Senna vola, le Ferrari crollano

Nel G.P. di Spagna trionfo del brasiliano, Àlboreto e Johansson si ritirano Nel G.P. di Spagna trionfo del brasiliano, Àlboreto e Johansson si ritirano Senna vola, le Ferrari crollano Per mezzo metro battuto Mansell dal nostro Inviato CRISTIANO CHIAVEQATO JEREZ — La Formula 1 ha dato spettacolo nel Gran Premio di Spagna, seconda prova del campionato. Una gara bellissima, tirata sino all'ultimo metro, come non si vedeva da tempo. Ha vinto Ayrton Senna, nuovo leader della classifica mondiale. Il pilota della Lotus si è preso una immediata rivincita sul connazionale e rivale Ptquet da cui era stato battuto in Brasile. Senna ha respinto, proprio sulla linea del traguardo, l'attacco di un altro grande protagonista della corsa, Nigell Mansell. Il brasiliano ha superato l'inglese della Williams di 14 millesimi di secondo, uno spazio che a circa 250 chilometri orari può essere calcolato in una cinquantina di centimetri, meno di una gomma* Soltanto nel 1971 due piloti arrivarono più vicini: Peterson e Gethin, classificati ad 1 centesimo nel G.P. d'Italia a Monza. Ma forse allora i cronometri erano meno sofisticati e precisi. Ayrton Senna e Nigel Mansell, due piloti diversi, ma due campioni accumunati nel piacere della guida da brivido. Hanno fatto rivivere ai non molti spettatori presenti nel circuito di Jerez de la Frontera quell'epico duello che aveva opposto Villeneuve e Arnoux. Ruota contro ruota, frenate al limite, rischi in credibili. E' andato tutto bene. Bravissimi. I due hanno dimostrato di possedere un perfetto controllo di monoposto lanciate a 280 chilometri orari. Se uno dei due avesse sbagliato, qualcuno avrebbe potuto lanciare critiche, sostenere che finisce sempre così quando si è troppo spericolati. Ma quando la lotta ad armi pari è a questi livelli, non ci sono polemiche che tengano. Tanto è vero che Senna e Mansell dopo essersi accusati uno con l'altro di reciproche scorrettezze precedenti ed attuali hanno poi parlato entrambi di una bellissima corsa. Una specie di corrida, i, Gran Premio di Spagna che ha avuto toreri di gran classe npelisAcp Rugby: l'Italia batte (26-24) il Portogallo m jjMsono iiliiIESI — Un risultato striminzito (26-24) per i rugbisti azzurri che cou■ tro il Portogallo scesi in campo con una . formazione sperimenta- | le, senza tener troppo ] conto dei ruoli abituai- j mente ricoperti dal glo- catori nei rispettivi club. [ Era una giornata inver- : naie, con terreno molto pesante. Dopo un primo tempo i abbastanza tranquillo, durante il quale l'Italia {{ si è portata in vantaggio j per 20-6, c'è stata una ri- i presa di netta marca portoghese, nella quale j gli avversari degli azzur- I ri hanno mostrato so- | prattutto un ottimo glo- | co di piede sino a rimet- [ tere in discussione il ri- | saltato a un minuto dal : fischio finale. Quello | che sembrava un largo 8 successo è diventata una 8 vittoria di stretta mi- g sura. Al termine della parti- : ta 11 et Bollesan ha detto j di ritenersi parzlalmen- ; te soddisfatto, rimar- >| cando, però II notevole ! lavoro ancora da fare su | alcuni aspetti del gioco, jj Ha aggiunto: 'Abbiamo | sofferto una stanchezza B psicologica che non ci 1 ha permesso di tenere ] per tutti gli 80 minuti.. j La formazione azzur- H ra: Troiani, Maaciolettl, 1 Gaetanlello, CoUodo, ; Venturi, Bettarello, Lo- § rizola, Colella, Innocenti, Pavin, Annibal, Gardiri, Pivetta, Romagnoli, Cucchlella. I marcatori: all'8' c.p. Bettarello; 11' meta Gaetanlello; 13* c.p. Queimado; 16* c.p. Bettarello; 19* c.p. Queimado; 31' meta Lorigiola tr. Bettarello; 39' mete Maschietti; 41' mete Malo 'tr. Queimado; 5C mete Ventar! tr. Bettarello; 69* mete a. Ferreyra tr. Queimado; 75' c.p. Quelnudo; 80* c.p. Queimado. m jjM sono iilii cou e e e nel brasiliano e nell'inglese, picadores di lusso come Prost e Rosberg. La parte del toro l'ha invece fatta la Ferrari, impietosamente «matata* senza possibilità di scampo. Ancora un duplice ritiro, ancora una delusione. Anche quella famosa affidabilità che era l'arma forte della scuderìa di Maranello, quella caratteristica che permetteva di salvare il salvabile negli inevitabili periodi di depressione è venuta meno. Fuori Stefan Johansson dopo undici giri, mentre era in ottava posizione. Fermo ai box Alboreto al 22° passaggio. Entrambe le vetture bloccate dal cedimento dei freni, con un grave rischio per lo svedese. Johansson, uscito di pista, ha urtato contro le gomme di protezione ricevendo una gran «frustata* alla schiena. E' uscito dall'abitacolo, è caduto a terra, senza respiro, ma poi si è prontamente ripreso, sema danni, se non una contusione. Ma se il pilota della Ferrari ha superato bene la disavventura, non si vede come riuscirà la squadra modenese a lasciare in tempi brevi questo periodo negativo. La nuora monoposta F.l-86 ha evidenziato inconvenienti che già lo scorso anno avevano fatto praticamente perdere il mondiale ad Alboreto in fine stagione: mancanza di aderenza, guasti e problemi che si accavallano, che rendono tutto più difficile. La Ferrari ha già superato momenti neri, è rimasta dal 1965 al 1974 senza vincere un titolo. Ma poi ha sempre saputo riprendersi e non per nulla rimane il team che vanta il maggior numero di vittorie ottenute, di pole posi ti on, di giri più veloci. Ora si tratta veramente di riordinare le idee, di ritrovare quella competitività che è stata smarrita ma — speriamo — non perdu to definitivamente. Si deve ri cominciare, gradino per gradino, con metodo, con umiltà MONIALE PILOTI (2 prò ve) : 1. Senna ponti 15, 2. Pi quet 9; 3. Mansell 6; 4. Laffi te e Prost 4; 6. Arnoux e Ro sbere 3; 8. Fabi, Brunelle Berger 2. MONDIALE MARCHE: Lotus e Williams punti 15; McLaren e Ligier 7; 5. Be netton 4; 6. Tyrrel 2. Jerez. Ayrton Senna brinda sul podio alla vittoria e alla posizion e di leader del mondiale (Tel.) Una corsa spettacolare e piena dì emozioni - L'asso della Lotus si impone per un filo e balza al comando del mondiale -1 piloti di Maranello bloccati da problemi ai freni: paura per Johansson finito fuori pista - Urto violento, qualche contusione - Duelli in serie dal nostro inviato JEREZ — Quando i tecnici si sono occupati della sistemazione degli impianti del nuovo circuito che ieri ha ospitato uno splendido O.P. di Spagna, hanno tracciato la linea del traguardo a circa tre quarti del rettilineo dei box. Poi si sono accorti che la striscia era troppo avanti rispetto alla cabina del cronometraggio e l'hanno spostata indietro di una ventina di metri. Sull'asfalto et sono ancora le tracce della prima misurazione. Forse sono stati proprio questi 20 metri che hanno consentito ad Ayrton Senna di conquistare la terza vittoria della sua carriera, dopo quelle ottenute lo scorso anno in Portogallo, sotto una pioggia scrosciante, e in Belgio, sempre su una pista bagnata. Il brasiliano ha resistito in una incredibile volata al ritorno di un temibile avversario come Nigel Mansell, che guidava una Williams nettamente più veloce della sua Lotus. Distacco fra le due vetture: 14 millesimi di secondo, nulla, un soffio a circa 250 l'ora. Ancora un filo e Mansell sarebbe salito sul gradino più alto del podio. E' stato questo l'emozionante epilogo di una gara molto combattuta, incerta sino alla fine, durissima, che ha visto solo otto vetture al traguardo di cui tre a giri pieni. Una moria di motori, di cambi, di trasmissioni. Per la Ferrari il cedimento dei freni, con un guasto analogo a quello che già aveva messo fuori causa Johansson in Brasile. E poi incidenti (non gravi per fortuna), tanti avvenimenti, sorpassi. Insomma, lo show della Formula 1. Ora Ayrton Senna è in testa al mondiale, con 15 punti. Tutto è subito rimesso in discussione: la supremazia della Williams, la facile scalata verso il terzo titolo di Piquet. Senza dimenticare che si sta ripresentando alla ribalta la McLaren, terza con Prost e quarta con Rosberg. L'unica soddisfazione per i colori italiani arriva per la seconda volta dal team Benetton: Teo Fabi, l'uomo di Indianapolis, in quinta posizione, Gerard Berger subito dopo, sempre in zona punti. Qualche soddisfazione anche per la Pirelli, tradita per il momento da una Brabham ancora in piena crisi e da una Ligier finita ko a causa dei semiassi che hanno ceduto quando Arnoux e Laffite potevano raccogliere risultati di una certa levatura. Si è capito sin dal via che ci sarebbe stata battaglia, viste le caratteristiche della pista stretta e tortuosa. Alia prima curva, Laffite ha urtato la Benetton di Fabi, portandogli via l'alettone anteriore. Il milanese è stato costretto a fermarsi al box per cambiarlo, cominciando il suo lungo Inseguimento. Subito dopo la Lola di Jones e la Zakspeed di Palmer si sono toccate: ko tutti e due. Fuori anche le Minardi, nemmeno un giro a causa della trasmissione. Senna ha preso subito il comando, tallonato da Piquet, Mansell, Rosberg e Prost. Un quintetto che in pratica ha dominato la gara, fornito le maggiori emozioni. Per le Ferrari un ottimo avvio, guadagnando tre posizioni, entrambe, rispetto allo schieramento. In questa prima fase la Lotus n. 12 del brasiliano ha ral¬ lentato il ritmo dei primi, tanto che Arnoux, Laffite, Alboreto e Johansson hanno dato l'impressione di poter operare un ricongiungimento. Ma l'illusione è durata poco: prima lo svedese è finito rovinosamente contro una fila di pneumatici di protezione, poi il milanese, rallentato da un problema ad una ruota, forse determinato dal freno, ha perso terreno, sino alla sosta definitiva ed al ritiro con l'anteriore sinistra praticamente bloccata. Crollata la Ligier di Arnoux, in crisi anche Laffite, la gara è stata una questione fra 1 primi cinque, una specie di trenino con Senna nel ruolo di locomotiva. Mansell ha superato Piquet in difficoltà (la vettura del brasiliano non è mai stata perfetta, poi ha ceduto il motore), Prost ha infilato Rosberg alle prese con gomme già deteriorate e con il computer di bordo che segnalava in consumo di carburante eccessivo. Al quarantesimo passaggio, con la Tyrrel di Brundie di mezzo per un doppiaggio, Mansell ha preso l'iniziativa. Ha spinto a fondo sul rettilineo, passando la Lotus all'interno. Ayrton Senna an Ma Senna e Prost non hanno lasciato spazio al rivale e metro su metro si sono riportati sotto. Mansell ha rischiato nel doppiare Rosberg, ormai in grave ritardo. Al 59° giro Senna ha dato il via ad una serie di attacchi: prima all'Interno, poi all'esterno: manovre Incredibili con frenate che facevano fumare le gomme. Numeri d'alta acrobazia. Al 63° giro la stoccata. Senna si è infilato in un punto, nella parte più difficile del tracciato, dove non si poteva in teoria passare. Mansell aveva qualche problema ed infatti subito dopo si fermava per cambiare le gomme ormai sulle tele. Ripartiva come una furia, con 19" di svantaggio. Recuperava tre secondi al giro, ripassava Prost che lo teneva dietro per un paio di chilometri. Qui sta la chiave di tutto: Mansell arrivava alle spalle della Lotus proprio all'imbocco dell'ultimo rettilineo. Iniziava il sorpasso mentre Senna cercava la traiettoria e tentava di togliere la scia al rivale. Due vetture praticamente fuse in una sola, ma il musetto nero della Lotus era primo. c. eh. analizza la corsa