Vittorini-Calvino due stili paralleli d'essere in viaggio

Vittorini-Calvino due stili paralleli d'essere in viaggio Vittorini-Calvino due stili paralleli d'essere in viaggio Milano ha commemorato in un convegnomostra lo scrittore scomparso vent'anni fa Vent'anni fa moriva a Milano dove aveva abitato per molti anni Elio Vittorini, una delle più affascinanti personalità della letteratura e della cultura italiana di questo secolo. Per ricordare e rilanciare l'opera dello scrittore siciliano, il Comune di Milano ha promosso una mostra fotografica e un convegno che si è concluso sabato scorso. Nel comitato promotore figuravano tra gli altri, oltre al sindaco Tognoli, Nicola Abbagnano, Carlo Bo, Raffaele Crovi. Umberto Eco. Sergio Pautasso e Renato Guttuso. Chi firma questo articolo ha parlato del secondo sodalizio tra Vittorini e Italo Calvino. La lunga e ininterrotta amicizia tra i due narratori si fondava anche sulle affinità tematiche, sul modo di concepire la letteratura e quindi sul ruolo del linguaggio poetico all'interno della società. Vogliamo riassumere qui i temi che sono comuni ad entrambi gli scrittori. Il primo tema è quello del viaggio. Nella narrativa di Vittorini si viaggia quasi sempre, in treno o in traghetto, verso la Sardegna non ancora toccala dal turismo o verso la Sicilia, che era la terra natale del romanziere. Ad esempio, il celebre romanzo «Conversazione in Sicilia» è un viaggio a ritroso nello spazio e nel tempo, che il protagonista compie per recuperare il mito dell'infanzia e della innocenza. Ma non c'è nessun compiacimento narcisistico nel recupero del mito, bensì la volontà di trasmettere la forza dell'innocenza e dell'infanzia a un mondo adulto ma irrazionale, sconvolto dal dolore per la guerra civile spagnola, e dal presagio di una più grande catastrofe, rtnene Calvino viaggia parecchio, sempre in termini narrativi, beninteso. Ma al. contrario di Vittorini, Calvino non viaggia verso l'infanzia ma verso i nostri antenati. La famosa trilogia («Il visconte dimezzato». «Il cavaliere inesistente» e «Il barone rampante») fa rivivere l'immaginario dell'Europa dei secoli passati, ovvero fa rivivere i tempi di Carlo Magno, poi i tempi delle battaglie contro i Turchi e infine i tempi del leggiadro e inquietante Settecento. Questi romanzi sono allegorie e apologhi fantastici, alla maniera di Ludovico Ariosto, ma il loro valore è dato dall'atteggiamento ideologico di Calvino. In altre parole, Calvino ci parla dell'immaginario del passato dell'Europa per meglio farci comprendere la storia del presente. Quindi anche Calvino viaggia come Vittorini con l'intento di accrescere l'esperienza della modernità, e di illuminare e spiegare la società attuale per poterla cambiare in senso positivo. Il secondo tema è dato dalla filosofia dell'Illuminismo. -Vittorini e Calvino credevano fermamente, sia Il ministro per il Co ASTI — A causa del vino al metanolo, dal fronte delle organizzazioni professionali agricole si stanno innescando grosse polemiche che Investono anche il ministro dell'Agricoltura, onorevole Pandori. Infatti, ieri mattina, al termine di un'agitata riunione, dalla sede della Federazione coltivatori diretti di Asti è stato diffuso un comunicato che dice testualmente: • Il Consiglio direttivo della Federazione Coldiretti (conta 24 mila iscritti, ndr), in seduta straordinaria ha esaminato la grave crisi in atto nel settore vitivinicolo, alla luce dei recenti fatti verificatisi in 'queste ultime settimane, ed esprime innanzitutto la sofferta partecipazione al grave lutto che ha colpito tante famiglie italiane di consumatori, per il comportamento criminale di pochi sofisticatori; inoltre, con voto unanime, chiede che il ministro dell'Agricoltura, Pandolfi, tragga le sue conclusioni più opportune sulla vicenda, assumendosi le responsabilità politiche che gli competono». Traspare con tutta evidenza da questo comunicato che per la Coldiretti astigiana il ministro dovrebbe dimettersi. Su questa drastica posizione della Coldiretti, notoriamente vicina alla de, i dirigenti della- federazione provinciale non hanno voluto rilasciare dichiarazioni «per evitare — dicono — qualsiasi strumentalizzazione». Corre però voce che la Coldiretti accusi il ministro di leggerezza per «non aver saputo prevenire» il «disastro» che Inve¬ Elio Vittorini nel celebre ritratto di Guttuso pure con sfumature diverse, nella intrinseca bontà di ogni progresso. Facendo le debile proporzioni. Vittorini somigliava a Rousseau, ossia condivideva l'idea fondamentale del filosofo ginevrino secondo il quale la natura umana è sostanzialmente portata verso il bene e verso il bello, che però sono legati dalla crescita distorta e utilitaristica della società. Calvino invece somigliava a Voltaire, cioè condivideva il suo pensiero di togliere dalla vita pratica tutte le superstizioni, che sono fonte di atteggiamenti autoritari, dogmatici, prevaricatori, e ostacolano il libero esercizio della intelligenza critica. Tanto per Vittorini che per Calvino il progresso doveva essere guidato dalla luce impavida della ra gionc, capace di dominare e dissolvere gli oscuri fantasmi della natura. Il terzo tema è dato dalla città. Nel romanzo «Le don ne di Messina» Vittorini immagina una comunità scam pala al disastro della storia e della guerra che si mette a costruire una città razionale e armoniosa, dove ciascuna persona persona possa convivere pacificamente con le altre. Nelle «Città invisibili Calvino cerca anche lui di costruire la città ideale, la città a misura d'uomo, come si direbbe oggi. Ma i lettori ricorderanno soprattutto il romanzo «La giornata di uno scrutatore», in cui Calvino, nelle ultime pagine parla del Cottolcngo e dice che in una città ideale deve esserci posto a pieno titolo per l'umanità sofferente ed emarginata dalla natura matrigna. Il quarto tema è dato dal la scienza. Vittorini auspicava una letteratura che fosse all'altezza delle proposizioni scientifiche, cioè una lette ratura che fosse uno stru mento di conoscenza ogget tiva e morale. Nelle «Cosmi comiche» Calvino realizzò da par suo il connubio tra scienza e letteratura, anche se la soluzione del problema ci sembra un po' semplicistica. Abbiamo tentalo di illu strare sommariamente punti in comune di due tra i più importanti scrittori del nostro secolo. La ricerca delle loro affinità tuttavia appena iniziata e potrebbe riservare altre e più interessanti sorprese. Giuseppe Bonura mmercio estero Cagna