Addio alla A di un Bari-fantasma

Addio alla A di un Bari-fantasma Addio alla A di un Bari-fantasma Bari-Avellino BARI (all. Bolchi): Pellicano 7; Cavasin 5,5, Terracenere 6 (21' Guaste Ila s.v., 41' Cuplni 6); Cucco villo 53, Loseto 6, Piraccinl 6; Sola 5,5, Sclosa 5, Bivi 5, Cowans 5,5, Rideout 5. AVELLINO (all. Robotti): Di Leo 7; Ferroni 63, Murelli 6; De Napoli 7, Garuti G, Zandonà 6; Bertoni 7, Benedetti 6, Diaz 7.5, Colomba 6 (83' Lucarelli s.v.), Agostinelli 7 (75' Alessio 6£). Arbitro: Casarin 63. Rete: 63' Diaz. di VITO BARI — La solita mestizia degli addii. La gente è uscita dallo stadio con la testa in giù. Non ha avuto nemmeno la voglia di contestare. Solo un po' di fischi qua e li in uno stadio che ritorna nel limbo della serie B. Ha gioito, Invece, una curva affollata di tre-quattromila trpinl che hanno inneggiato alla salvezza, come meglio non si può: con una vittoria legittima da parte di una squadra che ha dimostrato di valere più di quanto non dicano i suol punti. La verità è questa: tra Bari ed Avellino c'è stata una differenza enorme sia nel gioco che nel temperamento. Nel 0-1 RAIMONDO primo caso la ragione è palpabile: nella squadra di Robotti hanno fatto mirabilie De Napoli, Agostinelli, Diaz e Bertoni, oltre ad un attentissimo DI Leo, mentre in quella dt Bolchi gli omologhi Bivi, Cowans, Rideout e Sclosa erano in un altro mondo, sfasati, abulici ed inconcludenti. Hanno avvertito anche loro, insieme al resto della squadra, gli effetti psicologici derivanti dal coinvolgimento del d.s. Janich nello scandalo delle scommesse? L'ipotesi è probabile poiché da una squadra che, sette giorni fa, aveva sfavillato contro il Verona si aspettava un comportamento adeguato alla delica¬ tezza dell'impegno, una sorta di ultima spiaggia. Certo, l limiti del Bari erano già conosciuti e non doveva essere proprio l'Avellino a metterli a nudo, ma l'inconcludenza massima dell'apparato tecnico-tattico di Bolchi Ieri è emersa In tutta la sua drammaticità, per cui è da ritenere che la vittoria sul Verona fosse il frutto più della mancanza di stimoli dei veneti che dei meriti dei baresi. L'Avellino non ha mai avuto grossi problemi nella gestione della gara ed anche quando, in sporadiche occasioni, qualche barese è arrivato in area di rigore, il viglltssimo Di Leo ha sistemato le cose. Robotti è stato felice nella decisione di bloccare lo schieramento a metà campo, dando la possibilità al Bari di avviare il gioco di spinta, ma ribaltando subito le orioni sotto la regia di un De Napoli davvero super in prima battuta e di Agostinelli e Bertoni, fedeli apostoli di quel -signore » dell'area di rigore che è Ramon Diaz. Il motivo-trappola dominante dell'intera gara è stato questo ed il Bari c'è caduto tutto intero, senza ravvedersi mai sia In panchina, sia negli uomini che avrebbero potuto emendarsi in campo (Piraccinl, Sola, Sclosa e Cowans). Diaz già al 9' aveva avuto a portata di piede la palla gol ma Pellicano gli si è opposto in tuffo. Al 37' un Intelligente appoggio di Bertoni allindietro consentiva all'argentino di .sparare' verso l'incrocio. ma di poco a lato. Il Bari, già handicappato dall'assenza di De Trizio, aveva nel frattempo la sventura di perdere nel giro di soli 20 minuti Terracenere e Quastella «stirati», ma il buon Cupini non li faceva certamente rimpiangere. Il gol stupendo di Diaz arrivava dopo una prova generale: De Napoli effettuava un incantevole surplace su Sola, quindi convergeva e toccava per Diaz che colpiva di collo pieno: la palla sfiorava la traversa ma il pubblico lo applaudiva appassionatamente. Tre minuti, al 63', dopo il colpaccio: ■ Ferroni caracollava sulla destra, convergeva, palla a Colomba che imbeccava in presa diretta Dia», il sinistro dell'argentino era puntualissimo appena dentro l'area di rigore e Pellicano si tuffava vanamente. Il Bari spingeva alla cieca e quando si va alla cieca, si sa, non è facile centrare la portai Ne sa qualcosa Rideout che nel finale si faceva anticipare come un pivello da Di Leo. Jeremy Charles sogna e vince LONDRA — Contrariamente ai pronostici che favorivano Il Queens Park Rangers, la 26* Coppa della Lega è stata vinta 3-0 a Wembley dall'Oxford United di Jeremy Charles, nipote dell'lndlmendlcato «King John». Artefice della vittoria è stato l'Interno sinistro Hebberd che ha portato l'Oxf ord in vantaggio al to' ed ha poi propiziato al 52' la seconda rete con un passaggio al centrocampista Houghton. Nonostante risentisse di uno stiramento all'inguine, Charles è stato uno degli elementi dominanti dell'Incontro. Lo ilo John ed 11 padre Mei sono ora orgogliosi del loro Jeremy che ha realizzato per l'Oxford il terzo gol.

Luoghi citati: Avellino, Bari, Londra, Oxford