Prima di fuggire Marcos ordinò «Uccidete il cardinale Jaime Sin»

Prima di fuggire Marcos ordinò c<Uccidete il cardinale Jaime Sin» Prima di fuggire Marcos ordinò c<Uccidete il cardinale Jaime Sin» Sud Afwhm delegazione episcopale s'incontra con «fuorilegge» dell'Atte MANILA — Nel drammatici giorni di febbraio, quando il presidente delle Filippine Ferdinand Marcos ed il suo regime furono rovesciati da una rivolta popolare, 11 capo dello Stato che stava per perdere 11 potere ordinò di assassinare il cardinale Jaime Sin, primate della Chiesa cattolica nelle Filippine. Lo ha rivelato lo stesso prelato in una intervista pubblicata ieri sull'edizione domenicale del giornale .Inquirer. di Manila. Sin ha detto di essere stato avvertito del pericolo imminente dall'ambasciata degli Stati Uniti e di aver quindi preso le sue precauzioni. Un portavoce dell'ambasciata americana, interrogato al proposito, ha detto di non saperne nulla. Sin, come si ricorderà, fu un elemento essenziale della rivolta che si concluse con la fuga di Marcos e l'assunzione del potere da parte di Cora- zon Aquino, attuale - presidente, vedova del maggiore oppositore di Marcos, Benigno Aquino, ucciso tre anni fa all'aeroporto di Manila. Sin trascorse quattro giorni nella sua residenza di campagna, ascoltando attentamente tutti i notiziari radio per rimanere aggiornato sull'evoluzione degli eventi. Le guardie del suo servizio di sicurezza riuscirono a impedirgli di uscire dalla residenza. Sin ha anche detto che il mese scorso ricevette una telefonata dal presidente americano Ronald Reagan, il quale gli chiedeva di aiutare Marcos ad ottenere asilo politico in Honduras. Attualmente Marcos è in esilio nelle Hawaii. Intanto, a Manila, per la prima volta dalia fuga del dittatore Marcos. diverse migliaia di sostenitori dell'ex presidente filippino hanno manifestato contro il nuòvo governo di Corazon Aquino. citore delle elezioni presidenziali del 7 febbraio scorso. Non riconosceremo mai il governo della Aquino*. Un generale dell'esercito filippino, invece, è uscito indenne ieri da un incidente all'elicottero su cui viaggiava, che è andato distrutto. Il generale. Jose Magno, capo del comando Sud che controlla le forze sull'isola di Mindanao, e altre otto persone che si trovavano a bordo, sono usciti sani e salvi dalla caduta dell'elicottero. L'incidente è avvenuto vicino a Claveria (provincia orientale di Misamis). L'elicottero, un Sikorski di fabbricazione americana, ha sfiorato un albero mentre si apprestava a atterrare e si è subito dopo incendiato. I fortunati passeggeri sono riusciti però a mettersi in salvo. Il generale Magno non è nuovo ad imprese del genere: già in altre sei occasioni l'alto ufficiale è uscito Indenne, da Incidenti aerei. Sventolando bandiere filippine e grandi fotografie di Marcos e gridando .abbasso la Aquino*, i manifestanti hanno chiesto che sia consentito a Marcos di ritornare in patria dalle Hawaii, dove si è rifugiato dopo la rivolta militare che ha posto fine al suo ventennale governo delle Filippine. Tra i dimostranti figuravano personalità del mondo dello spettacolo e alcuni ministri del precedente regime. Molti di loro indossavano magliette, cappelli e spille con stampata l'immagine di Marcos. Un portavoce della polizia ha detto che alla manifestazione hanno preso parte circa 10.000 persone, anche se molte di esse facevano parte della folla che normalmente la domenica si reca nel parco in cui si è tenuto il raduno. «Cftiediamo che sia consentito il ritorno di Marcos — ha detto uno degli oratori — perclié è il vero vin¬ JOHANNESBURG — Una delegazione della conferenza episcopale dell'Africa Australe composta da quattro prelati e guidata dall'arcivescovo di Durban, Dennis Hurley, si incontra oggi con esponenti del movimento militante .African National Congress. (Anc), a Lusaka, capitale della Zambia. L'arcivescovo Hurley ha detto a un giornale domenicale di Johannesburg che l'incontro rappresenta solo • una presa di contatto e uno scambio d'opinione* con il movimento che è fuorilegge in Sud Africa. Gli altri esponenti della delegazione sono il vescovo di Kukstadt, Wllfred Napler, il vescovo di Eshowe Marsuet Byiase e il segretario generale della conferenza episcopale, Smangaliso Mkhatshwa. La delegazione dei prelati cattolici dovrebbe rientrare in Sud Africa mercoledì prossimo. La visita di esponenti della fi conferenza episcopale dell'Africa Australe a Lusaka, quartier generale dell'Anc, segue quella di delegazioni di uomini d'affari e finanzieri, del partito d'opposizione parlamentare bianco .Federale Progressista, e una più recente di un gruppo di universitari. Il governo si è sempre dichiarato contrario a queste visite, ma non le ha impedite. Frattanto, la polizia sudafricana ha annunciato ieri di aver ucciso la notte scorsa un giovane negro che faceva parte di un gruppo che aveva preso a sassate un automezzo degli agenti nella township di Katlehong, vicino Johannesburg. Inoltre, migliaia di negri si sono radunati nella township di Edendale, vicino Durban. per una cerimonia in onore dell'ex capo del partito comunista sudafricano, Moses Mabhlda, morto il mese scorso in Mozambico e sepolto 11. dopo che le autorità sudafri¬ cane avevano rifiutato il permesso per un funerale pubblico da tenersi proprio ad Edendale, luogo natale di Mabhida. La cerimonia è stata organizzata dalla più grande formazione antiapartheid che opera in Sud Africa, il .Fronte Democratico Unito. (Udf). La polizia, da parte sua. ha riferito che la calma regna a Edendale e non vi è stato alcun incidente. Nel suo bollettino quotidiano sui disordini, la polizia ha reso noto di aver ferito un uomo poi arrestato insieme con altri quattro e a una donna dopo che un gruppo di persone aveva lanciato bottiglie incendiarie contro un veicolo della polizia ad Alexandria, una township nera vicino a Port Elizabeth. A Sebokeng, nel triangolo del Vaal poco lontano da Johannesburg, un gruppo di negri ha accoltellato al collo una guardia municipale e ha ru¬ bato il fucile d'ordinanza che aveva con sè. Frattanto s'è appreso che il poeta bianco Breyten Breytenbach è rientrato nel Paese dopo quattro anni di esilio da lui stesso scelto in Francia. Lo ha reso noto la polizia. Breytenbach che era stato incarcerato nel 1975, è rientrato sabato all'aeroporto .Jan Smuts. di Johannesburg, riuscendo a evitare i giornalisti. Breytenbach fu liberato nel 1982 dopo aver scontato sette dei nove anni di prigione inflittigli da un tribunale per terrorismo e decise di vivere in esilio a Parigi. Durante il processo ammise di aver appoggiato attivamente il Congresso Nazionale Africano (Anc, illegale) che lotta in Sud Africa per rovesciare il regime bianco. Molte persone hanno riconosciuto l'Intellettuale giunto dall'Europa e lo hanno applaudito a lungo.