I petrolieri sborsarono mezzo miliardo per avere Giudice a capo della Finanza

Erano pronti a pagare senza fiatare per assicurarsi appoggi e garanzie Erano pronti a pagare senza fiatare per assicurarsi appoggi e garanzie I petrolieri sborsarono mezzo miliardo per avere Giudice a topo della Finanza Numerosi gli ostaprobabilmente sol A tre mesi dall'inizio del processo per le frodi petrolifere compiute dal 74 al '79. i contorni della vicenda cominciano a delinearsi. Soltanto ai primi di luglio, quando si concluderanno gli interrogatori dei centosessantuno imputati, si potrà avere una visione complessiva della più grossa truffa che sia stata smascherata fino ad oggi. Dall'otto aprile, giorno in cui è stato interrogato Paolo Mantovani, il petroliere presidente della Sampdorìa, il processo è entrato in una fase calda, perché si è cominciato a parlare dei rapporti tra i vari depositi che si passavano prodotto di contrabbando o fatture false in una girandola senza fine. In questo giro vorticoso c'era chi si arricchiva senza dover investire capitali: erano gli uomini della tributaria e quelli dell'ufficio imposte di fabbricazione. Di solito pretendevano dal petrolieri uno stipendio che veniva sospeso nel caso in cui l'azienda veniva bloccata da una verifica della Finanza o dal ritiro della licenza da parte dell'ufficio imposte. Non si capisce come mai, visto che tutti pagavano protezioni a tutti, la Guardia di Finanza piombasse sui contrabbandieri senza dar loro tregua. Costoro, nella speranza di farla franca, pagavano centinaia di milioni di tangenti. Alla fine ne sono usciti senza un soldo e con le aziende che sono diventate dei depositi di ferri vecchi. E' il caso di Giuseppe Mancini e di Franco Buzzoni, le cui sto¬ «a coli da rimuovere in altanto ai primi di luglio rie hanno parecchi punti in comune, compreso l'uomo che si faceva consegnare da loro enormi cifre dicendo che servivano a corrompere gli ufficiali della Guardia di Finanza: l'avvocato Angelo Vaccaro, difeso in questo processo dall'avvocato Maori. Secondo i petrolieri ridotti sul lastrico, e sono molti, si era creato un gruppo estremamente potente che aveva eliminato i concorrenti servendosi della Guardia di Finanza. Giuseppe Morelli, un petroliere parmense che cercava di entrare nell'Olimpo dei grandi, era stato arrestato in seguito ad una verifica Al concorso organiz cuni ministeri - L'interrogatorio dei 161 imputati si concluderà - Ma già oggi si cominciano a intravedere le varie connessioni compiuta dalla tributarla in un deposito di Civitavecchia di cui era socio il figlio del generale Giudice. •In quell'epoca — dice Morelli — il generale Giudice stava per andare in pensione e sì era aperta la lotta alla successione. Hanno arrestato me per arrivare a Giudice-. Il figlio del generale, infatti, non compariva direttamente in questa società, ma attraverso un prestanome che era un generale in pensione. Morelli aveva avuto un ruolo importante nella nomina di Giudice. Primo Bolzani, un petroliere con molti agganci anche in Vaticano, si zato da Stampa Sera era rivolto a lui per -rimuovere un ostacolo, al ministero delle Finanze, che si frapponeva alla nomina di Giudice-. Per rimuovere questo ostacolo Bolzani era disposto a pagare 150 milioni (siamo nel '74). Morelli si rivolse ad un commercialista romano, Maurizio Arena, che consegnò 60 milioni ad Ugo Pazzanese, segretario dell'onorevole Amadei, sottosegretario alle Finanze (ministro Tanassi). Gli altri 90 milioni sembra che Arena li abbia tenuti per il disturbo. L'ostacolo consisteva, pare, nel fatto che il nome del generale Giudice non era com¬ Palazzo a Vela, si preso nella terna dalla quale doveva essere scelto il comandante della Finanza. Un altro ostacolo Bolzani lo aveva trovato, probabilmente, presso il ministero della Difesa, retto allora dall'onorevole Andreotti, al quale spettava nominare il comandante della Guardia di Finanza d'intesa col ministro delle Finanze. Per ottenere l'appoggio di questo ministero Bolzani aveva sborsato, secondo gli inquirenti, 420 milioni. Domani saranno interrogati i dirigenti della raffineria di Mantovani. / c. m, gioca alla guerra

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