Abiti belli, occhioni sgranati, civetteria Anche le bambole avranno il loro museo

Abiti belli, occhioni sgranati, civetteria Anche le bambole avranno il loro museo Abiti belli, occhioni sgranati, civetteria Anche le bambole avranno il loro museo POTENZA — Invitate a Potenza dall'«International inner wheel» (club che raccoglie le mogli dei «rotariani») per partecipare ad una mostra internazionale, sono arrivate in forma smagliante: alcune con il viso dipinto con cura, altre dando risalto a splendidi occhi, altre ancora mettendo in evidenza sotto i begli abiti un corpo ben proporzionato. Bambole di tutto il mondo, da secoli compagne di gioco di generazioni di fanciulle, sono giunte in Basilicata tra precauzioni che si usano solo per oggetti preziosi e ora, circondate da vetri che le proteggono da mani invadenti, si fanno lungamente ammirare, esibendo anche un po' di civetteria. Per l'occasione hanno indossato abiti molto partico¬ lari: Gianduia ha il suo abito in feltro di pura lana, interamente lavorato a mano; la guardia svizzera è impeccabile in quel suo famoso costume che fu disegnato addirittura da Michelangelo; una damigella brindisiìia ha un completo davvero molto interessante che risale al diciottesimo secolo; una fanciulla sarda indossa abiti del 1920. La mostra non è solo una passerella per soggetti italiani, ma raccoglie seicento «pezzi» provenienti da tutti i continenti e da oltre cento paesi, tra cui Tunisia, Russia, Thailandia, India, Giappone, Svezia, Francia, Stati Uniti, Inghilterra, Israele e Argentina. Le bambole sono interessantissime come espressione di cultura e danno immagini delle tradizioni dei paesi d'o¬ rigine. Una donna di Liverpool è vestita con gli abiti tipici delle mogli dei pescatori del luogo, bambole indiane raffigurano fanciulle che preparano ghirlande di fiori, saltimbanchi sulle rive del Gange, incantori di serpenti e gruppi al mercato. Tra i pezzi pregiati della collezione vi sono una bambola francese di Gaultìer, in porcellana, del 1870; un Cappuccetto Rosso degli Anni Cinquanta che si muove a quattro gambe e due vecchietti di Grenoble di impareggiabile bellezza sia nell'espressione sia negli splendidi costumi. Della collezione fanno parte anche marionette e pregevoli pezzi d'antiquariato, come un carro in miniatura del 1700, che riproduce quelli usati per la vendemmia nei castelli romani. Le bambole della mostra sono state donate dalle socie «Inner wheel» di tutto il mondo al club di Pescara, e sono ora curate da Luciana Pollara. Sposata e madre di tre figli, la signora Pollara sta lavorando da tempo per realizzare nel centro abruzzese un «museo permanente delle bambole folk» che arrivano da tutto il mondo. Ora il suo sogno sta diventando una realtà. «Ci siamo quasi», <jlice con un sorriso che tradisce un'evidente soddisfazione; e annuncia che «i locali sono già in fase di allestimento» e che presto «le bambole avranno la loro casa definitiva». Come si conviene a delle vere donnine.

Persone citate: Luciana Pollara, Pollara