Gli umoristi e il Colonnello: c'è poco da ridere

Così Clericetti, Giannelli, Amurri, Origone, Marantonio e Giuliano vedono il leader libico e i suoi avversari Così Clericetti, Giannelli, Amurri, Origone, Marantonio e Giuliano vedono il leader libico e i suoi avversari Gli umoristi e il Colonnello: c'è poco da ridere Quando il titolo usci a nove colonne sull'edizione straordinaria del quotidiano La Sicilia di lunedi 3 novembre 1980, furono in molti a crederci: •Libia e Catania un solo Stato. Gheddafi si 6 comprato la nostra città per 640 miliardi: A centro pagina una foto a quattro colonne di Michele Papa, amico del colonnello libico e gran costruttore di moschee, faccione tondo e il vestito da visir; a sinistra, in corsivo, l'articolo di fondo. Titolo: 'Noi ci guadagniamo comunque: Testo: .L'ideale per cui avevamo a lungo combattuto e sofferto si è finalmente realizzato: Catania è indipendente, unita con la Libia e il mondo arabo. Feconda nelle antiche virtù la nostra isola apre le braccia al popolo antico, quegli arabi che abbandonarono con le lacrime cpii occhi le sleale sponde tanti secoli fa scacciati dalla spada e dalla croce... Cosa potrà fermare l'ansia di lavorare della nostra gente quando sarà unita al soldi di Gheddafi?. Senza contare le donne tripoline, belle, belle,. bellissime, future contenitrici della nostra vitalità e virilità esuberante. Tripoli bel suol d'amore come cantavano gli amati nonni: Furono in molti a crederci: il centralino del giornale fu tempestato di telefonate. In realtà, la «falsa» prima pagina del quotidiano La Sicilia non era altro che una trovata di ZI Male, il giornale satirico lanciato nel '78 da Pino Zac, diventato famoso grazie alla perfetta imitazione tipografica delle prime pagine dei più noti quotidiani e alla pubblicazione di notizie tanto assurde quanto clamorose. Bei tempi. Allora su Gheddaf fi e la Sicilia si poteva ancora scherzare: La crisi del Mediterraneo era di là da venire, nessuno poteva immaginare che di 11 a qualche anno 11 colonnello avrebbe sparato due missili su Lampedusa. •Per diventare più seri Imparate a ridere: diceva Guareschi. Ma 11 consiglio è fuori luogo. La voglia di ridere è passr.ta. Al ghigno e subentrata la tremarella, la musica che ieri era allegra ha oggi intonazioni da requiem. E sono proprio loro, gli umoristi, a dirci che c'è poco da scherzare. Le battute sulla crisi del Mediterraneo sono più che mai avvelenate, i paradossi graffiano, eppure il sarcasmo che ancora sferza, sembra condito con un aceto che sa di malinconia. Il nostro Paese ha una politica estera? Slamo in grado di rispondere a chi ci attacca? Andreotti, Spadolini e Craxi recitano lo stesso copione o ciascuno declama per conto suo? Clericetti è pessimista: «La conformazione geografica del nostro Paese ci favorisce. L'Italia ha la forma di uno stivale: cosi quando ci caliamo le brache scivolano meglio: Giannelli non ha gran fiducia sulla nostra diplomazia: «Le frecce della nostra politica estera abbracciano tutti i punti cardinali: uno al nord, l'altro al sud, il terzo a est, il quarto a ovest. E naturalmente t nostri uomini politici spaziano, con la loro azione, su tutto il mappamondo. De Mita guarda a sud, Avellino; Spadolini, atlantista di ferro, si butta a Ovest; Craxi punta al nord, Andreotti si tuffa a est. Lo dice anche' il proverbio: gobba a ponente, mezza-luna crescente». n vestito di Arlecchino, una politica estera per tutte le stagioni. Lo dice anche Amurri: «C'é chi dice che non abbiamo una politica estera: ne abbiamo troppe. In realtà la nostra politica estera è composta da quattro sottopolitiche a piacere: quella del pri, del psi, della de... e del ministero degli Esteri. A questo ■ DOPO VENTANNI FINALMENTE IL CATANIA IN SEME A punto mi chiedo, con una buona dose di cinismo: vuoi vedere che per avere una sola politica estera dobbiamo aspettare che altri due missili anziché davanti a Lampedusa, scoppino su Lampedusa?: Anche i fratelli Origone, gli autori di Nilus, si interrogano in tono amletico: •Perché? Abbiamo una politica estera? E da quando? Pensavamo la facesse Reagan nei ritagli di tempo tra un'operazione al naso e l'altra, intanto che faceva la sua. Andreotti? Pensa¬ EDIZIONE STR vamo servisse come copertura, tanto per mascherare un po', oppure per ispirare Forattini nei giorni fiacchi. Spadolini nel mirino dei terroristi? Non riusciamo a crederci, non ci sta neppure tutto. Sì, temiamo che ci sarà una terza spedizione contro la Libia. Non per eliminare Gheddafi, ma per far cadere Craxi. A proposito, pare che Reagan lo abbia pregato di non chiamarlo più "Ron", almeno in pubblico. Non vuole correre il rischio di essere confuso con AORDINARI A il cantante. Sarebbe un affronto per ur.n che viene da Hollywood e fa di tutto per darlo a vedere. Le comparse europee sono avvisate». Picchia duro anche Marantonio: "Dalla bocca dell'uomo politico che parla al microfono davanti alle masse escono tante bollicine di sapone: slamo contro II terrorismo, respingiamo le soluzioni armate, non dobbiamo abbassare la guardia contro il terrorismo. E' questione di scoppi: scoppiano nel vuoto le bolle di sapone, negli aeroporti quelle dei terroristi». Che cosa sarebbe la satira politica senza Andreotti? Giuliano va a colpo sicuro: •La vera crisi della nostra politica estera non è cominciata con il bombardamento americano di Tripoli, ma con il sequestro della Achille Lauro Da allora Craxi vive nel terrore che Andreotti non sia Andreotti, ma Abu Abbas camuffato da Andreotti». •La crisi a Palazzo Chigi è diventata irreversibile da quando Andreotti si è messo a parlare solo in arabo». Curiosi questi pensieri di Giuliano. Sei anni fa l'umorista fu autore di una vignetta singolare: Andreotti inchiodato sulla croce si rivolgeva dall'alto a una vecchietta in preghiera. •Mamma, ho paura che stavolta la resurrezione non mi riesca». Giuliano si sbagliò. Dall'80 a oggi Andreotti è risorto più volte, ha superato tante trappole, è sempre riuscito a cavarsela. Ci riuscirà anche stavolta, magari — direbbe Giuliano — facendosi aiutare da Maometto. Mauro Anselmo