Tra socialdemocrazie e rivoluzioni impossibili

Tra socialdemocrazie e rivoluzioni impossibili Tra socialdemocrazie e rivoluzioni impossibili Con perdite d'iscritti e di voti, declino di rappresentatività sociopoliticc-culturale, lacerazioni e scissioni i partiti comunisti dell'Europa occidentale non sono più in grado, e non da ora, di realizzare una rivoluzione socialista Le socialdemocrazie sono maggioritarie tra la classe operaia, in vasti strati piccolo-borghesi e giovanili, nel sindacati che dirigono; devono far fronte, tuttavia, a difficoltà e sconfitte non indifferenti: oscillano tra massimalismo (vedi le misure nazionalizzatrici di Mitterrand) e ripiegamenti economicistici (vedi la seconda fase mltterrandiàna, con la presidenza del Consiglio Fabius, che Impone una politica di ristrutturazione industriale e di austerità). Dalla Francia alla Gran Bretagna, dalla Norvegia alla Germania Federale, dalla Danimarca all'Olanda e al Belgio dominano coalizioni di centro e centro-destra. In alcuni di questi Paesi gli ultimi test elettorali (Rft e Gb) danno le socialdemocrazie in unilaterale e incondizionato». Laboristi e Tue sono attivissimi nel movimento pacifista, al pari della Spd in quello tedesco occidentale. Al Folketing danese socialisti democratici e socialisti popolari hanno votato per la •denuclearizzazione» del Nord Europa, proposta più volte avanzata dai capi sovietici. I socialisti greci, al governo, pur restando il loro Paese nella Nato, vi svolgono una funzione a dir poco critica, con aperture verso (Jrss, Balcania comunista e Libia di Gheddafi. Se si eccettua l'Italia, dove il pei è il secondo partito con forte rappresentanza parlamentare e profondo radicamento popolare, il già citato Portogallo e Cipro (dove l'Akel ha raccolto il 27 per cento dei suffragi alle ultime elezioni), gli altri partiti comunisti euroccidentali o sono stati fortemente ridimensionati, come il pc francese, ridotto nelle elezioni politiche del marzo scorso al 9,8 per cento dei voti e a trentacin¬ forte ripresa. In Portogallo, la vittoria del socialista Soares alle recentissime presidenziali è stata propiziata dall'appoggio dei comunisti filosovietici di Alvaro Cunhal (200 mila iscritti, oltre il 10% di peso elettorale, 37 deputati contro i 55 socialisti e gli 85 socialdemocratici). In politica internazionale le socialdemocrazie europee o subiscono o attuano pressioni neutralista e disarr.iiste: al Congresso del novembre '83 la Spd accettò a stragrande maggioranza una risoluzione contro il dispiegamento degli euromissili nella Repubblica federale tedesca; in questo senso la Spd votò contro il governo democristiano-liberale di Kohl al Bundestag. In Olanda, Belgio e Norvegia i socialisti si sono espressi contro gli euromissili. I laboristi inglesi, al congresso di Brighton dell'ottobre '83, votarono all'unanimità un doojmento in cui si auspicava il .disarmo que deputati all'Assemblea nazionale: un minimo storico dal 1932; oppure sono dilaniati da scissioni. In Svezia esistono due pc, uno detto «di sinistra-comunisti», italianizzante: un altro detto «operaio-comunisti», rappresentato al XXVII Congresso del pcus; i comunisti svedesi hanno diciannove deputati al Riksdag e sosten, gono il governo socialdemocratico; la Sd ha 186 deputati e i conservatori 163. In Spagna ci sono due partiti comunisti e numerosi gruppi che al comunismo si richiamano: Il pc «storico» è quello presieduto da Dolores Ibarruri e di cui è segretario generale Gerardo Iglesias, contrastato successore nell'82 del già eurocomunista Santiago Carrillo, riapprodato al marx-leninismo ed espulso un anno fa, con 18 suoi sostenitori dal Ce: ora ha formato un suo gruppuscolo. C'è. poi, il pc (spagnolo): lo ha fondato due anni fa il filosovieti¬ co Ignacio Gallego: è violentemente, anti-psoe (ps spagnolo) e anti-Nato; una profonda lacerazione divide il pc finlandese, sanzionata dal XX Congresso del 1984: una maggioranza «eurocomunista» diretta dal segretario Aalto e una minoranza filosovietica; fino all'82 I comunisti finnici avevano tre ministri nel governo di coalizione presieduto dal socialdemocratico Sorsa. In Gran Bretagna, nel luglio scorso, la maggioranza italianizzante diretta dal segretario Mac Lennan ha espulso l'ala filosovietica rappresentata dal vecchio leader Ken Gill. In Olanda (dove il pc è diretto da una donna, Elli Isebaud), Norvegia, Danimarca, Austria, Germania Federale (il Dkp ha 5000 iscritti, un quotidiano, Unsero Zeit, un leader ultra ortodosso. H. Mies; influenza pacifisti e verdi), i partiti comunisti non sono rappresentati nel rispettivi Parlamenti. In Belgio il pc (segretario Van Geit) ha solo due deputati; è attivo nel Movimento per la pace belga. Due pc esistono in Grecia quello maggioritario filosovietico di cui è segretario generale Ch. Florakis (12 deputati contro 161 del socialista Pasok; 9.8 per cento dei voti alle politiche) e il pc detto «dell'interno», italianizzante, che raccoglie l'1,8 per cento dei voti e ha un solo parlamentare. Una certa torza ha il pc della piccola Islanda (ha partecipato al governo negli Anni 70; ora ha 10 deputati). In questo contesto acquista un significato rivelatore l'apertura di Mosca verso le socialdemocrazie europee, che sono diventate I principali interlocutori euroccidentali del pcus; non a caso la nuova leadership del Cremlino ha liberato il sattore del Ce che presiede ai rapporti con i pc non al potere, dall'antico dirigente staliniano Ponomarev, fortemente anti-riformista. Piero Sinatti