi ai posti seduti: molti restano in piedi nel progetto di nza in montagna ristrutturazione, con implicazioni sia sulla sicurezza che sulla comodità. La fase di cantiere comporterà la chiusura del campo Combi per consentire la produzione degli elementi prelabbricali e, per tre anni, un sacrificio della agibilità. I tempi del cantiere di ristrutturazione sono necessariamente lunghi e rendono fin d'ora rischioso il margine per i Mondiali del '90. Argomento importante, anche se non da sopravvalutare. Per quanto concerne lo stadio nuovo la città ha specificato, con atteggiamento flessibile, criteri qualitativi di garanzia. La proposta può certamente interessare concessionari in grado di riscontrarla sul piano dell'impresa, dell'economia e della competenza complessa che la gestione di uno stadio «del 2000» comporta; una fabbrica di immagini e un complesso di servizi molto articolato. Le procedure Del tutto tradizionale la procedura di appalto nel caso di risjrutturazione, senza possibilità di provocare interazione con il capitale privalo: innovativa la procedura di convenzione per la concessione di costruzione e di esercizio di opera, che innesca una significativa collaborazione fra pubblico e privato. La citta viene garantita sia per mezzo di fideiussione bancaria, sia dall'impegno sulla manutenzione che va sottoscritto dal concessionario L'impegno linanziano della città, nel caso di ristrutturazione, riguarda il costo totale dei lavori data la difficoltà di trovare concessionari disposti a scontare sul vecchio stadio i vantaggi economici della gestione Sullo stadio nuovo sussistono invece interessi per la concessione di esercizio la cui appetibilità insiste in modo specifico nelle potenzialità di molteplice iniziativa che questa innesca: pubblicità, spettacoli alternativi al calcio, produzioni televisive, utilizzazione integrata degli spazi. Non è giusto pensare alla gestione del nuovo stadio con le categorie contabili che hanno connotato la gestione di quello attuale da parte dell'Amministrazione civica. Nei computi economici che si fanno devono essere tenuti presenti aspetti qualitativi e di vantaggio sociale non indifferenti: quanto vale la migliore qualità urbana complessiva che verrà alla città dalla minore congestione in Santa Rita e dalla ripolarizzazione alle Vallette? Se si attribuisce il costo della demolizione al nuovo stadio è anche giusto che si detragga dal costo di questa ipotesi il vantaggio economico e sociale di una area effettivamente «verde» nel centro della città, lo stesso concetto va rispettalo per eventuali valutazioni di valori fondiari. Con la fondamentale riserva che il confronto Irt una operazione di grande manutenzione edilizia e una operazione di riassetto urbano è concettualmente impugnabile. E' bene depurare il dibattito dai molti rumori di disturbo che lo hanno finora connotato: la decisione di ristrutturare il vecchio stadio era giusta e consistente con le condizioni politiche e culturali che caratterizzavano il momento nel quale è stata presa. Cosi come è stato corretto proseguire nella attuazione di questa decisione e predisporre in termini concreti le condizioni per una sua praticabile alternativa: non si possono abbandonare ipolesi correnti per alternative la cui praticabilità non sia stata adeguatamente istruita. Il problema è ora stato affrontato in termini politicamente chiari e metodologicamente rigorosi: la città ha detto dove fare il nuovo stadio eventuale, ha stabilito le procedure da seguire, ha indicato le specifiche qualitative del manufatto e l'impegno linanziano. La città ha istruito, in altri termini, le condizioni per l'espressione di proposte d'impresa operabili e per la verifica delle alternative alla ristrutturazione del vecchio stadio. Non è stato facile: nessuno pensava che lo sarebbe staio. Lorenzo Matteoli PROVINCIA DI TORINO Avviso di licitazione privata Lavori di sistemazione e pavimentazione strade comunali interne ed esterne. Importo a base d'asta: Lire 387 347 350. La gara verrà espietata secondo ta procedura prevista dall'art. 1 lett. a) della legge 2-2-1973 n, 14. Le domande di invito, redatte in carta legale, dovranno pervenire entro 10 giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso. La richiesta di invito non vincola questo Comune Le imprese dovranno dichiarare nelle domande di partecipazione di non trovarsi in alcuna delle condizioni di esclusione previste dalla legge 13-9-1982 n. 646 e successive integrazioni e modificazioni Piossasco. 23-4-1966 IL CONSIGLIERE DELEGATO LL PP. E' usci