A Torino ci sono trecentomila voti «in libertà»

A Torino ci sono trecentomila voti «in libertà» A Torino ci sono trecentomila voti «in libertà» Oggi un convegno dedicato al comportamento davanti alle urne - «Questa situazione — spiegano gli organizzatori del confronto — non è casuale: la città sta cambiando e i partiti politici, tutti,- sono colti in contropiede» A Torino ci sono quasi 300 mila voti in libertà. Emerge da una ricerca commissionata dal Club Turati e realizzata dai docenti Ceri, Marra e Saccomani dell'Università di Torino. L'indagine sarà messa a confronto con ì dati sulla mobilita elettorale di Milano. La lettura del voto nella nostra città, comparato con quello del capoluogo lombardo, consente un'interessante analisi su -Come cambia Torino-. Il Club Turati ha organizzato per oggi un convegno su questo tema. Si apre, alle ore 9, in via Accademia delle Scienze 7, con un'introduzióne del segretario del Turati Giuseppe Garesio. Seguiranno, sotto la presidenza di Pier Giorgio Cornetta, direttore dell'Istituto Cattaneo di Bologna, le relazioni dei docenti Ceri e Saccomani («La mobilità elettorale a Torino negli anni '80»). Ezio Marra («Mobilità elettorale nei quartieri torinesi: alcuni effetti di contesto.), Paolo Natale e Roberto Biorgio («La mobilità elettorale a Milano negli anni '80»), Stefa¬ blica), Saverio Vertone (Corriere della Sera), Tancredi Vigliardi Paravia (presidente Gruppo Giovani Imprenditori). «Torino — dice il segretario del Turati, Garesio — è una delle città italiane più mobili, con esiti politici più imprevedibili-. Oltre i 300 mila voti in libertà, secondo Garesio, ci sono anche gli oltre lOOmila voti 'popolari' (non controllati dal pei) che prendeva Novelli quando si presentava alle comunali, «e si presume che, come parlamentare europeo, non si ripresenterà più a Torino-. • Questa straordinaria mobilità non è causale: la città sta cambiando e i partiti politici, tutti, sono colti in contropiede-. Secondo Garesio, non ci sarà più spazio per rendite di posizione: le indagini — dice — dimostrano che «é il psi, per la sua posizione di centro, ad esprimere nei voti il maggior dinamismo-: una condizione potenzialmente favorevole e nel contempo pericolosa per i possibili spostamenti a destra e a sinistra. no Draghi («Amministrative '85 e referendum sulla scala mobile: mobilità e fedeltà di voto»). Renato Mannheimer («Alcune ipotesi sulla mobilità elettorale»). Nel pomeriggio, alle 15,30, dopo comunicazioni dei professori Gian Enrico Rusconi, Giovanni Staterà è'Giuliano Urbani delle Università di Torino, Roma e Bologna, la parola passerà ai rappresentanti di forze politiche, economiche e sociali. Al dibattito, presieduto da Michele Torre, direttore di «Stampa Sera», interverranno Attilio Bastianini (senatore pli), Guido Bodrato (vicesegretario nazionale de), Bruno Bottiglieri (segretario Associazione Tecnocity), Daniele Cantore (segretario provinciale psi), Aurelio Cardella (presidente Api), Giorgio Cardetti (sindaco di Torino). Piero Fassino (segretario provinciale pei), Peter Large (Harvard University). Bruno Manghi (segretario provinciale cisl), Angelo Pezzana (consigliere regionale verdecivico), Giulio Sapelli (direttore Fondazione Feltrinelli), Salvatore Tropea (Repub¬